Penso non sia necessario aggiungere
altro, per presentare disco e progetto musicale, a quanto scrisse Daniele Caroli
nella recensione per Superstereo:
“a un osservatore disattento, ignaro dei
sacrifici e delle incomprensioni cui andarono soggetti i suoi protagonisti,
potrebbe apparire un’amena favoletta: parliamo della ricerca svolta negli anni
settanta da un manipolo di musicisti decisi a collegare in una fusione
stimolante elementi popolari mediterranei, improvvisazione jazzistica, suggerimenti
del patrimonio classico orientale.
La volontà di reagire al
predominio anglo-americano nella musica extra-colta, il desiderio di abbattere
preconcette barriere culturali, la predisposizione all’utilizzo di materiale “povero”,
stavano alla base di questo movimento, nato e rimasto underground per la
mancanza di appoggio da parte dell’industria musicale e dei mass-media: restavano così soltanto lodevoli e limitate
le esperienze dei Nadma e degli Aktuala, e poi su su fino a tempi più recenti,
dei Carnascialia, di Pino Masi, di Mauro Pagani. Proposte snobbate, di cui non
ne venivano capite le fondamenta artistiche.
Per fortuna c’è chi resiste : tra
questi attivi assertori di una musica italiana che non rinneghi le proprie
origini, e trovi anzi gli addentellamenti con le culture vicine, primeggiano i
toscani ZEIT.
Dopo un primo album del ’79,
il gruppo offre con “il cerchio degli antichi colori” una prova più
consistente: più ampia la gamma delle ispirazioni, più compatto l’organico (che
si apre positivamente a collaborazioni esterne), più precisi i connotati
timbrici.
E’ una musica
strumentale delicata che raggiunge l’obiettivo : porsi al di fuori del
tempo. Le costruzioni accurate di temi e
strumentazioni sono piene di richiami alle tradizioni popolari e attente anche
a ciò che si è fatto all’estero, dalla Third Ear Band a Shakti.
Ma sulla struttura s’impongono
proficuamente la passione e la convinzione dei musicisti : perciò i ritmi di
danza, le sonorità estatiche, i passaggi solistici, non riflettono nostalgie
arcaicizzanti o finalità formalistiche, ma l’entusiasmo di chi crede che la
musica può ancira nutrirsi di fantasia.”
(Daniele Caroli - redattore musicale di Superstereo)
Segnalo solo che il disco è stato prodotto dalla
Materiali Sonori (così come il precedente lavoro d’esordio: “Un giorno in una
piazza del mediterraneo”), che Paolino Casu collaborerà con l’eccentrico gruppo Gezz
Zero (Tantra Experience Collektive) di Carlo Gatteschi, e va sottolineata la presenza, tra i
collaboratori, di Alfio Antico, percussionista “di strada” ingaggiato dai
Musica Nova di Eugenio Bennato.
TRACKLIST
:
side
1
01. Una danza infinita (Tamassia)
02. Duo (Chiavacci, Casu)
03. Vincigliata (Tamassia)
04. Gli antichi colori (Tamassia, Tarabella, Casu)
05. Sirtòs (arr. tradizionale)
side 2
06. Nuovo orizzonte (Tamassia)
07. Un altro occidente (Tamassia, Biondi, Chiavacci, Casu)
08. Kalimba (Tamassia, Chiavacci)
09. In cerchio (Tamassia)
01. Una danza infinita (Tamassia)
02. Duo (Chiavacci, Casu)
03. Vincigliata (Tamassia)
04. Gli antichi colori (Tamassia, Tarabella, Casu)
05. Sirtòs (arr. tradizionale)
side 2
06. Nuovo orizzonte (Tamassia)
07. Un altro occidente (Tamassia, Biondi, Chiavacci, Casu)
08. Kalimba (Tamassia, Chiavacci)
09. In cerchio (Tamassia)
FORMAZIONE:
Paolino Casu (darbuka, congas, tabla, bendir, piatti, campane, gong)
Paolo Chiavacci (violino, metallofono, piatti trk 6)
Gian Piero Rezoagli (basso acustico)
Grazia Scaramelli (dberimbao, triangolo, kalimba trk 6)
Andrea Tamassia (chitarra, balalajka, ciaramella, kalimba trk 8)
Ospiti:
Aldo Tarabella (bandura trk 4)
Andrea Biondi (sax soprano trk 7)
Alfio Antico (tamburello trk 9)
Michele Degli Innocenti (percussioni trk 6)
Giovanni Savia (percussioni trk 7)
Post by
Odiladilu
Disco interessante e piacevole
RispondiEliminaMichele D'Alvano