TRACKLIST :
01 Muni's Mood
02 Beethoven's 7th
01 Muni's Mood
02 Beethoven's 7th
03 Windy Wendy
04 Stairway to Heaven
05 Innervoice
06 Escalation
07 Angel Drops
08 Bahia
09 Take Care
04 Stairway to Heaven
05 Innervoice
06 Escalation
07 Angel Drops
08 Bahia
09 Take Care
Innanzitutto, ringrazio di cuore l'amico Vlad Tapes del blog Isle Full of Noises, e mi scuso pubblicamente con lui per aver tenuto in stand by troppo tempo diversi suoi contributi. Prometto di smaltire il tutto nei prossimi tempi... Per quanto riguarda l'autore dell'album, il grande Gian Piero Reverberi, credo non abbia bisogno di presentazioni: oltre ad una manciata di album solisti e ad aver collaborato ad una ventina di colonne sonore, è stato arrangiatore/musicista/produttore/scrittore per una miriade di gruppi e cantanti, tutti tra i protagonisti della musica leggera a cavallo tra anni 60, 70 ed 80. Qualche nome tanto per intenderci: Mina, Fabrizio De Andrè, Lucio Battisti e Dalla, Ron, Luigi Tenco, Ornella Vanoni e non me ne vogliano i non citati (su wiki trovate la discografia completa). Per quello che riguarda il nostro amato prog italiano, forse non tutti sanno che Reverberi collaborò ai primi album dei New Trolls e fu pesantemente presente nell'intera discografia settantiana de Le Orme, dal singolo "Il profumo delle viole" del 1969 fino al 1979, anno in cui curò la produzione artistica di "Florian". Per concludere questa breve introduzione su Gian Piero Reverberi, non posso non consigliarvi una visita al blog "Alla ricerca del vinile perfetto", che ha dedicato un interessantissimo ed esaustivo articolo proprio all'incredibile carriera di Reverberi, sempre nell'ombra di grandi artisti.
Veniamo ora ad un veloce excursus by Captain del succo musicale nell'album in questione, la cui title-track, come molti avranno capito, è proprio una cover dell'immortale canzone dei Led Zeppelin. Grandiosa e decisamente progheggiante, seppur in ambito classico-orchestrale, è l'open track dell'album "Muni's Mood", che lascia ben sperare per il resto del disco. Più puramente classica è la versione Reverberiana della "Beethoven's 7th", che nel finale poi lascia alla chitarra elettrica il compito di "attualizzare" il maestro Ludwig Van. "Stairway to heaven": non da buttare la versione orchestrale dell'innarivabile capolavoro Zeppeliniano, anche se non penso si sentisse un gran bisogno di una siffatta versione, ma tant'è... Bella anche la funkeggiante "Escalation", con un finale pseudopsichedelico, fatto di cantilene, citazioni musicali ed esplosione a chiudere il tutto. Funky a manetta, con ottima chitarra elettrica annessa è anche la seguente "Bahia", ballabile e seventies come si usava. Tutti i brani che non ho citato finora sono quelli che non mi sono piaciuti e li ritengo il lato debole dell'album, ovvero quei pezzi soft un po' alla Papetti, che d'altronde bisogna pur vendere qualche album in più... Altro verbo non permane, se non l'augurio di un buon ascolto...
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Post by Captain & Vlad Tepes
Milione di grazie. This is better than fantastic!
RispondiEliminaMuchas gracias!! Desde Buenos Aires! Lo conocí cdo me enteré que era quien participó en los arreglos de Serrat.
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