Aurea Carmina (su testi di Pitagora) - Prima esecuzione (19:19)
Per baritono, voce bianca, coro e orchestra
Registrato da RadioRAI a Roma, presso l'Auditorium di Santa Cecilia, il 2 Aprile 1989 - First time on the web
"Accostandosi ad un testo straordinario e significativo come “I Versi d'Oro” si ha la conferma che Pitagora possedeva quel sapere e quella saggezza che scavano in profondità nell'essenza delle cose. Armonizzava e metteva in relazione conoscenze e discipline considerate lontanissime tra loro, con un senso e un significato unificante e totale. Pitagora è attuale e vicino alla sensibilità e alle percezioni psichiche ed emozionali della nostra epoca, divisa nelle sue scelte e attraversata da suggestioni musicali diverse e lontane tra loro. Oggi è necessario seguire un cammino, ritrovare una relazione e un valore dimenticati insieme a molti aspetti della musica non considerati o addirittura evitati. In quest'itinerario dell'anima verso la perfezione un ruolo primario è affidato alla musica.
Se ad un livello conoscitivo esso aveva costituito il modello per configurare la struttura del mondo, nella dimensione etica la musica offre lo strumento per organizzare il comportamento umano secondo sapienza. L'esercizio della musica e delle attività ad essa connesse, come la danza, è educazione della mente e del corpo, in quanto ammaestra nei valori dell’armonia e del ritmo, che sono essenziali per lo sviluppo della persona. Ma la musica, all'ascolto, è anche la via diretta attraverso cui la voce intima della realtà perviene all'anima, senza la mediazione precaria e ingannevole della materia. Essa è percezione ed espressione dei sentimenti; e poichè questi, come ogni fenomeno del reale, riconducono la loro essenza ai rapporti numerici, sarà possibile produrre determinati effetti nella psiche in relazione ai diversi modi, individuati dalla successione degli intervalli.
Se musica e anima sono la stessa cosa, nelle leggi della musica si dovrà cercare la natura dell'anima, scoprire il segreto delle sue aspirazioni, che il trauma della materia confonde e occulta. Musica e numero, in una simbiosi che nell'essenza profonda del reale si rivela come identità, affermano il valore supremo della proporzione, a cui si conforma l'armonia della vita universale. Nella proporzione l'anima riconosce quest'armonia di cui essa è parte, e attraverso questo processo d'identificazione realizza la propria autenticità. Nella conoscenza di sè risiede il fine dell'uomo, e questa si ottiene grazie alla sensazione del bello, il quale nasce dall'esperienza della proporzione.
Ma il numero è anche la norma del vero; e dunque bellezza e verità coincidono, al punto in cui si annullano anche le differenze fra razionalità e intuizione, categorie di un pensiero che si è separato dalla totalità del reale, di cui invece la musica è segno, nel suo essere partecipe di entrambe. Nell’armonia universale rientra pure l'azione dell'uomo, secondo il concreto svolgersi dei suoi comportamenti. Uniformarsi a tale misura dell'essere è il dovere e il premio della vita umana.
"Conosci il ritmo che possiede gli uomini" aveva detto, qualche tempo prima di Pitagora, il poeta Archiloco; e quest'ammonimento solenne diviene la linea portante della sua dottrina etica. Devozione verso gli dei e comprensione per gli uomini anche quando sono nell'errore, temperanza nelle cose necessarie della vita e fermezza nel dolore, rispetto della dignità propria e giustizia di fronte al mondo, meditazione sui propri atti e purificazione dell'interiore sono i grandi precetti, in cui la sapienza pitagorica individua la strada per raggiungere l'equilibrio fra la condizione umana e l'ordine nell'universo."
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Per baritono, voce bianca, coro e orchestra
Registrato da RadioRAI a Roma, presso l'Auditorium di Santa Cecilia, il 2 Aprile 1989 - First time on the web
"Accostandosi ad un testo straordinario e significativo come “I Versi d'Oro” si ha la conferma che Pitagora possedeva quel sapere e quella saggezza che scavano in profondità nell'essenza delle cose. Armonizzava e metteva in relazione conoscenze e discipline considerate lontanissime tra loro, con un senso e un significato unificante e totale. Pitagora è attuale e vicino alla sensibilità e alle percezioni psichiche ed emozionali della nostra epoca, divisa nelle sue scelte e attraversata da suggestioni musicali diverse e lontane tra loro. Oggi è necessario seguire un cammino, ritrovare una relazione e un valore dimenticati insieme a molti aspetti della musica non considerati o addirittura evitati. In quest'itinerario dell'anima verso la perfezione un ruolo primario è affidato alla musica.
Se ad un livello conoscitivo esso aveva costituito il modello per configurare la struttura del mondo, nella dimensione etica la musica offre lo strumento per organizzare il comportamento umano secondo sapienza. L'esercizio della musica e delle attività ad essa connesse, come la danza, è educazione della mente e del corpo, in quanto ammaestra nei valori dell’armonia e del ritmo, che sono essenziali per lo sviluppo della persona. Ma la musica, all'ascolto, è anche la via diretta attraverso cui la voce intima della realtà perviene all'anima, senza la mediazione precaria e ingannevole della materia. Essa è percezione ed espressione dei sentimenti; e poichè questi, come ogni fenomeno del reale, riconducono la loro essenza ai rapporti numerici, sarà possibile produrre determinati effetti nella psiche in relazione ai diversi modi, individuati dalla successione degli intervalli.
Se musica e anima sono la stessa cosa, nelle leggi della musica si dovrà cercare la natura dell'anima, scoprire il segreto delle sue aspirazioni, che il trauma della materia confonde e occulta. Musica e numero, in una simbiosi che nell'essenza profonda del reale si rivela come identità, affermano il valore supremo della proporzione, a cui si conforma l'armonia della vita universale. Nella proporzione l'anima riconosce quest'armonia di cui essa è parte, e attraverso questo processo d'identificazione realizza la propria autenticità. Nella conoscenza di sè risiede il fine dell'uomo, e questa si ottiene grazie alla sensazione del bello, il quale nasce dall'esperienza della proporzione.
Ma il numero è anche la norma del vero; e dunque bellezza e verità coincidono, al punto in cui si annullano anche le differenze fra razionalità e intuizione, categorie di un pensiero che si è separato dalla totalità del reale, di cui invece la musica è segno, nel suo essere partecipe di entrambe. Nell’armonia universale rientra pure l'azione dell'uomo, secondo il concreto svolgersi dei suoi comportamenti. Uniformarsi a tale misura dell'essere è il dovere e il premio della vita umana.
"Conosci il ritmo che possiede gli uomini" aveva detto, qualche tempo prima di Pitagora, il poeta Archiloco; e quest'ammonimento solenne diviene la linea portante della sua dottrina etica. Devozione verso gli dei e comprensione per gli uomini anche quando sono nell'errore, temperanza nelle cose necessarie della vita e fermezza nel dolore, rispetto della dignità propria e giustizia di fronte al mondo, meditazione sui propri atti e purificazione dell'interiore sono i grandi precetti, in cui la sapienza pitagorica individua la strada per raggiungere l'equilibrio fra la condizione umana e l'ordine nell'universo."
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Post e cover by Captain, all the rest by Abulqasim
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