Siamo nei primi mesi del
1979, Demetrio Stratos, Paolo Tofani e Mauro Pagani, quasi per scherzo, si
ritrovano a progettare un tour in cui suonano i classici del rock degli anni 50.
Come le cose siano andate
lo racconta Mauro Pagani:
“…ci
venne in mente di fare un concerto jam-session di prova al Teatro Massimo, che
ora è il Verdi, a Milano. Il cast fu
messo insieme a caso da Roberto Manfredi, il fratello di Gianfranco, che fra
l’altro fece un po’ di confusione… tant’è che si presentarono due bassisti:
Stefano Cerri e Paolo Donnarumma. Alla batteria Walter Calloni, poi io, Paolo
Tofani e Demetrio. Abbiamo provato per
la prima volta il pomeriggio e la sera stessa abbiamo suonato…”
(da “Gioia e rivoluzione
di una voce“ di Antonio Oleari – Aereostella 2009, ripreso in “Oltre la
voce” libretto che accompagna il dvd “La
voce Stratos” - Feltrinelli Real Cinema 2010)
La serata ha successo e i musicisti si divertono suonando le proprie passioni
“rock e soul”, e Demetrio offre al pubblico, con entusiasmo, la sua dimensione
di cantante:
“…
poco tempo fa ho avuto occasione di suonare in una jam session di rock and roll
revival, insieme a vecchi amici: in quella situazione ho sicuramente convinto
parecchio pubblico della mia condizione di cantante. Spesso si è forse equivocato, io sono anche
un cantante e fra poco tempo conto di entrare in sala di incisione per
registrare un album di canzoni, naturalmente non banali, con cui garantire un
più alto livello di comunicazione. Per
quel che mi riguarda è essenziale in ogni caso il contatto con la gente per
verificarmi, per controllare le reazioni, per arricchirmi personalmente… ”
(da “Mouth music”, Stratos
intervistato da Enzo Gentile – Discoteca Alta Fedeltà, primavera’79)
Dopo quella serata, il gruppo suonò a Torino, dove aprirono un concerto di
Rod Stewart; così ricorda Paolo Tofani:
“…
quel pomeriggio Demetrio ebbe un po’ di problemi con l’accordatura del
pianoforte, un bellissimo Steinway a coda. Il pianista di Rod lo suonava
davvero coi piedi! Poi la sera tutto il gruppo, compreso Stewart, ci raggiunse
nei camerini. Erano a dir poco sbronzi… avevano scoperto il Campari!...”
(da “Gioia e rivoluzione
di una voce“ di Antonio Oleari – Aereostella 2009)
Non ci furono altre date,
il perché, purtroppo, è ben conosciuto:
“…
una serata l’abbiamo fatta anche a Torino con Napoli Centrale, poi dovevamo
replicare a Cantù; chiamo Demetrio per gli accordi e lui mi dice che non si
sente bene.
Non l’ho più rivisto … ”
(Tofani in “Anni 70,
generazione rock” di Giordano Casiraghi – Editori riuniti 2005)
(Pagani in “Gioia e
rivoluzione di una voce“ di Antonio Oleari – Aereostella 2009)
La registrazione è quella
della prova, aperta al pubblico, avvenuta al Teatro Massimo di Milano (ora
Auditorium e sede dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi), da cui è stato
realizzato il disco edito successivamente dalla Cramps Music, e diventata l’ultima
testimonianza incisa di Stratos:
“…quando
Demetrio morì Gianni Sassi venne a dirmi: <<l’ultima testimonianza che
abbiamo è questo concerto al Teatro Massimo>>. Io non sapevo neanche che quella serata fosse
stata registrata. Era stata incisa su un
Revox, ma siccome non c’era abbastanza nastro era stata fatta mono a 7 e ½ di
velocità. Praticamente era stato fatto
tutto su una sola pista, in modo da poter girare il nastro e registrare sull’altra. Era l’unica incisione che avevamo e così ho
preso il nastro, sono andato in sala, l’ho fatto diventare stereo con il delay,
facendo un finto stereo con lo sfasamento di fase, poi ho aggiunto i riverberi,
ho tagliato le parti e ho montato il tutto…”
(intervista a Pagani in “Il libro degli Area” di Domenico
Coduto – Auditorium 2009)
C'era un altro progetto nell'aria, in quel periodo, denominato "Osmosi", di cui avrebbero fatto parte Stratos, Tofani ed altri musicisti, e che non non avrebbe mai visto la luce:
(da un documento Cramps
Music pronto a diventare un comunicato stampa, riportato in “Gioia e
rivoluzione di una voce“ di Antonio Oleari – Aereostella 2009)
Off topics: e se pensassimo ad una “serie” della Stratosfera denominata “le
occasioni mancate” in cui far confluire documenti, memorie e scritti relativi a
progetti più o meno avanzati, più o meno conosciuti, di cui non esiste alcuna
produzione registrata? end-OT
In questo bootleg, rispetto alla pubblicazione ufficiale, ci sono due brani in più (Stormy monday blues, Be-bop-a-lula) e la scaletta "originaria" che si presenta con una sequenza diversa dal disco, non c’è una data precisa (early ’79) anche se dovrebbe essere tra metà febbraio e i primi di marzo (ma forse il Capitano riuscirà a recuperarla tramite i suoi “canali”)
Dei musicisti penso ci sia poco da dire, possiamo solo ricordare che all’epoca il giovane Stefano Cerri era il bassista dei Crisalide (gruppo supporto di Finardi), che Paolo Donnarumma (altro storico componente del Pacco come Finardi, Walter Calloni, Donatella Bardi…), era uno dei session-man più cercati, e che Stratos, Pagani e Calloni avevano condiviso la registrazione dell’album Carnascialia.
TRACKLIST
:
side A
01. Mean woman blues (Claude DeMetrius) / Hound dog (Mike
Stoller, Jerry Leiber)
02. Barefootin’ (Robert
Parker)
03. Blueberry hill / I can’t stop loving you (Al Lewis, Don Gibson, Larry Stock, Vincent
Rose)
04. 25 Miles from nowhere (Edwin Starr, Johnny Bristol, Harvey Fuqua)
05. Stormy Monday blues (T-Bone Walker, Billy Eckstine)
side B
06. Be-bop-a-lula (Gene Vincent)
08. Boom boom (John
Lee Hooker)
alcuni AUTORI:
07. Long tall Sally (Enotris Johnson, Richard Pennymen, Robert Blackwell)
FORMAZIONE:
Demetrio Stratos
(voce, pianoforte a coda)
Mauro Pagani (violino, armonica)
Paolo Tofani (chitarra elettrica)
Paolo Donnarumma (basso elettrico)
Paolo Donnarumma (basso elettrico)
Walter Calloni (batteria)
Stefano Cerri (basso elettrico)
Grazie Odi !!!!!!
RispondiEliminaè un piacere condividere...
RispondiEliminaGrande post, Odi. C'est une bonne chance t'avoir avec nous.
RispondiEliminacaro George, è stato bello scoprirvi ed avere la possibilità di far parte della famiglia... il pregio maggiore di questo spazio musicale è la mancanza di rigidità "ideologica" e la sua apertura alla contaminazione: ci possiamo trovare i 45 giri degli anni 60 e, col rispetto degli autori, la pubblicazione di ieri; ciò significa che la Stratosfera offre al potenziale lettore una varietà di documenti sonori(e di altrettanti punti "di vista" o "di osservazione") sostenuta dalla passione di chi ha "vissuto" o "studiato" ciò che propone, un pò come avviene nelle riviste musicali: chiunque ami la musica ci potrà trovare quello che cercava o uno spunto da approfondire.
RispondiEliminapersonalmente, sono sempre stato restio alle collaborazioni, ma dopo 1/2 secolo di ascolti e acquisti (di cui gli ultimi 30, solo di progetti italiani, quale forma di sostegno "indiretto"), è forse giunto il momento di aprire i cassetti...
Condivido in pieno quello che hai scritto. La flessibilità e l'assenza di steccati ideologici sono stati a suo tempo gli elementi che mi hanno indotto a collaborare col blog. Peraltro, nonostante qualche incidente di percorso che abbiamo subito in un recente passato, vedo che abbiamo (merito di tutti, a cominciare da te che sei la "new entry")ripreso a postare con ancora maggior vigore (vivo e vibrante vigore). Per quanto mi riguarda, dopo anni di ricerche e di recupero di materiale raro e non, sono uscito dalla fase puramente feticista e ho aperto gli archivi agli amici che condividono con me la stessa passione. E ho scoperto che il piacere della condivisione dei nostri materiali sonori è sicuramente più gratificante.
EliminaA presto.
ciao; potreste inviarmi link? Grazie post stupendo
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