martedì 3 dicembre 2019

Serie "Historic prog bands live in Italy" - Capitolo 61 - Henry Cow, Festa di Unità Proletaria, Cervia (RA), 23 luglio 1978 (with bonus mini CD live 1975)


TRACKLIST CD 1:

01. +Soundcheck + Stage Intro
02. Viva Pa Ubu (cont'd) / The Big Tune
03. The March
04. Half The Sky Intro / Falling Away 1 
05. Woodwind intro / Falling Away 2
06. Improvisation


TRACKLIST CD 2:

01. Slice
02. Look Back
03. Industry
04. Waking Against Sleep
05. Ruins Variations-Free-Virgin Of Illinois
06. Scotland the Brave / Half The Sky


LINE UP

Fred Frith: guitar, bass, viola, vibes
Tim Hodgkinson: keyboards, treated guitar, alto and baritone sax, clarinet
Lindsay Cooper: bassoon, oboe, soprano, recorder
Anne-Marie Roelofs : trombone, violin, toys
Chris Cutler : drums, percussion, noises


Cari amici stratosferici, siamo oggi alle prese con gli Henry Cow, quasi certamente la band più coraggiosa, rivoluzionaria, sperimentale e sinceramente alternativa di tutta la scena musicale inglese. Nata a Canterbury nel 1968, si è soliti considerarla canterburiana di adozione per gli importanti contributi dei musicisti a quella scena. Fred Frith suonò spesso con Robert Wyatt, Lindsay Cooper con Egg e Steve Hillage, entrambi anche con Mike Oldfield, John Greaves con i National Hrealth e via discorrendo. Musica molto difficile quella degli Henry Cow (e questo concerto ne è una testimonianza), solo occasionalmente riconducibile alle classiche armonie della scuola di Caanterbury, ma soprattutto una consapevole politica pressoché unica nella scena rock. Fred Frith e Tim Hodgkinson furono i due fondatori. Il nome della band derivò da quello del compositore americano Henry Cowell (quindi nulla a che fare con la "mucca Henry"), maestro di Gershwin e Cage. Fin dagli esordi, con le copertine dei primi album caratterizzate dal calzettone che cambiava di colore ad ogni uscita, combinarono rock e sperimentalismo, teatro di strada, spirito dadaista e citazioni colte. Gli Henry Cow presero forma definitiva nel 1973, specie nei concerti live, accompagnando tra l'altro Mike Oldfield nella versione dal vivo di "Tubular Bells".  Cooptati dalla Virgin pubblicarono nel 1973 il loro primo storico LP, "Legend" (calzettone rosso e grigio). Secondo il batterista Chris Cutler le fonti di ispirazione abbracciarono Zappa e Beefheart, i Pink Floyd di Syd Barrett, i Soft Machine, Sun Ra, John Coltrane e Stockhausen, per arrivare a Magma e Faust. Un melting pot di suoni e di sonorità multiformi che resero unico il sound degli Henry Cow. Nel 1974 entrò nel gruppo la fagottista Lindsay Cooper (scomparsa nel 2013) , autrice di una ulteriore complessità dei suoni già piuttosto contorti, 


Seguì una fusione artistica con il trio anglo tedesco Slapp Happy che portò l'organico a otto elementi, più vari ospiti occasionali: il frutto di questa joint venture furono gli album "Desperate Straights" e "In Praise of Learning", entrambi pubblicati nel 1975. 
Le esibizioni live non si contarono, privilegiando consessi dove la lotta politica era dominante, Italia inclusa, nella quale gli Henry Cow stazionarono a lungo condividendo battaglie politiche di grande rilevanza all'epoca. Una selezione dei nastri dal vivo del periodo 1973-75 trovò posto sul doppi LP "Concerts", con alcuni estratti dal famoso tour nelle capitali (Londra, Parigi, Roma), con Robert Wyatt ospite sul palco, poco dopo l'incidente. La nascita del movimento "Rock In Opposition" (RIO), di cui gli Henry Cow furono artefici, segnò ancor di più il divario con la restante scena musicale e ancor di più con la Virgin, ben lieta di liberarsi di un gruppo scomodo, anti commerciale per scelta, dichiaratamente socialista e per nulla redditizio. E fu così che nel 1977 il contratto venne lasciato scadere. 


Nell'ultima parte della loro storia musicale il gruppo si ridusse a quartetto (Frith, Cutler, Hodgkinson e Cooper) per per poi trasformarsi in Art Bears. Il 1978 segnò la fine degli Henry Cow che incisero un ultimo album, "Western Culture" (caratterizzato, oltretutto, da una copertina orrenda, ripresa anche nel bootleg qui postato) ed effettuarono un farewell tour per salutare definitivamente i fan rimasti. Gli Art Bears sono invece un'altra storia e presto saranno ospiti su queste pagine. 


Il concerto che vede protagonisti gli Henry Cow è stato registrato il 23 luglio 1978 a Cervia, in provincia di Ravenna, in occasione della Festa di Unità Proletaria, giusto per non smentire l'impegno politico della band. Ne esce un doppio CD che raccoglie parte del canto del cigno "Western Culture", pubblicato nello stesso anno, con qualche traccia ripescata dal passato. Il concerto, lo premetto, non è di facile ascolto e i musicisti si lasciano andare a lunghi strumentali dal tono marcatamente free, liberi da schemi,  che raggiungono l'apice nella lunga "Improvisation", posta a chiusura del primo disco. Il quartetto è qui arricchito dalla presenza di Anne-Marie Roelofs, al trombone e violino. Il bootleg, non raro ma nemmeno di non facilissima reperibilità, è caratterizzato da una ottima qualità sonora. Io ho sempre amato gli Henry Cow: non so voi. Me lo direte nei commenti. 


BONUS CD
Henry Cow in Concerto 1977 
(vinile 7" - allegato al n. 4 della rivista "Gong")


TRACKLIST:

Parte I
01. Beautiful as the Moon - Terrible as an Army With Banners

Parte II
02. Udine


LINE UP

Fred Frith - guitar, piano, violin, xylophone
Lindsay Cooper - bassoon, flute, oboe, recorder, piano 
Chris Cutler - drums, piano Dagmar Krause - voice, piano  
John Greaves - bass guitar, voice, celeste, piano 
Tim Hodgkinson - organ, clarinet, alto saxophone 


Stratosferico bonus mini disc come compendio al concerto del 1978. Nel lontano 1977 il n. 4 della rivista "Gong" (unforgettable!), "mensile di musica e cultura alternativa", come recitava il sottotitolo, regalò ai suoi lettori un 7" ovviamente in vinile, che girava a 33 giri, contenente tre brani distribuiti su due facciate per u totale di 16 minuti di musica live. Le registrazioni risalgono al 1975, anche se non è certa la provenienza dei due brani collocati sulla prima facciata (probabilmente risalenti al 27 giugno 1975 a Roma, in piazza Farnese), mentre certamente, come indica il titolo, il brano posto sul lato B venne registrato al Palamostre Auditorium di Udine il 13 ottobre 1975. Il disco, citato anche in alcune discografie (vedi Discogs), è oramai praticamente introvabile. 


Si conclude qui la cavalcata live dedicata agli Henry Cow live in Italy. Un ultimo ringraziamento all'amico Danilo e al suo blog "Music Italy 70" dal quale ho tratto alcune immagini. 
A tutti voi auguro il consuete buon ascolto



Post by George


9 commenti:

  1. Li conoscevo di fama, ma non li avevo mai ascoltati: arrangiamenti anticonvenzionali, frizzanti, sorprendenti. Grazie infinite super-George.

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  2. questo concerto mi mancava.....fra i più grandi sperimentstori, sono ancora avanti anni luce!

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  3. tempo fa vi avevo inviato un altro concerto degli Henry Cow, se non erro....

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  4. certo che l'improvvisazione è un filino ostica.Me ne rendo conto...

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. Ahimè, possiedo il dischetto di Gong dal '77, mi sento vetusto.

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  7. Se pubblicaste il live inviato da Osel sarebbe cosa graditissima: ringrazio anticipatamente.

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  8. ho inviato ora due concerti del 77....se possono interessare

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  9. Tranquillo. Sta per arrivare, con qualche sorpresa

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