venerdì 1 luglio 2022

Retrospettiva - Patrick Samson: la discografia italiana anni '60 (1966-1969)


Oh, la voglia di amare
Mi scoppia nel cuore
Soli si muore...

Tu o un'altra è lo stesso
Aspettare non posso
Soli si muore
Senza un amore

Quante volte abbiamo cantato queste strofe? Quante volte le abbiamo ascoltate sui juke box dell'epoca, sulle radio, in Tv, anche in tempi diverse, visto che si tratta di una canzone multigenerazionale? E' un evergreen , uno di quei brani immortali che hanno fatto la storia della musica leggera italiana. L'interprete è lui, Sulaimi Khoury, classe 1946, in arte Patrick Samson, il protagonista del post di oggi. 


Qualche breve nota biografica, giusto per inquadrare il personaggio. Le ho attinte dal sito "GarageHangover" che le ha pubblicate il 29 novembre 2018. 
"Nato a Beirut in Libano, Patrick Samson e i suoi fratelli Sandy, che divenne il suo manager e MD, e il chitarrista Soussou Khoury si trasferirono in Francia nel 1961. All'inizio degli anni '60 formarono il gruppo Patrick Samson & Les Pheniciens e registrarono alcuni singoli. Formarono successivamente il Patrick Samson Group. Alla fine del 1966 i musicisti si trasferirono a Torino per costituire The Patrick Samson Set, che comprendeva cinque musicisti inglesi. Uno di questi era il sassofonista baritono Roger Warwick, che fu assunto da Sandy Samson dopo averlo visto lavorare con Freddie Mack & The Mack Sound all'Upper Cut nel dicembre 1966. Prima di allora, Warwick aveva lavorato brevemente con Screaming Lord Sutch & The Savages e I Tornado. Gli altri componenti erano il sassofonista tenore Derek Whitehall; l'organista Tony Tyler; il bassista Alan Bugby e il batterista Carl Daykin. Bugby aveva già suonato con Nero & The Gladiators, The Strangers e Johnny Halliday. Questa è la formazione raffigurata sulla copertina dell'LP dal vivo del gruppo.

Da sinistra a destra (ultima fila): Roger Warwick e Tony Tyler. Da sinistra a destra (riga centrale): Georges El Hayek, Alan Bugby, Patrick Samson, Georges Dersy e Sousso Samson. Da sinistra a destra (prima fila): Derek Whitehall e Carl Daykin

 "Sono Nero", primo album del PSS venne pubblicato nel marzo 1968 e includeva anche il trombettista marocchino Georges Dersy e un chitarrista libanese, Georges El Hayek, noto come "Little George". Questa formazione registrò anche alcuni singoli, inclusa una fantastica cover di "I'm a Man" degli Spencer Davis Group. Più o meno nel periodo in cui l'LP venne pubblicato, Carl Daykin se ne andò e in seguito suonò con i Primitives (non prima di riunirsi a Patrick Samson nel corso dell'anno). Daykin venne sostituito per un breve periodo da Christian Vander che, in seguito, formò i Magma. Un altro inglese, Nigel Pegrum, che era stato uno dei primi membri di The Small Faces e poi aveva lavorato con Lee Grant & The Capitols, si unì al posto di Vander. Nel marzo 1968, il gruppo aggiunse altri due inglesi, l'organista di Hammond Keith Burberry e il sassofonista tenore Martin Grice, che stavano suonando con The Warren Davis Monday Band.


Prima che salissero a bordo, Roger Warwick partì per unirsi ai Four Kents, dove fu successivamente raggiunto da Georges Dersi. Warwick lavorò poi brevemente con Ronnie Jones. Nello stesso anno Pegrum partì per tornare in Inghilterra e si unì agli Spice, ma se ne andò prima che questi ultimi trovassero il successo come Uriah Heep. Successivamente suonò con gli Steeleye Span prima di emigrare in Australia. Il batterista originale, Carl Daykin, si unì nuovamente alla band. Tony Tyler, in seguito, divenne un noto giornalista musicale, lavorando al New Musical Express . Quando Daykin se ne andò, al suo posto entrò il batterista italiano Euro Christiani, a cui si unirono altri tre connazionali, il sassofonista Claudio Pascoli, il bassista Guido Guglielminetti e il chitarrista Umberto Tozzi".
 
Fin qui la storia, piuttosto complicata, del gruppo che accompagnò Patrick Samson nel corso della prima fase della sua carriera musicale. 


Soli si muore: il grande successo

Nel 1969, dopo il successo di "Crimson and Clover" eseguita da un gruppo che si chiamava "Tommy James & The Shondells", in cui si ascoltava una chitarra con l'uso esasperato del "tremolo", ne uscì la cover in italiano eseguita da un gruppo R&B i cui componenti erano inizialmente nove, di cui quattro erano però inglesi ed uno era francese (l'unico italiani era il batterista triestino Euro Cristiani, che sostituì Nigel Pegrum, il sassofonista Claudio Pascoli ed il torinese Guido Guglielminetti al basso, sostituito nel 1970, dopo una tournèe in Libano, dal romano Eugenio Sartini, e l'altro torinese Umberto Tozzi alla chitarra). "Patrick Samson Set" si chiamavano ed il brano era "Soli si muore" su etichetta Carosello. Prima di questo successo avevano già partecipato al Cantagiro del 1967 con un altro successo, "Sono un uomo"  cover di "Im a man" dello Spencer Davis Group, inciso su etichetta Fonit Cetra. Patrick Samson e il suo numeroso gruppo di accompagnatori, come già sopra ricordato, arrivò in Italia intorno al 1965, portato da un impresario sull'onda dei successi francesi (i musicisti si erano anche esibiti all'Olympia di Parigi nel 1965). 


E oggi?

Attualmente, tra alti e bassi ed il trasferimento in Puglia, a Siponto, nei pressi di Manfredonia (provincia di Foggia) avvenuto nel 1976, Patrick Samson è ancora in attività come insegnante di scuole medie a Foggia, ma ogni tanto continua ad esibirsi in qualche serata, memore del fatto di aver partecipato anche a programmi di revival come "Bandiera Gialla", "Una Rotonda sul Mare" ed "I Migliori Anni".  E' anche a disposizione per feste e serate, con l'ausilio delle basi musicali e di un paio di ballerine. Basta pagare. 
Per ulteriori informazioni sulla sua carriera musicale, vi rimando alla solita wikipedia. 

Patrick yesterday

...and today

In questo post prenderemo in esame la discografia italiana del cantante ad iniziare dal 1966 fino al 1969, composta da due LP e da una nutrita serie di 45 giri. Ho volutamente tralasciato la discografia francese, composta solamente da alcuni singoli, e gli album dal 1970 in poi. E ora spazio alla musica.

Part 1
Patrick Samson - I singoli 1966-1969


TRACKLIST (sono indicati i due lati del 45 giri):

01. Shibidibibbi  02. Midnight Hour (1966 - come Patrick Samson Group)
03. Un grosso scandalo / Finché non torni più (missing) (1966 - come Patrick Samson & Les Pheniciens)
04. Chi può dirmi (Keep On Running)   05. Valerie (1966 - come Patrick Samson & Les Pheniciens)
06. Io e il tempo   07. Sono un uomo (I'm a Man) (1967 - come Patrick Samson Set)
08. Sono nero (Give and Take)  09 Lasciami bere (Gin House Blues) (1967 - come Patrick Samson Set)
10. I Believe   11. Le mura stanno per crollare (1968 - come Patrick Samson Set)
12. Gloria   13. Laila, Laila (1969 - come Patrick Samson Set)
14. Soli si muore (Crimson and Clover)   15. Tanto era tanto antico (1969 - come Patrick Samson Set)
16. Se io fossi un altro (Ball of Fire)  17. Ancora una notte (1969 - come Patrick Samson Set)
18. Bonus track - Le opere di Bartolomeo (1968 - dal 33 giri "Sanremo '68")


Fin qui la discografia italiana a 45 giri. Il primi singolo del 1966 presenta sul lato A "Shibidibibbi", una marcetta pseudo beat che definirei "imbarazzante", tanto è insulsa. Tutt'altra cosa è il lato B, con una bella versione della celebre "In A Midnight Hour" di Wilson Pickett che evidenzia l'anima soul e l'amore per il rhythm 'n blues da parte di Patrick Samson. Sulla copertina del singolo si legge "In diretta dal Piper Club", il che ci fa capire che il Patrick Samson Group era tra i gruppi che frequentavano il celebre locale romano.  


Il secondo singolo, sempre del 1966, propone "Un grosso scandalo" sul lato A, un brano al limite della decenza. Il lato B, "Finché non torni più" non l'ho trovato da nessuna parte, pertanto non posso esprimere alcun giudizio.


Sempre nel 1966 la Philips distribuisce un altro singolo con "Chi può dirmi", cover di "Keep On Running" degli Spencer Davis Group sul lato A. Grande brano. Se ricordate anche i Pooh della primissima ora registrarono la cover intitolandola "Vieni fuori". Sul lato B troviamo "Valerie", cantato in francese, un brano che Patrick si porta dietro dal suo periodo parigino. Dignitoso.


Nel 1967 prende forma il Patrick Samson Set, di cui abbiamo parlato nelle premesse. Il gruppo partecipa al Cantagiro con "Io e il tempo", un bella canzone dall'incedere maestoso qui presente sul lato A. Ottiene un discreto successo di pubblici e vendite. La meraviglia è ancora una volta nascosta tra i solchi del lato B: "Sono un uomo", è una grande cover della celebre "I'm a Man". Enjoy!


Ancora nel 1967 il Patrick Samsono Set sforna questo magnifico singolo che presenta ben due cover: sul lato A troviamo "Sono nero", cover di "Give and Take" di Jimmy Cliff, un grande brano soul cantato veramente con "voce nera", mentre sul lato B scorre la suggestiva "Lasciami bere", cover di un grande blues interpretato nel 1961 da Nina Simone, intitolato "Gin House Blues".


La produzione di 45 giri continua imperterrita. Il 1968 si apre con "I Believe" sul lato A, cantata in inglese, già portata al successo dai Bachelors. L'interpretazione di Patrick è molto bella e ispirata. Sul lato B arriva un altro grande rhythm 'n blues, "Le mura stanno per crollare". Entrambi i brani sono (forse) registrati dal vivo e li ritroveremo sul primo 33 giri "Sono nero". 


Siamo giunti al 1969. "Gloria", sul lato A, è uno splendido brano dall'anima soul, cantato con voce graffiante, Da non confondere con la cover del brano dei Them che, comunque, Patrick registrò nel 1965 nel mentre del suo periodo parigino, cantandola in francese. Altrettanto splendido il lato B, con la grande "Laila, Laila". Senza dubbio uno dei più bei singoli del Patrick Samson Set. Entrambi i brani, come precisa la copertina, vennero inseriti nella colonna sonora del film "La stagione dei sensi" condivisa con Edda ed Ennio Morricone.


Eccolo qui "Soli si muore", cover di "Crimson and Clover", il grande successo del 1969 (di cui abbiamo già parlato) in tutto il suo splendore. Patrick con questo brano partecipa sia al Cantagiro che al Festivalbar. Un trionfo. Leggiamo quanto venne pubblicato, al riguardo, sul sito "Musica e Memoria".
"Numero 1 nelle classifiche USA nel 1969 nella versione dell'autore Tommy James con i suoi Shondells (con Mike Vale al basso e Peter Lucia Jr. alla batteria, accreditato anche come co-autore) e numero 1 l'anno successivo anche in Italia nella riuscita e potente cover del cantante libanese Patrick Samson, da tempo attivo in Italia, accompagnato dalla sua band. Testo italiano di Minellono e Mogol che riesce ancora una volta a tradire l'originale, pur se in questo caso c'era ben poco da tradire. Il titolo è una immagine astratta, unione di un colore (cremisi) e di un vegetale (trifoglio) o, più probabilmente, di un cognome di un amico di James. Il resto sono pochi versi che esprimono la gioia di aver trovato, a quanto pare, la ragazza giusta.


In italiano, invece, il protagonista sta letteralmente esplodendo dalla voglia di amore, ma a quanto pare la ragazza non ha lo stesso afflato, o almeno una ci sarebbe, ma non è consenziente. Si arriva così al mitico verso "tu o un'altra è lo stesso", che non può non ricordare la famosa barzelletta "alle 10 a casa mia chi c'è c'è ...". Ma le parole non sono così importanti in un brano che procede soprattutto per impressioni, le immagini di un uomo che sta vivendo sentimenti forti. Impreziosita anche, nella versione originale soprattutto, da effetti sonori particolari, come il vibrato sulla voce finale (non ricreato nella versione italiana, sostituito da un più semplice effetto eco), che ne fanno un riuscito esempio di canzone psichedelica, pur se di impianto pop". 


Il lato B presenta un brano nella migliore tradizione rhythm 'n blues intitolato "Tanto era tanto antico", utilizzato come sigla dell'omonima trasmissione televisiva. 


Il 1969 si chiude con la pubblicazione, sempre da parte della Carosello, di questo ottimo brano, di ispirazione black, intitolato "Se io fossi un altro", guarda caso un'altra cover di un successo di Tommy James originariamente intitolato "Ball of Fire". Sul lato B "Ancora una notte", un gioiellino da riscoprire, come molti brani confinati nelle B side.


L'ultimo brano che vi propongo come bonus track è una delle più grandi porcherie mai uscite da uno studio di registrazione. Si intitola "Le opere di Bartolomeo" e venne presentata da Patrick al Festival di Sanremo 1968 in coppia con i Rokes (sic!). L'ho inserita solo per i completisti. Venne pubblicata solamente sul disco antologico del Festival.

Altri singoli costelleranno gli anni '70, ottenendo successi altalenanti. L'ultimo 45 giri risale al 1984 (Tu sei tutto / You).


Part 2
Patrick Samson Set - 1968 - Sono nero (33 giri - vinyl)


TRACKLIST:

Lato A
01. Philly Dog
02. Top (Step Out Of Your Mind)
03. Le mura stanno per crollare
04. Lasciami bere (Gin House Blues)
05. Io e il tempo
06. Tell Mama

Lato B
01. Stasera canto io (Funky Broadway)
02. Bambolina (Any Day Now)
03. I Believe
04. Last Night
05. Sono nero (Give And Take)


Dopo una lunga stagione di singoli, inclusi quelli pubblicati in Francia, ecco finalmente il primo 33 giri dei Patrick Samson Set, contenente 11 tracce. I dialoghi, gli applausi e l'entusiasmo del pubblico ci fanno capire che si tratta di registrazioni dal vivo, Speriamo sia davvero così e non di "overdubs" creati in studio. Le note di copertina recitano "Recorded live in West End". Venne pubblicato nel 1968 dall'etichetta Fonit. La Empire, nello stesso anno, lo diffuse anche in Libano, terra natia del nostro Patrick Samson. Il disco non è stato ristampato nel corso degli anni. Non vi è soluzione di continuità tra una traccia e l'altra, così ho preferito suddividere il disco nelle sole due facciate. E' un grande album, all'insegna del miglior R&B, con venature blues e soul. 


Qualche brano lo abbiamo già trovato tra i singoli, ovviamente senza gli applausi e il calore del pubblico che caratterizzano invece l'intero 33 giri, a cominciare dalla lunga presentazione con "Philly Dod" di Otis Redding. Non facciamo tempi a tirare il fiato che arriva "Top", grande cover di "Step Out Of Your Mind" degli American Breed. Un'altra grande cover chiude la prima facciata: si tratta di "Tell Mama" di Etta James. Il lato B si apre nientemeno che con "Funky Broadway di Wilson Pickett, tradotta in "Stasera canto io". La voce roca e nera di Patrick eleva questa performance a livelli altissimi. Dopo "I believe" e "Last Night" il disco si chiude con la già conosciuta cover di "Give and Take" dal titolo "Sono nero". Una prova d'esordio di tutto rispetto.


Part 3
Patrick Samson Set - 1969 - Soli si muore (33 giri, vinyl)


TRACKLIST:

01. Soli si muore (Crimson and Clover) - 3:40
02. Se chiudo gli occhi (This Magic Moment) - 3:20
03. È questa vita così che mi va (The Grooviest Girl In The World) - 2:02
04. Il diavolo col cuore (Race With The Devil) - 2:50
05. I muri parlano di noi (I Don't Want To Hear It Anymore) - 3:25
06. Ubriaco di sogni (Live In The Sky) - 2:25
07. Tanto era tanto antico - 3:10
08. Solo un pugno di briciole (Son Of A Preacher Man) - 2:35
09. Mai - 4:25
10. Lo capirai da te (I Got A Line On You) - 2:25
11. Violini - 4:20
12. Basta (25 Miles) - 3:10


Il secondo 33 giri di Patrick Samson, pubblicato nel 1969 dalla Carosello, prende il titolo dal grande successo ottenuto dal singolo "Soli si muore". L'album venne anche pubblicato sul mercato canadese, sempre nel 1969, dall'etichetta Bravo, L'unica ristampa in CD risale al 2001 (etichetta On Sale Music) arricchita da bel 10 bonus track, tutti singoli già pubblicati. E ora esaminiamo i contenuti del disco. Le cover si sprecano, ad iniziare dalla title track, per proseguire con  "Se chiudo gli occhi", italian version di "This Magic Moment" incisa da Ben E. King e i suoi Drifters nel 1960. Niente di che. Decisamente più coinvolgente - si tratta di un bel brano soul - la cover di ""The Grooviest Girl In The World" dei gruppo The Fun And Games, tradotta in "E' questa vita così che mi va". Rimaniamo su livelli decisamente alti con "Il diavolo col cuore", cover di "Race With The Devisl" un bel rock con chitarra elettrica in evidenza, interpretato nel 1069 dal gruppo inglese The Gun (l'embrione dei The Knack). Dieci e lode per l'interpretazione di Patrick, "I muri parlano di noi" venne scritta, nella versione originale del 1964 (titolo "I Don't Want To Hear It Anymore") da Randy Newman e interpretata per la prima volta da Jerry Butler. Si tratta di uno slow piuttosto sdolcinato che avrei volentieri omesso dall'album.


 "Ubriaco di sogni" è una marcetta che riprende il tema  di "John Brown" con un testo che definirei "al limite della decenza". Sicuramente il punto più basso dell'intero 33 giri. "Tanto era tanto antico" l'abbiamo già trovato nella sezione singoli, pubblicato come lato B di "Soli si muore". Si prosegue con "Con un pugno di briciole", gran bella cover di "Son Of A Preacher Man" della cantante britannica Dusty Springfiled. "Mai" non è una cover ma è un grande blues. Organo, chitarra, fiati e ottima interpretazione di Patrick Samson. Arriva ora uno dei vertici del disco: "Lo capirai da te" è nientemeno che la cover di "I Got A Line On You", composta da Randy California e registrata dagli Spirit nel 1968. Una versione semplicemente grandiosa. "Violini", sdolcinata e mielosa, è il classico "ballo lento" che tanto amavamo da ragazzini. Non aggiungo altro. Fortunatamente l'album si chiude in modo grandioso con la cover di "25 Miles" di Edwin Starr, un bel rhythm 'n bues, magnificamente reinterpretato dai PSS. La versione italiana si intitola "Basta".


Negli anni a seguire, a parte una manciata di  singoli e qualche compilation di vecchi successi, Patrick Samson registrerà altri tre album: "Il sapore dell'estate" (1970), "L'oro del Festival" (1984, una raccolta di cover) e "The International Songs" (1993). Cosa fa oggi Patrick lo abbiamo già scritto. 
La retrospettiva dedicata a Patrick Samson si conclude qui. Spero che questa "operazione nostalgia" vi porti qualche momento di svago e di buon umore. Di questi tempi ne abbiamo bisogno.
Buon ascolto.


LINK - I singoli 1966-1969
LINK - Sono nero (1968)
LINK - Soli si muore (1969)

Post by George

2 commenti:

  1. Fantastico post, in quegli anni , insieme ai Dave Anthony's Moods e Thane Russal & Three , il PSS era uno dei miei complessi preferiti ! Grazie

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  2. Solo una cosa...l'ingresso nel gruppo dei quattro italiani (Cristiani, Guglielminetti, Pascoli e Tozzi) risale in realtà alla fine del 1970. Patrick Samson in quel periodo si era trasferito qui vicino, a Pino Torinese, e reclutò prima Cristiani che chiamò il suo concittadino (anche lui di Trieste) Pascoli, e poi due musicisti degli Off, il gruppo di Franco Tozzi, e cioè il fratello Umberto e Guglielminetti. Rimasero con Samson circa un anno poi, alla fine del 1971, tutti e quattro vennero notati dalla Numero Uno e chiamati a Milano per accompagnare un nuovo cantante dell'etichetta, Adriano Pappalardo...e da lì partirono le loro quattro carriere.

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