lunedì 2 maggio 2016

Odeia - 1979 - Salto nel vuoto - INEDITO, for the first time on the web

Intro by Captain - E' un grande onore per me postare questo doppio CD, contenente il jazz prog degli Odeia, rimasto inedito per ben 38 anni (riappare infatti solo oggi, con la sua pubblicazione in esclusiva qui sulla stratosfera). Il lavoro meraviglioso di conservazione e pulitura dei nastri originali, e la sopraffina cura nel rirpoporlo ai posteri che troverete nel post che segue la dobbiamo all'amico Giudas. Vi prego di soffermarvi a leggere, prima di correre a scaricare, perchè nel suo piccolo la storia degli Odeia è la fotografia di un'epoca, e gli aneddoti riportati da Giudas sono davvero gustosi. Dunque grazie di cuore al nostro nuovo amico, buona lettura e buon ascolto dal vostro Capitano...

Cd 1 – Odeia, live al Cinema Astra, Barletta 22 Dicembre 1979

01 – Intro – presentazione (0’ 59”)
02 – Ribaud (7’ 45’’)
03 – Bambu’ (9’ 33’’)
04 – Ghirlanda (7’ 33’’)
05 – Ramadan (8’ 24’’)
06 – A Demetrio (6’ 00’’)
07 – Semiramide (12’ 16’’)
08 – Pegaso 78 (9’ 00’’)
09 – Salto nel vuoto (5’ 54)

Cd 2 – Prove, provini, provette - Odeia “in studio”

01 – Ribaud
02 – Pegaso 78
03 – Salto nel vuoto
04 – Ghirlanda
05 - Ramadan

 
Gli ODEIA – Salto nel vuoto

Siamo in Puglia, a Barletta, nel dicembre del 1979. Un gruppo tiene un concerto agli studenti delle scuole superiori, presso il Cinema Astra (oggi sostituito da un palazzo). E’ l’unica apparizione pubblica degli ODEIA, che non terranno altri concerti, ne’ registreranno mai i loro brani per conto proprio, ne’ tantomeno entreranno mai in una sala di registrazione. Insomma, suonavano veramente per puro divertimento ed amore per la musica senza alcuna velleita’ di lucro, che infatti non li ha mai sfiorati. Il gruppo aveva tenuto in realta’ altri due concerti, uno nel febbraio ed un altro a maggio dello stesso anno, presso due istituti superiori (liceo scientifico prima e liceo classico dopo) per i soli allievi. Il concerto al Cinema Astra si tiene l’ultimo giorno di lezione prima delle vacanze di Natale – e’ un sabato 22 dicembre - e prevede un prezzo simbolico di appena 1000 lire pro ARCI (per i diversamente anziani che non hanno vissuto quel periodo diciamo che 1000 lire corrispondono tecnicamente a 0,52 euro al cambio, ma come potere di acquisto corrispondono in realta’  ad 1 euro di oggi). A tale prezzo il cinema si riempie, circa 1000 persone.

Gli stessi musicisti, che gia’ l’anno dopo erano di fatto andati ognuno per la propria strada lavorativa, non si sono mai preoccupati di tenere alcuna registrazione delle proprie opere. Se oggi le possiamo ascoltare si deve al fatto che qualcuno registro’ quel concerto ed io, amico sia dei membri del gruppo che del “registratore” me ne procurai una copia che ho gelosamente ascoltato e custodito in questi decenni. Ho sempre pensato che se solo avessero continuato, sarebbero diventati gli eredi del Perigeo, che ricordano molto da vicino per la cura delle costruzioni musicali. Perigeo che si era sciolto proprio in quel periodo.

Il nome ODEIA lo stabilisce il bassista del gruppo – Rino Sarcina – che così spiega la genesi del nome “all’epoca ero studente di Architettura ed avevo studiato che nell’antica Grecia le strutture dedicate al teatro ed alla rappresentazione si chiamavano Odeon (nome che ricorre spesso ancora oggi in teatri e cinema) mentre quelle dedicate al canto ed alla musica si chiamavano Odeia; … noi facevamo musica … e quello fu il nostro nome di battaglia” , ed e’ un nome che ricorre nel tempo, dato che anche oggi, ad esempio, lo si ritrova in alcune associazioni culturali italiane ed in un gruppo di musica da camera jazz - folk francese.

I membri del gruppo, che in quegli anni avevano un’eta’ compresa tra 20 e 30 anni, erano:

Gino VENA (sax vari)
Tommaso “Tommy” GANGAI (piano Fender, Hammond, Synth)
Rino SARCINA (basso)
Gino CARBONE (chitarra)
Filippo CHIUMEO (batteria e percussioni)

Oggi, a distanza di tempo, Gino Vena, ordinario presso l’Universita’ di bari, e’ un nome della dermatologia italiana; Tommy Gangai gestisce un ingrosso di attrezzature per la grafica e serigrafia; Rino Sarcina e’ architetto; Gino Carbone e’ membro dei Carabinieri  e Filippo Chiumeo e’ impiegato in una societa’ di distribuzione di energia e metano. Nella prima formazione non c’e’ il chitarrista. Si suona in quattro ma i brani, per quanto si autosostengano, risultano sempre un po’ zoppi – manca qualcosa – il quinto uomo arrivera’ nell’ultimo anno e risultera’ decisivo nell’arrangiamento finale dei pezzi (infatti uno dei pezzi eseguiti doveva chiamarsi in origine proprio “Il quinto uomo” ma fu ribattezzato “Semiramide”).

ODEIA – Concerto al Cinema Astra, Barletta, 22 Dicembre 1979

Durante quel concerto eseguirono 8 brani in tutto, frutto dei due anni di musica fatta insieme presso uno scalcinato cantinato prima (il sottoscala della rivendita di automobili del padre di Tommy Gangai) e successivamente presso un capannone industriale abbandonato dello zio di Gangai (… quando si dice avere una famiglia comprensiva …). Il genere musicale suonato, che nella sua originalita’ ricorda molto il Perigeo, e’ fatto da brani che presentano linee melodiche molto belle, spesso con cambi di tempo e ritmica sofisticata.  Una cosa che colpisce e’ l’assoluta mancanza di un leader che sovrasti gli altri; i brani sono di fatto composti da tutti ed i pieni strumentali sono dati da linee musicali molto semplici che ognuno suona senza uso di inutili virtuosismi ma che, insieme, producono un effetto orchestrale strepitoso (illuminante a tale proposito la seconda parte di Bambu’ eseguita addirittura in 13/4). Praticamente nessun brano mantiene lo stesso tempo dall’inizio alla fine (in questo sono molto “prog”) divertendosi i compositori a cambiare spesso le carte in tavola – appare evidente lo spirito compositivo del batterista, Filippo Chiumeo, che non amava “addormentarsi” pigiando sempre gli stessi tamburi ma che preferiva “cambiare” spesso e volentieri, trovando ricettivita’ nei colleghi le cui porte erano sempre spalancate alle novita’ divertenti. Trattandosi di brani esclusivamente strumentali, i titoli erano messi unicamente per necessita’ di catalogazione, sulla base dell’umore del momento, con alcune eccezioni:

- “A Demetrio”, come si intuisce, e’ dedicato a Demetrio Stratos, cantante (e non solo) degli Area, scomparso prematuramente quello stesso anno
- “Bambu’” -  ai membri del gruppo la melodia ricordava molto l’Africa ed i suoi suoni, e cosi’ hanno intitolato il brano Bambu’ (che infatti non si trova solo in Asia come si crede, ma anche nell’Africa sub – sahariana e in Madagascar)
- “Salto nel vuoto“ lo stavano provando da alcune settimane e non aveva ancora un titolo, le prove si svolgevano nel famigerato cantinato della rivendita di auto, a cui si accedeva attraverso una micidiale scalinata – un giorno, presenti tutti i musicisti tranne uno, ritardatario abituale, si vede scendere la famosa scalinata dal finalmente giunto ultimo musicista che, tentando di fare un ingresso trionfale, inciampa malamente e percorre l’ultimo (lungo) tratto usando il sedere al posto dei piedi – constatata l’integrita’ fisica del bassista Rino Sarcina (unica vittima il suo sedere) risata generale e titolo trovato.

Ho volutamente incluso, come intro, la presentazione che il gruppo fa di se’ ad inizio di concerto – una quarantina di secondi in tutto - ma a mia memoria e’ una delle presentazioni piu’ sgarrupate mai udite, il che dimostra ancora una volta che l’animo di questi musicisti era solo quello di suonare la propria musica, senza inutili chiacchiere (con le quali peraltro non erano a proprio agio).

All’epoca gli Odeia favoleggiavano sulla opportunita’ o meno di realizzare un album – ricordo a chi legge che non esistevano i CD e si viaggiava ad LP, la cui durata tipica variava da 30 a 45 minuti circa. Era gia’ pronto il titolo “Salto nel vuoto” con un evidente doppio significato, sia riferito al brano in questione che al salto nel buio che compie ogni gruppo alle prime armi quando si vuole proporre sul mercato – ed e’ proprio questo il nome che ho scelto per la compilation che vi propongo. Col materiale del Live all’Astra oggi si farebbe un cd pieno pieno – all’epoca si poteva tranquillamente tirare fuori un LP doppio o due LP singoli – e questo, si badi bene, col solo materiale eseguito in concerto. Ma i tempi erano quelli che erano – alcuni membri del gruppo erano gia’ impegnati col lavoro - e comunque, pure volendo, dove si andava? Le piazze realmente valide, anche solo per proporsi, erano a non meno di 500 km dalla Puglia, e cosi’ la passione musicale resto’ solo passione musicale.

Vale la pena di ricordare cosa fosse il settore musicale, a quell’epoca, in una zona del Sud Italia come Barletta riportando alcuni episodi, veri e significativi dei sacrifici che un musicista doveva affrontare.

Episodio 1 – gli Odeia si iscrivono ad un concorso musicale sbandierato come nazionale – scoprono che i partecipanti sono appena una decina – il concorso, a voler essere larghi, e’ poco piu’ che condominiale – si tiene alla “Spiaggia della Salute” (un nome una garanzia: per la cronaca vi sfociava anche il principale collettore fognario di Barletta) – si classificano secondi – non e’ rimasta alcuna traccia dei primi classificati che, come poi si e’ scoperto, erano parenti del gestore.

Episodio 2 ovvero cosa si deve fare per suonare – il gruppo ottiene la possibilita’ di suonare in un locale molto fuori mano – serve la macchina per caricare gli strumenti ed i musicisti – e’ disponibile solo la Fiat 126 di uno di loro (per chi non conoscesse questa gloriosa auto nazionale si procuri delle foto e le compari con quelle di una scatoletta di tonno; non notera’ differenze sostanziali) – gli strumenti sono caricati all’esterno sul tetto – i 5 (dicasi cinque) musicisti sono stipati all’interno con un Tommy Gangai che si accorge di avere le scarpe inzuppate di acqua estremamente puzzolente (un’acqua di spurgo di un tombino ? una pozzanghera di acque reflue ? vai a sapere) – ebbene, l’intero viaggio e‘ fatto con i piedi di Tommy FUORI dal finestrino per le giuste rimostranze dei compagni di viaggio.

Episodio 3 – Gli Odeia provavano all’inizio nel comodo e spaziosissimo cantinato della rivendita di auto del padre di Tommy Gangai – Cosa li porta a trasferirsi dall’altra parte della citta’, nello scomodo magazzino dello zio di Tommy, praticamente all’aria aperta ? La nuda verita’ risiede nel fatto che negli ultimi mesi il cantinato si era completamente allagato per una risalita della falda - appena una decina di centimetri – e l’ingegnoso Tommy aveva completamente riempito il cantinato stesso con una serie di vecchi copertoni di auto sui quali aveva disteso una serie di tavoloni di legno (praticamente il, diciamo cosi’, palcoscenico). Sulle tavole cosi’ poste, il gruppo aveva sistemato tutta la strumentazione, pensandola al sicuro (?!?!) dall’acqua. L’avere quasi totalmente apparecchiature elettriche a 220 Volt ha fortemente consigliato il trasloco (perche’ va bene l’amore per la musica ma c’e’ un limite a tutto). Breve annotazione: e’ evidente che i Pink Floyd, col loro concerto a Venezia di venti anno dopo, fatto in mezzo al mare di fronte a Piazza San Marco, non hanno inventato niente...

ODEIA – Prove, provini, provette (Bonus Tracks)

Per non farci mancare proprio niente ci sono anche (udite ! … udite ! …) delle “bonus tracks” (e scusate se ci siamo montati la testa …).

Bonus tracks che pero’ vanno spiegate... Il caso volle che il sottoscritto si recasse diverse volte ad assistere alle prove del gruppo e registrasse quanto eseguito usando un semplice registratorino portatile ad audiocassette dotato di microfonino incorporato: oggi farebbe inorridire ma all’epoca quello passava il convento. Chiamamo questi brani, con molta fantasia, “brani in studio”, anche se erano suonati nel capannone dello zio di Gangai, nell’unico spazio disponibile non ancora invaso da vecchi motori industriali arrugginiti, calcinacci vari e residui di lamiere. E questo senza alcun rivestimento alle pareti per attutire almeno il riverbero. Come il destino volle la registrazione riusci’ abbastanza bene e quello che potete ascoltare sono le prime versioni di alcuni dei brani poi eseguiti nel famoso concerto all’Astra. I primi tre pezzi sono eseguiti nella formazione a 4, senza il chitarrista – solo gli ultimi due brani sono stati registrati a formazione completa. E’ molto interessante osservare come i pezzi si siano trasformati e completati dopo l’ingresso di Gino Carbone alla chitarra.

Alcuni membri degli ODEIA ancora oggi suonano attivamente, per conto proprio, e sempre per pura passione. Beati loro.

LINK CD 1 Live Barletta 1979
LINK CD 2 Prove, provini, provette

Post by Giudas with a little help from Captain

3 commenti:

  1. Che meraviglia!
    Una perla nascosta? Forse no...: chi, come me, comincia oramai a ragionare sulla pensione, ricorda benissimo il fermento musicale di quegli anni, irripetibili!
    Tutta l'Italia era pervasa di "complessi" formati da ragazzi talentuosi, che con grande professionalità replicavano, in maniera molto originale, le sonorità di quei tempi..., e ce ne era di fonti a cui ispirarsi!
    Personalmente ricordo che nella mia città, Salerno, agiva un gruppo di ragazzi che suonavano un jazz rock meraviglioso, fortemente ispirato al Perigeo: ne ho dimenticato il nome, povero me!!
    Un abbraccio e grazie per esserci.

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  2. Questi Odeia sono un portento: brani di qualità eccelsa,che trasmettono emozioni purissime.E' stato eseguito un restauro audio davvero notevole. Gli aneddoti sono spassosissimi. Grazie infinite.

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  3. Ora ricordo come si chiamava quel gruppo: "Circolo Polare Artico".
    Era un gruppo di fantastici strumentisti che, come detto, era attivo sulla scena musicale salernitana, in particolare nell'ambiente jazz-rock e progressivo.
    Il chitarrista si chiamava Gigino e suonava una Gibson diavoletto rosso bordeau, il percussionista era Antonello Mercurio, oggi direttore del coro voci bianche al Teatro Verdi di Salerno.
    Qualcuno di voi ha notizie di questo gruppo?
    Credetemi, sarebbe un vero scoop se si riuscisse a trovare del materiale.
    Un abbraccio.

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