mercoledì 12 giugno 2013

Serie "Battiato & Friends Special Fan Collection" n. 26 (Serie "Bootleg" n. 112) Franco Battiato - 2004 - Live in Sagesta

TRACKLIST DISC 1 :

 001 - Prove (ghost track)
01 - Haiku
02 - Aria di rivoluzione
03 - Giubbe rosse
04 - Il re del mondo
05 - Lettera al governatore della Libia
06 - Povera patria
07 - Aria di neve
08 - La canzone dell'amore perduto
09 - Lode all'inviolato
10 - Gestillte sensucht
11 - Oh sweet were the hours
12 - Letture
13 - La mer
14 - Invito al viaggio
15 - La canzone dei vecchi amanti
16 - Te lo leggo negli occhi

 Quelle del 2003 dovevano essere le ultime danze estive. Almeno così lasciava presagire il titolo della doppia raccolta live “Last summer dance” pubblicata dalla Sony. Un buon documento per raccontare di una fortunatissima tournee e di un concerto ispirato dall’idea di comporre un’antologia del Battiato pop con ampie concessioni ai pezzi di “Caffè de la paix”, ma anche di “Gommalacca” e del celeberrimo “La voce del padrone”. Insomma il meglio del meglio. Con una band corposa, due coriste molto scenografiche ed una sezione di fiati. 

 Ma, fortunatamente, la coerenza alle premesse non è il forte di Battiato.
Così l’estate 2004 lo rivede in pista con uno spettacolo sinteticamente intitolato “Live in”. Il giro lo conduce per lo più in posti suggestivi, tra i quali spicca per fascino il sito archeologico di Segesta, a due passi da Trapani. L’artista torna in Sicilia e gioca in casa. L’affetto del pubblico è totale, anche se lo spettacolo si muove su linee essenziali. Abolita ogni ritmica, Battiato torna ad una formula a lui molto congeniale (come vedremo in altri reperti sonori). Quartetto d’archi, eccellente come sempre, pianoforte affidato all’eccelso Carlo Guaitoli e le tastiere di Angelo Privitera a colorare di lievi sfumature elettroniche il tutto. Lo spettacolo è, dunque, molto classico, ma non mancano le gradite sorprese. 

Partiamo dal primo dei due CD. In Haiku Battiato regala  dei pregevoli vocalizzi nella parte finale, strepitosi gli effetti che Guaitoli trae direttamente pizzicando dalle corde del pianoforte in “Aria di rivoluzione”. Una gemma. E poi, subito a seguire, una versione acustica di “Giubbe Rosse” che ne esalta la melodia e la poeticità del testo. Un brano forse sottovalutato. Commuove, seppur l’esecuzione non sia perfetta, la “Lettera al governatore della Libia”, altro gioiello poco sfoggiato dall’autore. Qui piace pensare che sia stato riproposto come gesto di affetto nei confronti di Giuni Russo, in quei giorni impegnata ad affrontare gli ultimi passaggi del suo transito terrestre.
Il resto sono canzoni molto note e le consuete cover che l’ensemble esegue con maestria e trasporto. Gradevoli anche le letture di Manlio Sgalambro. 



 TRACKLIST DISC 2 :

17 - E' stato molto bello
18 - La cura
19 - Magic shop
20 - Stranizza d'amuri
21 - L'animale
22 - E ti vengo a cercare
23 - Stage door
24 - La porta dello spavento supremo
25 - La stagione dell'amore
26 - Prospettiva Nevskj
27 - I treni di tozeur
28 - L'era del cinghiale bianco
29 - Gli uccelli
30 - Voglio vederti danzare

Ed eccoci alla seconda parte. Non è frequente ascoltare in una versione “indecisa” questa “E’ stato molto bello”, depurata ma non del tutto degli orpelli elettronici. Decisamente denudata, e dunque ancor più commovente, “La cura” con un assolo finale di pianoforte indimenticabile. Peccato per le distrazioni in “E ti vengo a cercare”, prontamente perdonate con l’esecuzione di “Stage door”, altro pezzo dal destino molto controverso. In questa veste, tuttavia, molto riuscita.
Stupisce l’anteprima del futuro “X Stratagemmi” con “La porta dello spavento supremo”. Ricordo, per avervi assistito, che quando presentò questo brano alle Cave di Fantiano, a Grottaglie, l’effetto sul pubblico fu straordinario: un immenso silenzio, quasi senza applausi. Come se la platea fosse rimasta senza fiato (ma i maligni potrebbero pensare che fossero tutti caduti nel sonno). Solo dopo qualche minuto ricominciarono gli applausi e si ripartì con i bis.
Le restanti sei canzoni del cd che presentiamo in questa sede, in effetti, concludono in bellezza il concerto. Un concerto che, a mio avviso, rappresenta una bella parentesi tra vari tour all’insegna di molta elettronica e molto pop. La prova che il legame del pubblico con Battiato si è andato consolidando di anno in anno. Qualunque sia la proposta offerta dall’artista. Per il resto, come ama ricordare il diretto interessato, citando un compositore del Seicento: “detrattori alla larga da me”.
"Intelligenti pauca".
Antonio


Testi, sounds e covers by Antonio, impaginazione by Captain

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