venerdì 6 maggio 2022

Chop Chop Band Story: a great superpost by Giudas (part I)


Breve premessa by George
Entriamo nella sfera della Chop Chop Band attraverso un lungo e articolato post realizzato dal nostro amico e collaboratore di vecchia data, Giudas. Lo voglio ringraziare per il complesso e difficile lavoro attraverso il quale ha tracciato la biografia musicale della band e pubblicato la discografia ufficiale completa, compreso l'ultimo album del 2015, vista l'autorizzazione e, soprattutto, la collaborazione ottenuta da parte del leader della  Chop Chop Band, Pino Pepsee. Questo eccezionale post racchiude anche una rarità degna di nota. Leggerete di cosa si tratta nelle righe che seguono. Suddividerò questo lavoro composto da ben 5 album e un singolo in due tranche. Quest'oggi ci occuperemo dei primi tre prodotti discografici, che coprono un arco temporale che va dal 1997 al 2001. Credo che gli amici della Stratosfera saranno felici di poter conoscere da vicino e scoprire (per chi ancora non lo conoscesse) questa ottima band dal sound del tutto originale. E ora spazio ai testi curati da Giudas, scritti con passione e simpatia oltre che con precisione e dovizia di particolari. Buona lettura e buon ascolto.


Chop Chop Band Story by Giudas
 Iniziamo col dire che se il blog "Verso la Stratosfera" recita “sito di rock progressivo e non solo”, il materiale di questo post va decisamente ascritto alla categoria “e non solo”. Capirete fra poco. Nella sala di registrazione che si trova in un’ala all’interno del mio studio professionale ho avuto modo di incontrare quattro anni fa Pino Pepsee (si pronuncia “pepsi” come la bevanda). Il nome non dirà molto ai più, ma trattasi del leader e creatore della Chop Chop Band, una realtà locale affermatasi prima in ambito regionale pugliese e, in seguito, esplosa nel Centro Sud e nota anche a livello nazionale. Ricercarla e trovarla in rete è facile. Pino Pepsee (al secolo Giuseppe Guaglione) ha accettato la mia proposta di far conoscere alla Stratosfera il materiale della sua Band, che nasce ufficialmente nel 1992 a Barletta. Fin qui sembra facile, ma dovete sapere che, nei pochi ritagli di tempo che l’insegnamento e la professione mi danno, ho rincorso il buon Pino a lungo prima di poterci interloquire a fondo. In pratica lo chiamavo per fissare un incontro che puntualmente saltava per i più svariati motivi – Pino Pepsee è più veloce di Speedy Gonzales ed altrettanto sfiancante – e siamo andati avanti così per diversi anni. Ma sono testardo ed ho fatto come il cinese che aspetta sulla riva del fiume il corpo del nemico. Infatti … l’occasione buona si è avuta a causa di un incidente di percorso che ha costretto Pino Pepsee ad una convalescenza e “fermo biologico” forzato di una decina di giorni. Notizia brutta per lui ma ottima per me che, in tal modo, mi ha permesso di raggiungerlo e finalmente di acquisire il materiale per questo post.

Pino Pepsee today

E che materiale! E’ talmente tanto che, pur ricorrendo ad una severa sintesi, rende questo un super-extra-mega-fanta post. Iniziamo con la discografia della Chop Chop Band così composta:

01 – Fiore di Terra (1997)
02 – Sveglia! (1999)
03 – L’isola che c’è (singolo) (2001)
04 – Ci sei o no? (2004)
05– Sunshine (2009)
06 – Rialimenta (2015)

Ma procediamo dal principio, perché è vero che questa è la storia della Chop Chop Band, ma è anche la storia di 40 anni di musica del suo leader, Pino Pepsee, oltre che la storia di un intero periodo musicale italiano.


Atto I - Gli esordi (anni ’90)
Alla fine degli anni ’80 a Barletta si riuniscono dei giovani musicisti che all’inizio suonano per proprio diletto. Sono capitanati da un musicista già abbastanza rodato che vuole creare un proprio gruppo, una band di musica giamaicana in salsa italiana. Ora, costituire una band di musica giamaicana a Barletta è un po’ come voler creare un gruppo di liscio romagnolo a Stoccolma. Nessuno te lo impedisce ma ti guardano strano. Pino Pepsee però non demorde ed inizia a suonare con i suoi amici sia musica reggae che cover di vari artisti noti. Il primo nucleo della band è così composto: 

Pino “Pepsee” Guaglione - voce
Beppe Spina - basso
Nicola Defazio - batteria
Enzo Russo - chitarra
Saverio Dipalma - tastiere
Vittorio Gallo - sax


Pipo Pepsee nel frattempo apre un locale, il “Wolakota” – birreria  e pub nello stile dell’epoca - nel quale suonano spesso dei gruppi locali e, ovviamente, anche loro si inseriscono. Devono dare un nome al gruppo e si ispirano al fatto che eseguono frequentemente alcune cover del Clash. In un brano di questi, nell’originale, il cantante Joe Strummer, alla fine del brano, dice al fonico “chop chop” che in slang britannico significa “taglia, abbiamo finito” e che è stato lasciato sul disco. Al nostro gruppo piace e decidono di farne il proprio nome di battaglia. Quindi il nome CHOP CHOP BAND – mi dice Pino Pepsee - assume il significato di “dacci un taglio – poche parole” (è curioso notare come il loro primo vero lavoro “Fiore di Terra” abbia quasi tutti titoli di una sola parola). Nel frattempo la passione cresce e il gruppo decide di passare alla composizione di brani propri destinati alla loro futura produzione musicale. Nel 1995 registrano alcuni demo, una dei quali viene incluso in una raccolta della Waterbird Studio un anno dopo. Si intitola "Questione di valori" e l'ho incluso, come bonus track, in coda al primo album. A questo punto si ha un primo avvicendamento che vede subentrare Mario Grassi alla batteria e Michele Muggeo al basso. Con questo materiale partecipano ad una specie di bando–concorso lanciato da “Avvenimenti”, una ben nota rivista di controinformazione (come si usava dire all’epoca). Vengono selezionati dalla stessa rivista che si assume le spese per la produzione di un CD da allegare al settimanale. Siamo nel 1997 ed esce in questo rocambolesco modo il loro primo lavoro.

Chop Chop Band - 1997 - Fiore di Terra

TRACKLIST:

01. Indifferenza Song - 3’ 21
02. Camminando - 3’ 42
03. Libera - 4’ 09
04. Fiore di Terra - 5’ 14
05. Questione di valori - 4’ 06
06. Mani - 4’ 45
07. Giulia - 2’ 55
08. Alimenta - 3’ 21
09. Aria - 4’ 56
10. Rivoluzione - 3’ 55
11. Cammindub - 3’ 42

Bonus track
12. Questione di valori (demo 1995)


Nel disco è presente anche una interessante sezione fiati gestita da Carlo Mascolo al trombone. La sezione fiati arricchisce notevolmente il tutto – l’assolo di sax in “Mani” sfocia addirittura in un elegante e contenuto jazz. Ma anche in altri brani ci sono piccoli accenni al be-bop, al charleston e chi più ne ha più ne metta (es. “Giulia”) ma sempre su un tappeto reggae. “Rivoluzione” è rock’n’roll puro. C’è un curioso particolare che esprime al meglio lo spirito del tempo. Tutti i brani sono composti da Guaglione e Russo, ma la rivista chiede al gruppo di accreditarli sul CD al solo Russo in quanto questi è l’unico a non essere iscritto alla SIAE. In tal modo la rivista avrebbe risparmiato oltre il 70% dei costi di produzione.  Il gruppo accetta senza problemi anche perché il loro scopo è quello di farsi conoscere e non di monetizzare diritti d’autore. Questo episodio è la fotografia del suo tempo. A questo punto, mi racconta Pino Pepsee, era arrivato il momento di decidere. Lui realizza che questo deve essere il suo vero lavoro sul quale investire il suo futuro e chiede agli altri cosa vogliono fare. Chi ha famiglia, chi suona solo per piacere, chi vuol fare altro, chi non ci crede sino in fondo. Si ha così un profondo ricambio, al termine del quale il gruppo risulta così composto: 

Giuseppe Guaglione (Pino Pepsee) – voce, chitarra
Claudio  (Kougla) – sintetizzatori, campionatori, effetti
Saverio De Palma – chitarra
Meniko De Gioia – basso
Felice Cosmo – tastiere
Mario Grassi – batteria


Atto II - La carriera musicale (1999-2015)
Nel 1999 vede la luce il secondo album “Sveglia !”. Vediamolo da vicino.
           
Chop Chop Band - 1999 - Sveglia!


TRACKLIST:

01. Saper guardare - 5’ 10
02. Sveglia - 4’ 17
03. Murgia in dub-bio - 2’ 37
04. Scopri la chiave - 6’ 03
05. Sereno - 4’ 13
06. Saper guardare (version) - 4’ 50
07. Indifferenza Song (bonus live track) - 5’ 33
08. Camminando (bonus live track) - 4’ 54


I testi sono di Pino Pepsee mentre le musiche sono tutte di Carlo Mascolo, esterno alla formazione, e già leader della sezione fiati nel precedente album. Gli ultimi tre brani di questo disco sono in pratica dei bis: il primo è una versione dance della prima traccia (cosa comune per l’epoca), mentre gli altri due sono delle versioni live di due brani del precedente album. 



Risale a questo periodo l’inizio della pluriennale collaborazione con i Sud Sound System, di fatto anima gemella della Chop Chop Band, ove la musica giamaicana vede i primi cantare in dialetto salentino ed i secondi in italiano. Nel 2001 esce il singolo “L’isola che c’è".

Chop Chop Band - 2001 - L'isola che c'è (singolo)


TRACKLIST:

01. L'isola che c'è - 4’23
02. L'isola che c'è (radio edit) - 3’ 3
03. L'isola che c'è (version) - 4’ 4
04. Non c'è distinzione - 4’28


Come usava all’epoca (e considerando che un CD con un solo brano non se lo compra nessuno …) la canzone principale è presente in tre diverse versioni. Tutto fa brodo, ed in vita mia ho visto CD anche con 8 versioni diverse della stessa canzone, tra disco, remix, radio-edit, karaoke, ecc. soprattutto nel campo della disco-music. Per fortuna, alla fine, si aggiunge un'altra traccia che rende il singolo un po’ più godibile. Pino Pepsee mi ha raccontato che in realtà avevano realizzato una versione iniziale del brano (che poi è stata completamente trasformata nel singolo ufficiale) e che era girata tra amici in poche copie masterizzate con una copertina fatta alla meglio in bianco/nero (è pubblicata qui sotto). Pino è riuscito a rintracciare nella soffitta questa versione originale e ciò mi consente di farvene dono in questa sede. Vi dico solo che il CD in questione aveva più graffi di quante rughe potesse avere un centenario e, unica copia esistente, era illeggibile in qualsiasi lettore CD. Ma avendo alle spalle un passato di dodici anni di sala di registrazione ho usato tutto il possibile e l’impossibile per riuscire a recuperare un brano irrecuperabile. E sono stato fortunato, anche se mi sono fatto un "mazzo così" ed il recupero non è perfettissimo. A voi il piacere di ascoltarlo per la prima volta (NDR)

Chop Chop Band - 2001 - L'isola che c'è (demo inedito)


01. L’isola che c’è (versione originale - demo inedito) - 4’16


Nel frattempo la formazione subisce l’ennesimo rinnovo e risulta ora così composta (cambio di batteria e un solo tastierista):

Giuseppe Guaglione (Pino Pepsee) – voce, chitarra
Nico Caldarulo Jr – batteria
Claudio  (Kougla)– sintetizzatori, campionatori, effetti
Meniko De Gioia – basso
Saverio De Palma – chitarra

Conclusione by George
La prima parte termina qui. Ringrazio ancora Giudas per il lungo e meticoloso lavoro che ha condotto alla realizzazione di questo corposo post. Grazie anche per il prezioso recupero del demo del 2001, una vera chicca per noi appassionati di rarità. Appuntamento a breve per la seconda parte. Nel frattempo gustiamoci gli album fin qui pubblicati. Con calma. mi raccomando. Buon ascolto, cari amici.


LINK Fiore di Terra (1997)
LINK Sveglia! (1999)
LINK L'isola che c'è (singolo + demo inedito (2001)

Post by George - Music & Words by Giudas

5 commenti:

  1. da qualche parte ho il primo cd uscito con avveniment(ascoltato una volta e cestinato in qualche cassetto o cartone).....prendevo la rivista e li ho quasi tutti o tutti(i cd)
    Francamente non mi avevano entusiasmato, peraltro neppure i Pitura Freska, giamaicani veneti.
    Ammetto che reggo a stento Marley , e solo alcuni brani, poi mi annoia ,quindi fatico a capire chi si appassiona al genere al punto di suonarlo!
    Però il mondo è bello perchè è vario,se a qualcuno piace il reggae i ragazzi sono bravi, se non piace, meglio girare al largo.

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  2. Caro Osel, concordo solo parzialmente con le tue considerazioni. Trovo anch'io un po' stancante e ripetitiva la musica reggae, in quanto non è nelle nostre corde e culturalmente è molto distante da noi. A differenza dei giamaicani che la ascoltano 24 ore al giorno, noi dobbiamo prenderla a piccole dosi. Ma questo post ha qualcosa di più rispetto alla sola musica, che resta naturalmente la protagonista principale. Dietro a questi ragazzi di Barletta c'è una storia, tanto coraggio e delle bellissime sfide. Di fronte a tutto ciò anche i loro suoni sono più piacevoli e scorrono senza annoiarmi. E sono contento di avere dato una mano a Giudas a realizzare questo lungo post.

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    1. non metto in dubbio ciò che scrivi, e avete fatto bene a fare il post, è comunque una realtà interessante e sicuramente c'è un gran numero di persone che amano i ritmi giamaicani.
      é solo una questione di gusti.....personalmente la trovo ripetitiva e mi annoierei a morte a suonarla(sempre lo stesso ritmo, sempre i soliti tre accordi), ma è una faccenda tutta mia, ovviamente.
      Ben vengano proposte "diverse" è il sale della vita!

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  3. Certa musica "fisica", tipo quella proposta dalla band pugliese, da Il meglio di sé nella dimensione live, sopra e sotto un palco. Ma, per l'appunto, sono suggestioni personali (mi capita anche con certo blues).

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  4. A suo tempo non apprezzavo molto il reggae, poi, dopo aver visto in concerto gli Wailers senza Bob mi sono ricreduto. Effettivamente, non è un genere che ascolto giornalmente, però vi sono dei gruppi attuali che apprezzo: Easy Star All-Stars, con la riproposizione in ''chiave giamaicana'' di The dark side of the moon dei Pink Floyd ed anche dei bei brani propri; vi sono anche i Groundation, con un buon ''suono roots'' e notevoli assoli dei fiati, quindi grazie mille cari George e Giudas.

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