TRACKLIST :
01. Quelli come noi
02. Ma ci sarà
03. Forse un sogno
04. Continuare dimenticando
05. La terra del sole
06. Che farei
07. L'uomo sbagliato
08. Verità
09. Ancora niente
10. Amico mio (bonus track - lato A del 45 giri del 1971)
Qualche sera fa, spulciando i CD e i dischi di prog italiano contenuti in un certo numero di scaffali (eh sì, il tempo passa e il materiale si accumula), quasi per sbaglio mi è capitato tra le mani questo vecchio album dei Santoni, datato 1972, prima e unica prova discografica del dimenticato gruppo toscano. Riguardo la loro storia non c'è molto da dire. Per comodità vi passo le stringate informazioni raccolte sulla solita Wikipedia:
"I Santoni si formarono a Firenze nella seconda metà degli anni '60; nella formazione iniziale militavano il bassista Marco Puggelli e il batterista Wilson Lupi, poi sostituiti da Giovanni Rondelli e Fabrizio Prussi. Nel 1971 venne inciso il primo 45 giri per la Car Juke Box, Amico mio, in cui prendeva forma il sound del gruppo, caratterizzato dall'organo Hammond di Bruno Mosti e dai fiati di Bettazzi e Gorini. L'unico rarissimo album dei Santoni uscì nel 1972, ma come altri LP di quel periodo (I Boom, Laser, Raminghi, Il Mucchio) è fortemente influenzato dal suono dei sixties. Il disco non ebbe un grande successo, ma diede al gruppo la possibilità di suonare molto in tutta Italia, e successivamente in Francia e Svizzera, fino allo scioglimento, avvenuto nel 1974".
Fin qui tutto regolare, se non che tra i solchi di questo disco, ingiustamente sottovalutato dai più, si nascondono sonorità e creatività a mio avviso affascinanti e degne di essere valorizzate. Devo dire che le critiche negative non mi trovano per nulla concorde. Non si tratta di un album scontato o banale, tutt'altro. L'unica pecca, se proprio vogliamo, risiede nella mancanza di un "modello ispirativo" ben definito, a differenza di quanto facevano i gruppi prog italiani loro contemporanei, che attingevano a piene mani dai suoni di E.L &P., King Crimson, Jethro Tull & co. Il disco pertanto può risultare disomogeneo, ma ciò non toglie ai Santoni il merito di avere proposto un progetto coraggioso per l'Italia musicale agli albori degli anni '70. Forse una seconda prova discografica avrebbe reso loro merito e giustizia
.
Il disco si apre con Quelli come noi, un brano evidentemente sottratto al repertorio dei Delirium della prima ora, così come Verità. Tolte queste due "anomalie" il resto del disco scorre tra brani prog e jazz rock dominati dall'Hammond, dal flauto e, soprattutto, dai due sax. Già la seconda traccia, così come quelle successive, viaggia su terreni sonori completamente diversi. Si giunge così ai due brani-capolavoro del disco, Continuare dimenticando e La terra del sole. Il primo è giocato suglio assoli combinati di flauto e sax, mentre il secondo, assolutamente stupendo, sembra uscire da una pagina dei Colosseum: ritmo jazzato, assolo di sax incredibile, base ritmica basso-batteria potente ed efficace. L'uomo sbagliato mette in evidenza la potenza della voce di Bruno Mosti, roca, nera, sicuramente la prova migliore del vocalist e tastierista del gruppo. Si giunge così alla grandissima traccia di chiusura, Ancora niente: spettacolare apertura riservata ai fiati, ancora echi dei Colosseum, un assolo centrale di sax e Hammond a dir poco eccezionale. Un finale sorprendente. La bonus track che ho posto in chiusura è la side A del primo singolo dei Santoni, risalente al 1971, senza lode né infamia. Dall'album "Noi: I Santoni" venne tratto anche un singolo con due brani compresi nell'album. Il disco in vinile è decisamente raro. Nel tempo è stato oggetto di un paio di ristampe in CD che risalgono ad oltre una decina di anni fa.
FORMAZIONE :
Bruno Mosti (voce, tastiere)
Franco Bettazzi (sax, flauto)
Giorgio Gorini (sax, flauto, voce)
Giovanni Rondelli (basso, chitarra acustica)
Fabrizio Prussi (batteria, voce)
Post by George
Disco dignitoso ma non particolarmente significativo
RispondiEliminaMichele D'Alvano