Prosegue una delle serie più amate della stratosfera, e con essa la stupenda collaborazione con l'amico Antonio LM. Questa volta siamo di fronte ad una vera chicca, visto che vi presentiamo la versione integrale del concerto tenuto dall'artista catanese a Roma nel 1981, durante il tour di supporto all'album "Patriots" (concerto a suo tempo registrato e proposto da mamma RAI, anche se in versione short di soli 40 minuti). Aggiungo che, anche per gli amanti del rock progressivo e del Battiato più sperimentale, vi sono motivi di interesse: ben 5 brani della scaletta appartengono al periodo "tra prog ed elettronica" di Franco Battiato. Tra questi, spiccano una versione di "Mutazione" da Fetus penso unica, nel senso mai più riproposta live, e "Aria di rivoluzione", dilatata in un lungo finale improvvisato, come se quasi dieci anni non fossero passati. La qualità sonora, sebbene non sia eccezionale, è tutto sommato più che accettabile. Questa volta, per i testi, su consiglio dello stesso Antonio, ci "appropriamo" di un interessante articolo/recensione di una altro noto estimatore del buon vecchio Maestro catanese, cui vi rimando sotto...
La recensione che segue è tratta dal blog SoundScapes, in cui l'amico Stefano AbulQasim
analizza e confronta quattro diversi bootleg del 1981 di Franco Battiato. Qui
vi proponiamo l'introduzione e la parte inerente il live da Roma
presentato in questa sede, al link qui sopra potrete trovare l'intero
articolo.
"Le vie dei bootleg sono misteriose. In tanti anni di carriera e dopo tantissimi tour fatti, quasi sempre a supporto di un nuovo disco, il tour di Battiato che risulta meglio documentato (almeno per quello che risulta a me) è quello susseguente all’uscita dell’LP “Patriots“, presumibilmente iniziato all’uscita del disco (seconda parte del 1980) e terminato in coincidenza con l’uscita de “La voce del padrone” (1981). Di questo tour mi sono arrivate le registrazioni delle date di Rimini, Firenze, Torino e Roma, e di quest’ultima data abbiamo anche una preziosa (ma purtroppo parziale) video-registrazione grazie alla RAI all’epoca molto attiva nel filmare (e poi trasmettere) concerti di artisti italiani. Tanta abbondanza è singolare perché “Patriots” non fu un disco particolarmente venduto e ci saremmo aspettati tante registrazioni del tour seguente o di quelli realizzati durante il massimo fulgore di Battiato (tra l’81 e l’83) o più tardi nelle date che seguirono l’uscita de “L’imboscata” e di “Gommalacca” (periodo 1996-1998). E invece gli indomiti bootlegers sembrano essersi scatenati in questi strani anni in cui Battiato cercava di non perdere coloro che l’avevano seguito negli anni della sperimentazione radicale e contemporaneamente cercava di guadagnare nuovi ascoltatori abbassando notevolmente l’osticità della sua proposta musicale. Anni di una nuova gavetta per un musicista che già negli anni ’60 ne aveva fatta tanta, anni di trasferimenti faticosi in automobile da una città all’altra dell’Italia con il suo nucleo di collaboratori strettissimi con cui condivise questi anni ruggenti (su tutti Giusto Pio e Filippo Destrieri).
(...) ritroviamo Battiato a Roma. La scaletta cambia e mischia brani vecchi e nuovi senza più le rigidità della tappa fiorentina. Diminuiscono però le canzoni: tra quelle provenienti da “Patriots” sparisce “Prospettiva Nevski” (all’epoca non era ancora diventata il classico che è oggi) mentre tra i pezzi del Cinghiale evapora “Stranizza d’amuri” (e anche per questo pezzo vale il discorso fatto prima). Sopravvive “Bulgarian song” (qui in una versione dove compare anche il violino) mentre non c’è più traccia (ma questo ce lo aspettavamo) di “Per Elisa“. Tra i pezzi antichi sparisce pure “No U turn“. Globalmente un set più corto di una ventina di minuti (e vai a sapere perché…). Gli arrangiamenti, ovviamente, sono gli stessi del concerto fiorentino, uniche cose da segnalare il clima meno rilassato e giocoso (forse la presenza delle telecamere), il bel borbottare della coda de “Le aquile“, una “Strade dell’est” ancora strepitosa e le versioni stellari di “Sequenze e frequenze” e “Aria di rivoluzione“, quest’ultima dal finale dilatato all’inverosimile (evidentemente l’eseguirle ripetutamente aveva affinato la sintonia tra i musicisti, con il violino di Giusto Pio grandissimo sia nelle improvvisazioni sia nel suonare i temi principali dei due pezzi). Come accennato sopra, di questo concerto esiste anche una registrazione RAI che ne mandò in onda meno di 40 minuti (circa metà concerto, esagerati…) che è fortunosamente reperibile in rete (non certo per merito della RAI che di tutte queste registrazioni sembra non volersene far nulla)."
Franco Battiato: voce, chitarra elettrica e tastiere
Giusto Pio: violino e tastiere
Filippo Destrieri: tastiere
Donato Scolese: batteria e vibrafono
Gianfranco D’Adda: batteria e percussioni
Toni Dresti: basso
Post by Captain, music & art by Antonio, words by AbulQasim
INteressante,,curioso l'episodio della scaramuccia con uno spettatore.Grazie per averlo postato
RispondiEliminaSai che mi era sfuggito... In che brano si trova?
RispondiEliminaAll'inizio del brano 11 bulgarian song,non è chiaro cio'che dice lo spettatore ma è evidente la risposta un po'stizzita di Battiato
EliminaGrazie anche perchè Bulgarian song non è stata pubblicata mai in dischi ufficiali ed è bellissima!
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