mercoledì 26 dicembre 2012

Serie "Catto prog" n. 3 - Ruggero Perugini - 1971 - Ballata per un uomo

 TRACKLIST :

01 - Ballata per un uomo
 02 - La ballata della piccola piazza
03 - La ballata di carnevale
04 - La ballata dell'uomo di sapone
05 - La ballata dell'uomo di cartone
06 - La ballata dell'uomo di cristallo
07 - Le ore cadute di tasca
08 - La ballata dell'uomo felice
09 - Il sale della terra
10 - Gli occhi della sera
11 - Un passo ancora

Nuova serie dal vostro capitano (si fa per dire... vedi QUI. -non ho incluso nella serie gli albums di Camisasca perchè lui lo considero altra cosa, altro pianeta, non me ne si voglia-), tanto per rimarcare che sto tornando piano piano ad un'attività più frequente sul blog (si spera) e per riportare, dopo le divagazioni varie degli ultimi tempi, la luce sugli anni 70, di cui resta moltissimo da dire ancora. Per prima cosa, è d'obbligo un ringraziamento to my MYSTerious friend (Gentilissimo amico, spero di risentirti presto) che, davvero una mezza vita fa, mi passò questa rarissima versione di "Ballata per un uomo" di Ruggero Perugini, prodotto dalle edizioni Paoline (!!!) nel lontano 1971. L'autore in questione fu interprete, già alla fine degli anni 60, sempre per le ed. paolotte, di svariati singoli di genere catto-beat, sia in solitaria che in gruppi quali gli Alleluia (edaje) di Marcello Giombini. Per quanto riguarda l'album oggetto di questo post, sebbene il contesto sia smaccatamente cattocentrico e il nostro uomo si rifaccia vocalmente un po' troppo al grande Faber, i tappeti di chitarra classica, punteggiati da flauto e armonica, qua e là hanno il loro fascino, sebbene spesso la monotonia prenda il sopravvento. Plauso al primo pezzo, per quanto mi riguarda, ma piuttosto noioso quasi tutto il resto. Non manca però (colpo di scena!!) 1 pezzo a sua maniera "d'avanguardia", "La ballata dell'uomo di cristallo", che mostra buoni inserti di chitarra elettrica, sonorità più grintose e coraggiose e le uniche percussioni di tutto l'album. Trovo questo pezzo davvero interessante, soprattutto considerato lo stretto contesto "postmessabitte" ed il fatto che ci si trova nell'italia del 71: sembra quasi che Mister P. abbia voluto mostrare altre potenzialità e voglie nascoste (proibite?!?). Si noti anche che qui non sono così evidenti le tematiche religiose come lo sono, invece, in ogni altro solco di quest'album. Peccato sia una mosca bianca nell'ellepì, qualche altra sonorità di questo tipo avrebbe dato freschezza alle menti di noi prog maniaci. Insomma, come la penso io su questo disco mi sembra di avervelo brevemente esposto, per dirmi la vostra invece cliccate sull'apposito bottone sotto e commentate, firends. Buona auscultatio, laudate si.


Il nostro uomo... dovrebbe essere uno di questi!! Stratocup e citazione su blog a chi lo noma per primo (indiziato del capitano: il 4° da sinistra, piede sulla chitarra e posa classica da rocker)

Post by Captain

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