I 33 giri italiani (1965-1968)
Eccoci giunti alla seconda parte della lunga storia musicale dei Rokes, che ho la presunzione di voler tracciare sulle pagine di questo blog. Dopo il post #1 dedicato ai singoli pubblicati in Italia e al disco live del 1969, affrontiamo questa volta la discografia ufficiale che vede come protagonisti i quattro 33 giri pubblicati dalla band di Shel Shapiro dal 1965 al 1968. Ho volutamente tralasciato le numerosissime antologie, dal momento che non offrono nessun brano inedito, ad eccezione della "Anthology", pubblicata nel 1988 ed oggi fuori catalogo, che contiene due inediti degli esordi che troverete nel post # 3 dedicato alle rarità.
Detto questo fiato alle trombe.
The Rokes - 1964 - The Rokes
TRACKLIST:
01. Ci vedremo domani (Will you love me tomorrow)
02. Walking the dog
03. Eravamo amici
04. Hi-heel sneakers
05. Strada della tristezza (Lonely Avenue)
06. Un'anima tra le mani (Un'anima pura)
07. C'è una strana espressione nei tuoi occhi
08. Beautiful Delilah
09. Summertime
10. Spegni questa luce
11. She asks of you
12. Dancing in the street
13. Chiama me
FORMAZIONE:
Norman David 'Shel' Shapiro - vocals, guitars, bass
Robert 'Bobby' Posner - bass
Johnny Charlton - lead guitar
Mike Shepstone - drums
Un capolavoro! Non c'è altro termine per definire l'esordio musicale dei Rokes. Un disco fresco, immediato, frutto della lunga gavetta nei club, suonato di getto, tutto d'un fiato. Echi di Beatles e di Rolling Stones. E' il "Please Please Me" dei Rokes, che ben si colloca in quel lontano 1965 ricco di fermenti musicali fuori e dentro l'Italia. L'album offre un mix di brani cantati in italiano (i loro primi successi pubblicati anche a 45 giri) e di brani in inglese, che rappresentano il vero punto di forza: Walking the dog di Rufus Thomas (ripresa anche nel 1964 dai Rolling Stones), Hi-heel sneakers, un blues scritto da Tommy Tucker nel 1963 e ripreso da centinaia di musicisti (tra questi Beatles, Stones, Faces, Led Zeppelin, Elvis Presley, Stevie Wonder, ecc.), Lonely Avenue (tradotta in italiano col titolo "Strada della tristezza"), potente blues con tanto di armonica e organo (fu un hit di Ray Charles), Beautiful Delilah, composta da Chuck Berry e ripresa dai primi Kinks (era nel loro album d'esordio) e dai primi Rolling Stones, Summertime, giocata sulla voce di Shel e su un tappeto di tastiere, altro brano coveratissimo, composto da George Gershwin e portato al successo da Ray Charles (ma come dimenticare la ruvida versione di Janis Joplin), e ancora Dancing in the street, storico brano del 1964 di Mickey Stevenson e Marvin Gaye, registrato da Martha and The Vandellas e, in tempi più recenti, dal duo Bowie-Jagger. Infine una piccola sottolineatura per She asks of you, che sembra uscita dal primo album degli Stones e invece è una composizione originale di Shel Shapiro. Roba da non credere.
Da ascoltare a volume molto, ma molto sostenuto.
The Rokes - 1966 - Volume 2°
TRACKLIST:
01. Take a look
02. The wind will carry them by (Ascolta nel vento)
03. A thing like that
04. Proprio niente
05. I've got a message for you
06. Put the pen down
07. I would give the world
08. Mama said
09. Ma c'è un momento del giorno (You've lost that lovin' feelin')
10. No, no, no
11. No game
12. When you are gone
Gran bel disco, anche se non all'altezza del precedente. Si percepisce un lieve calo di freschezza e di immediatezza. Per fare un paragone con gli inarrivabili Beatles è un po' la differenza che intercorre tra il loro album d'esordio e "With The Beatles". Resta comunque una prova molto alta, dove dominano i brani cantati in inglese (giusto un paio di canzoni in italiano). Gli hit in lingua italiana erano affidati ai 45 giri. La formazione dei Rokes è e resterà immutata. Tutti i brani sono composti da Shel Shapiro con la sola eccezione di Ma c'è un momento del giorno, cover dei Righteous Brothers.
Per la cronaca ho rippato i brani direttamente dal vinile originale. I file sono solo due, corrispondenti alle due facciate dell'album.
The Rokes - 1967 - Che mondo strano
TRACKLIST:
01. E' la pioggia che va (Remember the rain)
02. Se io fossi povero (If I Were a Carpenter)
03. Ride On
04. Se fossi lei
05. Bambina
06. Non fare finta di no
07. Che mondo strano
08. 101
09. Baby Blue (It's all over now, Baby Blue)
10. Dall'altra parte
11. Finché c'è musica mi tengo su
12. Il treno delle 7.10
Il 1967 vede l'uscita del 3° LP dei Rokes, questa volta dominato dai brani cantati in italiano. L'apertura è affidata al celebre hit E' la pioggia che va, cover di Remember the rain di Bob Lind. Con questo brano, uscito anche su singolo, i Rokes si ripromettevano di ripetere il successo di Ma che colpa abbiamo noi, sempre composto da Bob Lind. Il testo in italiano venne scritto da Mogol, sfruttando il filone della cosiddetta "canzone di protesta", piuttosto diffusa in quel periodo. Altre belle cover sono Se io fossi povero, brano composto e interpretato da Tim Hardin nel 1966 col titolo If I Were a Carpenter e Baby Blue, personalissima versione dei Rokes dello storico brano di Bob Dylan. Nel complesso si tratta di un buon disco, che risente delle influenze della psichedelia dilagante in Inghilterra: non dimentichiamo che il 1967 fu l'anno di Sgt. Pepper's e di Their Satanic, giusto per citare i due colossi.
The Rokes - 1968 - The Rokes
TRACKLIST:
01. Le opere di Bartolomeo
02. Non dirmi niente
03. Lascia l'ultimo ballo per me
04. Mele mature (Ripe apples)
05. Cercate di abbracciare tutto il mondo come noi
06. Tra le fiamme del camino
07. Somewhere
08. Ricordo quando ero bambino
09. Io vivrò senza te
10. Una famiglia all'antica
11. Telegram for Miss Marygold
12. Fine della trasmissione
L'ultimo 33 giri ufficiale dei Rokes prima dello scioglimento è un disco contraddittorio: contiene alcuni brani già apparsi su 45 giri (Le opere di Bartolomeo, Lascia l'ultimo ballo per me, Cercate di abbracciare tutto il mondo come noi), peraltro alquanto mediocri, a fianco di brani (pochi) di ottimo livello. Uno di questi è Ripe apples, anche se - ma questo è un mio personalissimo parere - uno dei brani più strepitosi incisi dai Rokes è quella Telegram for Miss Marygold (non so come sia finita su questo 33 giri), con un giro di basso incredibile ad opera di Bobby Posner, psichedelico fino al midollo, con echi degli Hollies e degli Stones di Their Satanic che fanno capolino: un capolavoro! Degna di menzione è anche Somewhere di Leonard Bernstein, presente in versione live sul disco dal vivo al Teatro Parioli nel 1969. Altri brani sono solo dei riempitivi (Una famiglia all'antica, Fine della trasmissione) che denotano il calo della vena creativa del gruppo. The Rokes 1968 è quindi un album di commiato che manifesta il declino compositivo del quartetto guidato da Shel Shapiro. Da qui in poi si apriranno ampi spazi per le classiche compilation che continueranno a tenere vivo fino ad oggi il nome dei Rokes.
Posted by George
Non ci posso credere !!!!!
RispondiEliminaMitico !!!!!
Una sorpresa pasquale enorme !!!!!
Grazie !!!!
Beh, è la sorpresina dell'uovo di Pasqua virtuale della Stratosfera.
RispondiEliminaCiaooooo
io sono stato ROVINATO dai Rokes! da bambino ascoltavo le loro canzoni piene di speranza e buoni sentimenti: il contatto con la realtà, una volta cresciuto, è stato drammatico.
RispondiEliminascherzo, eh? grazie per tutto!
Grandissimo Blog!!! Complimenti davvero!!! Però nn mi fa scaricare questo album che è l'unico che mi manca dei mitici Rokes!!! Potresti aiutarmi per favore? Te ne sarei immensamente grato!
RispondiEliminaOps!!! Cancella tutto! Come nn detto! Tranne che per i complimenti ovviamente!!! Era il mio pc che evidentemente ha fatto le bizze! Blog FA-VO-LO-SO!!!!!
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