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Il gruppo si distingueva dagli altri del periodo per la perizia tecnica dei suoi componenti, che li rendeva un gruppo da studio molto apprezzato ed utilizzato da altri artisti (Battisti, De Andrè) ed i componenti stessi ricercati turnisti in molte produzioni del periodo (Mina, Nomadi, Camaleonti). Il nome "Quelli", molto particolare, era evidentemente ispirato alla celebre band di Van Morrison ("Them"). Alla fine degli anni '60 i principali componenti del gruppo lasciano, Teo Teocoli si dedica al cabaret (nel quale avrà poi il successo che sappiamo), Radius costituisce il gruppo "Formula 3" sotto l'ala di Battisti-Mogol, Di Cioccio viene "prestato" per otto mesi come batterista all'Equipe 84. Si trattava di uno scambio di favori con la etichetta Ricordi che consentiva ai Quelli di abbandonare la casa discografica milanese, sciogliendo il contratto anticipatamente, e raggiungere la casa discografica "dissidente" Numero Uno, formata in quell'anno da Mogol e Battisti con Sandro Colombini. |
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FRANZ - I Quelli erano sempre impegnatissimi, ma sfondare non era per niente facile. In Italia, per tutti gli anni Sessanta, il successo di un artista passava sostanzialmente per la sola canzone d’evasione. Chi aveva mantenuta intatta la voglia di tenere duro lasciandosi contaminare dalle novità, verso la fine dei Sixties stava però per imbattersi nel periodo musicale più bello dopo la rivoluzione dei Beatles. Era la nuova onda della musica progressiva, o rock progressivo, poi etichettato sotto il termine, peraltro improprio, di "pop". In questo tipo di musica confluivano influenze classiche, jazz, di musica popolare, di rock - nei suoi molteplici aspetti - e di quel filone impregnato di romanticismo che affonda le proprie radici nelle ballate folk irlandesi e americane. Insomma, era il momento in cui si potevano rimescolare le carte e giocare una nuova partita. I Quelli continuavano a non avere un cantante di ruolo e seguivano la regola: "Il pezzo lo canta chi che lo fa meglio". A tutto ciò aggiungevano una spiccata propensione al solismo e alla cura maniacale delle parti musicali e degli arrangiamenti. Quindi, erano un gruppo che creava non poche difficoltà, perché suonavano bene, ma con le canzonette avevano sempre meno da spartire. Ciononostante, o forse proprio per questo, si sono affermati alla svelta come il quartetto di strumentisti più affiatato del panorama musicale dell’epoca. Cominciammo a frequentare sempre più spesso le sale di registrazione collaborando con gli artisti più importanti: Battisti, Mina, De André e tanti altri. Insomma, senza neanche rendercene conto, avevamo preso una strada molto americana, quella della dura gavetta da session man. Il risultato di questa impostazione si vide con chiarezza al Cantagiro del 68, al quale partecipammo con una canzone orrenda: arrivammo ultimi pur avendo piazzato, come esecutori, otto brani tra i primi dieci in classifica. FLAVIO - Ho scoperto l'organo Hammond nel 1968. Abitavo con Alberto Radius, più vecchio di me da qualche anno. Fu lui ad "iniziarmi" allo studio di quello strumento magnifico. Trascorrevo molte ore ascoltando Jimmy Smith, il più grande organista blues mai esistito. Ha fatto scuola a tutti gli organisti della mia generazione. L'unico vero handicap dell' organo Hammond era il costo: ci volevano oltre due milioni di lire, l'equivalente di un monolocale. FRANCO - L’organo Hammond era davvero uno strumento innovativo negli anni ’60. L’avevo sentito suonare svariate volte ma non con la passione e la grinta necessaria per far suonare lo strumento in modo non sdolcinato. Come sentii Flavio suonare capii subito che lo strumento era sotto il suo completo controllo, non solo per la sua tecnica peraltro notevole, ma per la naturalezza con la quale gestiva le diverse sonorità dello strumento. Aveva dell’incredibile vedere un ragazzino imberbe buttarsi con tanta grinta sullo strumento. |
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Partecipazione al Disco per l'Estate del 1968 per il gruppo dal quale qualche anno dopo sarebbe nata la grandissima Premiata Forneria Marconi. In questo disco troviamo la band ad interpretare un bel pezzo scritto da Ricky Gianco ed Umberto Napolitano. Purtroppo il disco non viene capito e non riesce ad accedere alla fase finale della manifestazione, ma riascoltandolo oggi lo si può sicuramente considerare un buon pezzo. |
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Mi Sentivo Strano (1968) (Ricky Gianco, Umberto Napolitano)
a) Mi sentivo strano b) Dettato al capello
Etichetta: Ricordi Cat.: SRL 10.502 Anno 1968
Formazione: Franz Di Cioccio – batteria Pino Favaloro – chitarra Giorgio Piazza – basso Flavio Premoli – tastiere Alberto Radius – chitarra |
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Nel frattempo una canzone dei Quelli, Dettato al capello, viene inserita nella colonna sonora del film Capriccio all'italiana, in particolare nell'episodio Il mostro della domenica di Steno, in cui Totò interpreta un maniaco a caccia di capelloni per tagliare loro i capelli.
Dettato Al Capello (1968) (Ricky Gianco, Gianni Sanjust ) lato B
Formazione: Franz Di Cioccio – batteria Pino Favaloro – chitarra Giorgio Piazza – basso Flavio Premoli – tastiere Alberto Radius – chitarra |
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Lacrime e pioggia del 1968 ha una storia molto interessante. Fu composta e pubblicata dal gruppo rock greco “Aphrodite’s Child” a Parigi, proprio durante la famosa rivoluzione studentesca del Maggio 1968. La canzone, con il titolo “Rain and tears”, ebbe un immediato e clamoroso successo e divenne così uno dei simboli della contestazione giovanile. I nostri orecchi smaliziati avvertono subito che si tratta di una imitazione, in chiave pop, del Canone di Pachelbel. Ma allora non erano molti che lo conoscevano. Molti di noi lo hanno scoperto proprio in quella occasione… Lo conosceva bene invece uno della band greca, Evanghelos Papathanassiou, grande musicista, il futuro notissimo Vangelis, autore di celeberrime colonne sonore, come Momenti di gloria, Blade Runner, Missing, Luna di fiele, 1492: La conquista del Paradiso, ... Della canzone venne fatta, come allora avveniva, una cover italiana dal titolo “Lacrime e pioggia”, con testo di Vito Pallavicini, cantata da Dalida e dal complesso I Quelli, che poi diverrà la PFM.
Lato A LACRIME E PIOGGIA (RAIN AND TEARS - Aphrodite's Child) Autori: Johann Pachelbel, Vito Pallavicini, Vangelis Papathanassiou |
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Lato B NUVOLE GIALLE Autori: Ascri, Mogol, Roberto Soffici
Formazione: Franz Di Cioccio - batteria Pino Favaloro - chitarra Giorgio Piazza - basso Flavio Premoli - tastiere Alberto Radius - chitarra |
Mi sentivo strano/Dettato al capello
LINK
Lacrime e pioggia/Nuvole gialle
Già tutti andati? Peccato... complimenti comunque per l'ottimo lavoro, ti seguo sempre.
RispondiEliminaNon si scaricano? rimedio subito!
EliminaLuca, aggiornati i link
EliminaOttimo post, ben fatto!. Ciao
RispondiElimina"Grazie davvero"...
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