ciance…
si lo so, il
Capitano aspetta il box riportato nella wishlist (motivo del contatto che mi
ha portato nel giro della Stratosferica famiglia)… diciamo che la sto prendendo
alla larga… (:-))
“Il nostro insieme musicale nasce da
un'esigenza dello stato di impasse in cui si trova il mondo musicale oggi.
Possiamo infatti constatare che il mondo musicale oggi, è suddiviso in vari settori tra loro incomunicabili, strettamente legati alle stratificazioni socio-culturali.
Tale pluralismo tende a riprodursi, provocando situazioni sempre più' mistificanti in quanto evitano di risolvere la frustrante condizione attuale di atomizzazione dell'individuo.
Senza entrare nel merito delle origini storiche della situazione del nostro tempo, constatiamo l'esistenza di due grandi settori: una musica 'commerciale', che può variare dalla canzonetta ad alcuni fenomeni deteriori denominati rock-pop e varie elaborazioni di pseudo-avanguardia, a una musica per adepti, che va da uno sfiduciato attaccamento assolutistico per i vari generi del passato, a un atteggiamento sperimentalistico ad oltranza, che spesso si risolve in espedientismo.
Senza negare la validità di certa musica contemporanea, (ma anzi recependola) nei tentativi di alcuni gruppi pop, (ma anche senza nessun complesso verso le esperienze del passato), la nostra intenzione si rivolge al recupero di quel passato fondamentale e imprescindibile fra arte e popolo.”
Possiamo infatti constatare che il mondo musicale oggi, è suddiviso in vari settori tra loro incomunicabili, strettamente legati alle stratificazioni socio-culturali.
Tale pluralismo tende a riprodursi, provocando situazioni sempre più' mistificanti in quanto evitano di risolvere la frustrante condizione attuale di atomizzazione dell'individuo.
Senza entrare nel merito delle origini storiche della situazione del nostro tempo, constatiamo l'esistenza di due grandi settori: una musica 'commerciale', che può variare dalla canzonetta ad alcuni fenomeni deteriori denominati rock-pop e varie elaborazioni di pseudo-avanguardia, a una musica per adepti, che va da uno sfiduciato attaccamento assolutistico per i vari generi del passato, a un atteggiamento sperimentalistico ad oltranza, che spesso si risolve in espedientismo.
Senza negare la validità di certa musica contemporanea, (ma anzi recependola) nei tentativi di alcuni gruppi pop, (ma anche senza nessun complesso verso le esperienze del passato), la nostra intenzione si rivolge al recupero di quel passato fondamentale e imprescindibile fra arte e popolo.”
Così gli Opus Avantra si
presentano nel loro disco d’esordio: lo scritto è il loro manifesto.
il
progetto
L’idea nasce a seguito di un’accesa discussione
sulla situazione artistica e musicale “contemporanea”, in auto da Monaco a
Dortmund, in mezzo ad una bufera di neve, tra Donella Del Monaco (cantante lirica
interessata al recupero di arie “popolari”) Giorgio Bisotto (filosofo dell’arte,
ricercatore d’avanguardie e compositore “non-musicista”) e Renato Marengo
(agitatore culturale, produttore e giornalista musicale).
Il progetto si concretizza grazie all’incontro con Alfredo Tisocco (musicista e pianista di formazione
accademica, trascrittore per la Siae delle musiche dei Gentle Giant e altri…)
e
il gruppo rende esplicito il suo intento sin dalla scelta del nome:
Opus (opera) - Avan (avanguardia) Tra (tradizione)
Giorgio Bisotto ne assume il ruolo di
Direttore Artistico e Ideologo, Renato Marengo quello di produttore, e
all’ensemble, costituito da 9 musicisti, si aggiungono anche le percussioni di Tony
Esposito.
La proposta ha un notevole impatto sia dal punto di vista musicale che
nella rappresentazione scenica, ciò che differenzia il loro progetto è il
processo artistico:
solitamente sono i musicisti di estrazione rock, jazz, popolare che cercano di sviluppare la fusione dei diversi linguaggi mutuandoli con la ricerca e l’avanguardia contemporanea (Area, Dedalus, Battiato, Aktuala…), gli Opus Avantra fanno il percorso inverso: partono dal linguaggio accademico anche d’avanguardia e recuperano forza espressiva sperimentando la melodia e i ritmi degli altri linguaggi.
solitamente sono i musicisti di estrazione rock, jazz, popolare che cercano di sviluppare la fusione dei diversi linguaggi mutuandoli con la ricerca e l’avanguardia contemporanea (Area, Dedalus, Battiato, Aktuala…), gli Opus Avantra fanno il percorso inverso: partono dal linguaggio accademico anche d’avanguardia e recuperano forza espressiva sperimentando la melodia e i ritmi degli altri linguaggi.
“… entrambi (i processi) hanno ragione nella misura in cui saranno capaci di riconquistare
alla propria ricerca una popolarità, ossia una comunicazione universalizzante,
il che avverrà se i primi (Aktuala,…) non scivoleranno nella sterile avanguardia
pura, e i secondi (Opus Avantra) nella melodia pura e semplice…”
(Manuel Insolera: “Opus
Avantra – un momento fondamentale” da Ciao2001 n°20 maggio/74)
Gli Opus Avantra sono stati uno dei
gruppi che ho amato di più, ma (forse) anche il progetto artistico di maggior rimpianto
per quello che avrebbe potuto diventare, se non avessero evitato (come
sembra) il sodalizio “culturale” con la Cramps di Gianni Sassi (al solo
pensiero di una qualche collaborazione con gli Area, mi vengono ancora adesso i
brividi…)
il
disco
il loro album d’esordio esce nella
primavera del 1974 per la coraggiosa etichetta Trident di Maurizio Salvadori e
il concerto di presentazione avviene il 20 maggio al Teatro Delle Arti di Roma.
Il disco viene registrato in una sola
settimana e il titolo dell’album è “Introspezione” anche se non compare in
copertina per non sovraccaricare la stupenda fotografia di Umberto Telesco.
La struttura è quello di un
“concept-album” basato sull’itinerario spirituale di un essere umano fino alla
consapevolezza di sé, in un continuo intrecciarsi tra presente e passato, sogni
e ricordi, armonia e caos, totalmente immerso in un’atmosfera decadente e molto
“proustiana”; a mio parere uno dei
migliori dischi in assoluto degli anni ’70.
L'album si apre col brano “introduzione” di Giorgio
Bisotto e Mireno Tisato (in versione ridotta rispetto alla registrazione
originale) che precede una sequenza musicale sorprendente, pregna di luci e
colori:
la “chanson” (les plaisirs sont doux)
con la sovrapposizione recitata della traduzione, la filastrocca (la
marmellata) con la voce dei bimbi che precedono il ritmo sincopato di canto e tastiera,
il soave romanticismo (l’altalena) giocato a 2 voci da Donella, l’avanguardia
teatrale (monologo) e, a chiudere il primo lato, il lirismo popolare di una
magnifica canzone (il pavone);
ad aprire il secondo
lato è la lirica contaminata di progressive (ah doleur), seguita dal ritorno
della canzone francese (deliee), ma è una “chanson” sporca, ventilata di arie
mediterraneo-orientali che ci lasciano al canto d’amore (oro) pieno di tensione
e magico phatos, preludio alla magistrale conclusione nel più antico
gioco-ritmo dell’uomo (rituale).
Nel 1989 uscirà poi la ristampa in cd per
l’etichetta Artis con il bonus della versione integrale del brano “introspezione”
il
concerto
“… ecco aprirsi il
sipario e comparire Giorgio Bisotto che freneticamente dirige l’orchestra: i
musicisti tacciono mentre la musica pre-registrata viene riprodotta nelle casse
acustiche del teatro!
Il gruppo dei musicisti
al completo sembra far parte del Museo Delle Cere: questi personaggi non
ricevono stimoli dagli impulsi del fantomatico direttore che con il suo
mantello nero potrebbe assomigliare ad un mago… tutto si risolve quando appare
la figura fluttuante di Donella Del Monaco: abito a fiori, vaporoso e
semitrasparente…sembra uscita da un quadro campestre di Renoir… intanto i
musicisti si animano e dai loro strumenti producono musica reale, forse
risvegliati dalla fantastica voce di Donella… la voce spazia, riempie il teatro… una voce
lirica con nelle vene la carica della musica più giovane…
i Musici sono tra
l’Avanguardia e la Tradizione: sono con abiti da concertisti classici,
divise giullarasche, jeans attuali… la musica talvolta gradualmente altre con
scatti bruschi, fa rivivere tutte queste tendenze.. Solisti d’eccezione:
Tisocco, Esposito, Tavella… anche se provengono da esperienze diverse, insieme
producono un discorso nuovo;
Opus Avantra: avanguardia e tradizione, forse nessuna delle due cose, ma una nuova formula musicale che può racchiudere entrambe, mantenendo una sua autonomia espressiva… I brani che abbiamo ascoltato sono gli stessi del disco, ma c’erano anche cose nuove, perché il gruppo avanza spedito sulla strada intrapresa…”
(Isio Saba: “live” da Super
Sound n°22 giugno/74)
L’intensa attività live tra la fine del ’74 e l’inizio del ’75 vede gli
Opus Avantra proporre uno spettacolo diviso in due parti di circa 45 minuti
ciascuna:
la prima parte inizia con Avarice (piano solo di Alfredo Tisocco)
brano che farà parte del secondo album, seguono “Tre invenzioni” per pianoforte
e flauto di Giorgio Bisotto (inedito), “Syrinx” di Claude Debussy e “Lasciatemi
morire” dall’opera “Arianna” di Claudio Monteverdi, “Improvvisazione” per
pianoforte, flauto e percussioni (inedito), e per finire “Due danze
tradizionali” di anonimi compositori del XVIII secolo;
la seconda parte dello
spettacolo presenta l’intero album “Introspezione” rispettando l’ordine dei
brani e la struttura “concept”; una delle
date live viene recensita sulla rivista Pop Records (marzo/75): si tratta di un
concerto a Lugano (Padiglione Arti e Casa) all’interno di una manifestazione gratuita
(sponsorizzata da una nota marca di sigarette), evento a cui parteciparono anche
Madrugada, The Group, Biglietto per l’inferno e Kevin Ayers.
TRACKLIST :
lato A
01. introspezione ? (Giorgio Bisotto)
02. les plaisirs sont doux
03. la marmellata
04. l'altalena
05. monologo
06. il pavone
lato B
07. ah douleur
08. deliee
09. oro
10. rituale
bonus track (only on cd)
testi di Donella Del Monaco - musiche di Alfredo Tisocco
"nel piccolo giardino" poesia di Marcello Del Monaco (in track 2)
FORMAZIONE:
Donella Del Monaco (canto, voce)
Alfredo Tisocco (pianoforte, tastiere, orchestrazione e direzione ensemble)
Luciano Tavella (flauto)
Enrico Professione (violino)
Pierdino Tisato (batteria)
Pieregidio Spiller (violino)
Riccardo Perraro (violoncello)
Tony Esposito (percussioni)
Giorgio Bisotto (direzione artistica, piano, suoni concreti)
Mireno Tisato (assistenza tecno-musicale, effetti sonori)
Renato Marengo (produzione)
Post by Odiladilu
Ma caricherete anche "Ritagli d'anima", inserito nel box di 4 CD degli Opus?
RispondiEliminaAle
certo Ale...
RispondiEliminaGrazie, non vedo l'ora, lo cerco da anni!!
RispondiEliminaAle
Disco bellissimo, uno dei migliori del progressive italiano.
RispondiEliminaPeccato non si siano più ripetuti ai medesimi livelli.
Bel post. Ora attendiamo la chicca "Ritagli d'anima", come promesso.
RispondiEliminaCiao
What a schizophrenic album! Like a beautiful operatic classical soundtrack to a nightmare! Even the girl on the front cover looks sinister!
RispondiEliminaOttima, e graditissima, full-immersion in uno dei miei 10 albums preferiti di "Prog" Italiano!
RispondiEliminaDalla Stratosfera potrebbe atterrare "Schönberg Kabarett" (1979) di Donella del Monaco?
https://www.discogs.com/it/Donella-Del-Monaco-Schönberg-Kabarett/master/562662
Saluti speranzosi ;-)
Aggiungerei anche questo:
Eliminahttps://www.discogs.com/it/Donella-Del-Monaco-Opus-Avantra-Fragments-1975-2002/release/11481019