TRACKLIST:
1 La
Carlevera/Sambera
2 Radio canta Elena
3 El Mat
4 Balon Combo
5 Neir
6 Paseo Colon
7 Soma la macia
8 La OEA es Cosa de
Risa (Carlos Puebla cover)
9 El Mat (bis)
10 Mustafaj
11 - BONUS TRACK - Angola
(live a Roma, 16 giugno 1994)
FORMAZIONE (probabile)
Luca Morino: voce, chitarra acustica
Fabio Barovero: fisarmonica, cori
Tatè Nsongan: percussioni, cori
Davide Rossi: violino
Valerio Corzani: tub bass
Davide Graziano (guest): percussioni
A fine anni Ottanta
dalla Francia, che scopriva in quegli anni gioie & dolori della società
multietnica, giunsero buone notizie: gruppi come Les Negresses Vertes, i Mano
Negra e, in un contesto ancora più mainstream, i Gipsy Kings, furono la
dimostrazione lampante di come proprio le minoranze etniche potessero, una
volta insediate in Occidente, essere un ponte tra culture capace di dare nuova
linfa a esperienze artistiche ormai allo canna del gas. I loro concerti, fatti
di sudata patchanka, di ritmi e strumenti africani e orientali che si
aggiungevano a consolidate strumentazioni rock, furono per qualche tempo
un’utopica isola in cui, veramente, la diversità diventava occasione, novità,
spinta propulsiva.
Se in Italia c’è
stato un gruppo che per forza, capacità compositiva e impatto live, può
affiancarsi ai suddetti archetipi francesi, il nome che si impone è quello dei
torinesi Mau Mau, formati a fine 1990 da Luca Morino, Fabio Barovero e dal camerunense Tatè Nsongan. Nati da un costola dei Loschi Dezi
(esperienza di fine 80 che guardava ai Mano Negra: ne riparleremo, se vorrete),
i Mau Mau, nella loro formazione base di chitarra, fisarmonica e percussioni, si
accostano invece maggiormente a Les Negresses Vertes, che poco prima, nel 1988, avevano fatto registrare un inatteso successo,
anche in Italia, con la loro Zobi la
Mouche. Dalla strada ben presto i Mau Mau, che coniano per sé l’epiteto di
“Acustica Tribù”, passano allo studio di registrazione grazie all’etichetta Vox
Pop che crede in loro producendogli i primi tre fondamentali album. In
particolare, la coppia iniziale (“Sauta
Rabel”, 1992 e “Bass Paradis”, 1994) è magistrale e delinea linee
stilistiche inedite in Italia, a cominciare dall’uso del dialetto piemontese
che caratterizza gli straordinari testi di Luca Morino, testi centratissimi
giocati tra ironia, invettive e coscienza civile.
Per quanto oggi
ricordati assai meno di quanto meriterebbero (paragonati, ad esempio, ad
esperienze coeve per certi versi assimilabili come la Bandabardò e i Modena
City Ramblers), i Mau Mau furono gruppo seminale come pochi altri: tra gli
ultimi a riconoscere la loro influenza c’è, per esempio, il cantautore romano Mannarino. Dopo la storica
doppietta iniziale cui prima si alludeva, i Mau Mau procedettero a elettrificare
progressivamente la propria musica, intensificando in parallelo l’uso
dell’italiano. Se il gioco ancora regge su alti livelli con “Viva Mamanera” (1996), da “Eldorado” in poi sembra mostrare la
corda: l’ispirazione comincia qua e là a latitare, si affaccia un po’ di
mestiere, e anche i favori del pubblico a poco a poco scemano fino a portare al
2002 alla separazione, seguita poi negli anni successivi da alcune reunion, sottolineate
da altri due dischi (l’ultimo è del 2016), nessuno dei quali smuove più di tanto
le acque.
Il live che vi proponiamo,
a quanto ne sappiamo inedito in rete, è relativo a uno show trasmesso all’epoca,
credo, da Videomusic. Lo registrai dapprima in VHS, per poi riversarlo in
cassetta, dal rippaggio della quale ecco a voi questa caldissima esibizione
giocata in casa (data e location non mi sono purtroppo note) alla presenza di
un pubblico adorante. La fanno da padrone i classici degli inizi (la paraculetta
hit “La Ola” è ancora da venire),
tratti dal primo EP “Soma la macia” e
dal primo Lp “Sauta rebel”: si tratta di autentici inni come “El mat”, “Radio canta Elena” e “Mustafaj”, cui si aggiunge “Balon Combo”,
un’anticipazione del successivo
capolavoro “Bass paradis” che
apparirà l’anno seguente. Una chicca, inedita altrove, è la versione di “La OEA es cosa de risa”, una rilettura
di un pezzo di Carlos Puebla, storico autore cubano della Rivoluzione. Non è
chiaro, in questo brano, chi sia la voce che intona le strofe: non è certo quella
di Luca Morino, sembra quella di un anziano, ma non essendo annunciato, davvero
non saprei identificarlo.
La stessa cassetta reca in coda un’inedita “Angola”, pescata nel repertorio della capoverdiana Cesaria Evora, tratta da un live a Roma del 16 giugno 1994. Ho pensato di includere anche questo pezzo, come bonus track.
In quello stesso
1993, per una serie di giochi del caso che non vi sto a dire, ebbi la fortuna
di assistere dal vivo a vari concerti dei Mau Mau: vi assicuro che l’impatto
era davvero folgorante, e che poche cose all’epoca erano vive e vibranti come
la loro musica. La formazione
indicata, se è sicura per i primi i membri fondatori e per l’ospite Davide
Graziano, è più incerta per gli altri due nomi indicati, anche se sembra
probabile la presenza di Davide Rossi e Valerio Corzan, all’epoca collaboratori
stabili dei Mau Mau.
Ultima cosa: le foto che corredano il post (per le quali ringraziamo Danilo Jans) sono relative a un live di due anni dopo: purtroppo non siamo riusciti a reperire alcuno scatto risalente al 1993.
POST SCRIPTUM SENTIMENTALE- So
che non è prassi della Stratosfera dedicare i propri post, ma, se il Capitano
me lo concede, vorrei indirizzare questo scritto agli amici musicisti con cui,
a partire proprio dal 1993, ho avuto la fortuna di condividere un’esperienza
musicale che già dai nomi iniziali (Bau
Bau, poi Tribù Acustica, poi Altrocanto) dichiarava con amore il suo ispirarsi
a questi torinesi che al tempo ci fecero capire che un’altra musica era
possibile.
Ed era meravigliosamente bella.
Personalmente ritengo i Mau Mau, per la scrittura e le capacità interpretative, molto più interessanti dei Les Negresses Vertes (fermo restando che a loro si rifanno, perlomeno all'inizio). Valutate se pubblicare i primi due EP (Paseo Colòn e Soma la macia) che contengono versioni mai pubblicate (che io sappia) in digitale.
RispondiEliminaGrazie Andrea di questo ottimo live, i Mau Mau li ho visti anch'io in concerto e ricordo ancora quell'atmosfera festosa che si creava tra il pubblico. Fra i gruppi di quel periodo mi piacevano molto anche i Loschi Dezi.
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