venerdì 12 marzo 2021

Serie "Just One Record" vol. 9 - Jet Lag - 2001 - Delusione Ottica

 

TRACKLIST:

01. Il Camaleonte
02. King of fools
03. Illusione prospettica
04. Castelli di rabbia
05. Delusione ottica
06. Audio poker
07. Re Nudo
08. Elusione ottica
09. Mare nostrum

Bonus track
10. Pictures of a City (King Crimson cover)


FORMAZIONE

Saverio Autellitano - organo Hammond, sintetizzatore, piano Fender Rhodes, pianoforte, didjeridoo
Bruno Crucitti - batteria, percussioni
Fabio Itri - chitarra acustica ed elettrica (6 e 12 corde), voce
Marco Meduri - basso elettrico
Luca Salice - flauto traverso, voce


Premessa by George
Per la serie "Just One Record" sono oggi di scena i Jet Lag con il loro unico album, "Delusione Ottica", pubblicato nel 2001 dall'etichetta Lizard. Peccato che non ci sia più stato un seguito. Il contributo giunge dal nostro caro amico e collaboratore Gaetano Simarco che, ovviamente, ringrazio a nome di tutto il popolo della Stratosfera per avere voluto condividere questo gioiellino. A lui la parola.

Recensione by Gaetano Simarco
Ho avuto modo di assistere una sera di alcuni anni fa ad una loro esibizione presso il campus dell’Università della Calabria di Rende (CS) rimanendo letteralmente colpito per quanto proposto durante lo show. Così a fine concerto fui ben lieto di acquistarne questo loro primo album realizzato nel 2001. Un album bellissimo, che vorrei condividere con gli amici della Stratosfera. Un sorprendente disco che costituisce l’esordio nello scenario progressive italiano per questi ragazzi di Reggio Calabria, quindi miei corregionali. Con testi rigorosamente in italiano, ad eccezione di King Of Fools cantata in inglese, è un album che trasuda una avvolgente energia, capace di amalgamare le sonorità dei ’70 coi contemporanei linguaggi del nuovo millennio. Suonato con perizia e abilità da veterani, grazie alla padronanza degli strumenti, con brani costruiti in maniera complessa nei quali i ragazzi estrinsecano una tecnica invidiabile, con un sound ricco di contaminazioni, grazie al flauto infuocato usato quasi come strumento principale, ad una potente e graffiante chitarra, mentre sezione ritmica, a dir poco trascinante, si mescola con organo Hammond, piano elettrico e synth dando un aiuto notevole per ampliare il fascino dell'album. Quest'ultimo comprende nove brani, che variano tra uno e sedici minuti, dei quali cinque strumentali, eseguiti attraverso solide esibizioni, caratterizzate da potenti riff, cambiamenti mutevoli e improvvise interruzioni. 


Apertura al fulmicotone con lo strumentale, energico e sorprendente Il camaleonte, brano che sprigiona un'energia che non può fare a meno di coinvolgere l'ascoltatore, dimostrando da subito un'innegabile abilità dei musicisti grazie alle articolate combinazioni di flauto, tastiere, chitarra e una sezione ritmica mai invadente. Kings of fool è l'unica proposta in inglese quasi un blues-rock, dalle armonie complesse. Illusione prospettica è un breve strumentale, il primo dei due intermezzi dell’album, molto piacevole e rilassante quasi a rompere un po' l’atmosfera iniziale al quale segue Castelli di rabbia, la prima con testo in italiano dove si dà sfogo ad un'esplosione di suoni, con flauto, chitarra, organo e sezione ritmica prominenti. Delusione ottica, brano che dà il titolo all’album, è un altro strumentale, nel quale si evidenziano fusioni tra jazz-rock e prog sinfonico grazie alle articolate combinazioni di tastiere, chitarra e flauto. Audiopoker, quasi un divertissemen, è altro breve strumentale che serve da introduzione alla successiva Re nudo, dove chitarra, basso, tastiere e batteria si rincorrono fino a che non entra il cantato. Elusione Ottica, eseguita con la chitarra da Fabio Itri, è l’unico brano acustico, una contemplativa e accattivante melodia dal sound mediterraneo, necessaria per affrontare la mini suite Mare nostrum, che con i suoi sei movimenti, nei sedici minuti finali dell’album, riassume quanto di buono fatto. Un brano impegnativo, dove ogni singolo musicista dimostra la propria consapevole elevata capacità esecutiva, a conferma di quanto già espresso, svelando ancora di più la grande abilità compositiva. Introdotta dal didjeridoo (antico strumento a fiato ad ancia labiale degli aborigeni australiani), prosegue con organo e percussioni, virtuosismi chitarristici, frammenti jazz, in un viaggio tra atmosfere taglienti e altre morbide, con repentini cambi di ritmo mescolati a momenti più calmi e più riflessivi, riuscendo a dosare sapientemente i vari strumenti senza mai trovarsi in affanno. Progressive allo stato puro, Nel 2004 incideranno nell’album tributo "The Letters – Un Unconventional Guide to King Crimson", la cover di Pictures of a City (brano tratto da "In the Wake of Poseidon"), qui inserita come bonus track
Buon ascolto



Post by George - Words & Music by Gaetano Simarco

10 commenti:

  1. Io lo trovo semplicemente straordinario. Puro prog anni '70. Più lo ascolto e più mi piace. Gaetano, riesci a recuperare la registrazione del concerto a cui hai assistito?

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    1. Carissimo George quando ti inviai la cartella con i files ho avuto anche io questa idea. Purtroppo, nonostante le richieste fatte ad alcuni ragazzi del mio paese di stanza al Campus, recuperarne qualcosa è abbastanza improbabile. Tra l'altro, più o meno nello stesso periodo, Terry Lee Hale (folksinger americano,)esibendosi all'aula magna ci regalò una esibizione unplugged di rara intensità, anch'essa cercata invano.

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  2. Personalmente ho trovato alcuni brani molto belli e alcuni decisamente deludenti (Castelli di sabbia, per esempio) anche se la bravura "tecnica" dei componenti è indubbia. Resta un album godibilissimo che mi sollecita una domanda: come mai gruppi così bravi non hanno avuto nemmeno un minimo di notorietà?
    Qualcuno sa rispondermi?
    Grazie sempre ai membri della crew.
    gG

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    1. Il mondo della musica è assai strano, non necessariamente i più bravi hanno successo, dipende se trovi un mangar e una casa discografica che ti spingono, dipende se la tua musica è in linea con i gusti del momento( in questo caso erano fuori tempo massimo per fare del prog, stava già spopolando il rap), se sei vendibile ecc.
      Ci sono molti musicisti di altissimo profilo che non riescono a trovare una etichetta con cui incidere e devono autoprodursi.....
      Lo stesso vale nella letteratura, ci sono autori stupendi che faticano a pubblicare per editrici minori mentre gente che non sa scrivere esce con Mondadori!
      E' il bello del mercato!
      Ho vari album di grande musica, italiana e non che sono finiti al macero e che nessuno ha comprato....è triste ma è così!

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    2. Per quel che posso capire è verissimo. Un motivo in più per lodare "Verso la stratosfera" che ci propone musica popolare e "conosciuta" ma anche (e soprattutto) musica quasi sconosciuta ma spesso (per me) eccellente!
      Grazieeeeee!!
      gG

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  3. Davvero un signor disco: grazie carissimi George e Gaetano!

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  4. Devo dare atto al mio fraterno Matthias Scheller, in quanto in una delle tipiche trasmissioni di fine anno, From Genesis to Revelation by Radio Popolare, nel Dicembre 2001 citò Delusione Ottica dei Jet Lag tra i lavori più interessanti di quell'anno, ed io ovviamente lo cercai immediatamente il giorno dopo. Grazie quindi Gaetano e George per aver stimolato in me il desiderio di riascoltarlo e di riapprezzarlo. Frank - One

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  5. Bellissimo album, ero scettico inizialmente ma non ha niente a che vedere con il famigerato new prog. Anche gran passaggi di piano

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