Ciondolando tra i mie files mi è uscito questo, e siccome è stato pubblicato nel 2012 ma sono tutti brani degli anni settanta mi è sembrato giusto sgnaccarvelo in un post sperando che passi e resti qui....
PRIMA UN PO' DI STORIA dal loro sito ufficiale
Alla fine degli anni ’60, sulla scia dell’imperante R&B, uno dei gruppi piemontesi più accreditati del genere erano gli astigiani “Sound & Music”. Della nutrita formazione, 9 elementi (batteria, basso, chitarra, tastiere, sax tenore, sax contralto, sax baritono, tromba, voce) facevano parte Giorgio Gardino alla batteria (che oltre a picchiare sulla sua “Rogers” cantava pure in alcuni brani..), Luciano Boero al basso (lui pure cantava in qualche brano…) e…udite, udite, Oscar Mazzoglio alla chitarra. Il gruppo aveva buona fama e le scritture nelle di allora sale da ballo non mancavano di certo. Ma, dopo lo splendore, come tutti i generi, anche l’R&B seguiva l’onda delle mode, così all’inizio degli anni ’70 l’interesse già si spostava verso altri generi. Giorgio e Luciano, che condividevano quotidianamente il caffè del dopo pranzo al bar Cocchi di Asti, erano affascinati dai “nuovi” artisti, quali Brian Auger, Deep Purple, Chicago, Gentle Giant, Jethro Tull, Blood, Sweat & Tears, Colosseum, ELP, King Crimson, ecc. Così, decisero che una svolta era necessaria; tanto, i Sound and Music avevano i giorni contati…
Serviva però un tastierista in gamba, con testa. Fu così che si arrivò ad Oscar; aveva studiato fisarmonica prima della chitarra… Oscar accettò con entusiasmo di unirsi al nuovo progetto come tastierista; mancavano però ancora degli elementi, che furono reclutati tra i migliori disponibili allora sul mercato. Così si aggregarono Beppe Cagnasso di Alba alla chitarra, Gino Scarsi di Canale al sax contralto e flauto, Giancarlo Ferrero di Alba alla voce. Eravamo a primavera del 1971. Si trovò come sala prove una cantina di Piazza Alfieri, esattamente sotto l’Asti Bar (era la cantina del bar..). I Sound & Music suonavano in quel periodo tutti i sabato sera, domenica pomeriggio e domenica sera al dancing “Roma” di Canale d’Alba, così il gruppo propose all’allora proprietario del dancing, il conte Gerardo Malabaila di subentrare con il nuovo gruppo, di lì a un mese, ai “Sound”. Il proprietario accettò di buon grado, tanto da accettare pure di anticipare una certa somma necessaria per l’acquisto di un organo Hammond, indispensabile per il nuovo genere che il gruppo si accingeva a fare.
Però una cosa ancora mancava: il nome. Luciano arrivò una sera eccitato: si era ricordato di aver letto in un trafiletto della Stampa che nei dintorni di Roma, a Rocca di Papa, avevano scoperto una casa di appuntamenti clandestina. Locanda delle Fate era il nome dell’equivoco albergo. -Locanda delle Fate, bellissimo! - tutti dissero… e Locanda delle Fate fu.
PRIMA UN PO' DI STORIA dal loro sito ufficiale
Alla fine degli anni ’60, sulla scia dell’imperante R&B, uno dei gruppi piemontesi più accreditati del genere erano gli astigiani “Sound & Music”. Della nutrita formazione, 9 elementi (batteria, basso, chitarra, tastiere, sax tenore, sax contralto, sax baritono, tromba, voce) facevano parte Giorgio Gardino alla batteria (che oltre a picchiare sulla sua “Rogers” cantava pure in alcuni brani..), Luciano Boero al basso (lui pure cantava in qualche brano…) e…udite, udite, Oscar Mazzoglio alla chitarra. Il gruppo aveva buona fama e le scritture nelle di allora sale da ballo non mancavano di certo. Ma, dopo lo splendore, come tutti i generi, anche l’R&B seguiva l’onda delle mode, così all’inizio degli anni ’70 l’interesse già si spostava verso altri generi. Giorgio e Luciano, che condividevano quotidianamente il caffè del dopo pranzo al bar Cocchi di Asti, erano affascinati dai “nuovi” artisti, quali Brian Auger, Deep Purple, Chicago, Gentle Giant, Jethro Tull, Blood, Sweat & Tears, Colosseum, ELP, King Crimson, ecc. Così, decisero che una svolta era necessaria; tanto, i Sound and Music avevano i giorni contati…
Serviva però un tastierista in gamba, con testa. Fu così che si arrivò ad Oscar; aveva studiato fisarmonica prima della chitarra… Oscar accettò con entusiasmo di unirsi al nuovo progetto come tastierista; mancavano però ancora degli elementi, che furono reclutati tra i migliori disponibili allora sul mercato. Così si aggregarono Beppe Cagnasso di Alba alla chitarra, Gino Scarsi di Canale al sax contralto e flauto, Giancarlo Ferrero di Alba alla voce. Eravamo a primavera del 1971. Si trovò come sala prove una cantina di Piazza Alfieri, esattamente sotto l’Asti Bar (era la cantina del bar..). I Sound & Music suonavano in quel periodo tutti i sabato sera, domenica pomeriggio e domenica sera al dancing “Roma” di Canale d’Alba, così il gruppo propose all’allora proprietario del dancing, il conte Gerardo Malabaila di subentrare con il nuovo gruppo, di lì a un mese, ai “Sound”. Il proprietario accettò di buon grado, tanto da accettare pure di anticipare una certa somma necessaria per l’acquisto di un organo Hammond, indispensabile per il nuovo genere che il gruppo si accingeva a fare.
Però una cosa ancora mancava: il nome. Luciano arrivò una sera eccitato: si era ricordato di aver letto in un trafiletto della Stampa che nei dintorni di Roma, a Rocca di Papa, avevano scoperto una casa di appuntamenti clandestina. Locanda delle Fate era il nome dell’equivoco albergo. -Locanda delle Fate, bellissimo! - tutti dissero… e Locanda delle Fate fu.
THE MISSING FIREFLIES
Ovvero "Le lucciole mancanti", quei brani, finora inediti nella versione studio, che non poterono trovare posto sul primo LP "Forse le lucciole non si amano più" dato che per motivi tecnici su vinile non era e non è tuttora possibile, superare i 25 minuti per lato pena un decadimento inaccettabile della qualità sonora. Inoltre l'album contiene alcune tracce live tratte da un concerto del 1977 al Teatro Alfieri di Asti.
Questo è indubbiamente un evento importante per la scena progressiva. Tanti anni non sembrano neppure passati: ecco un’occasione davvero imperdibile per riassaporare le sonorità e le atmosfere inconfondibili dell’epoca d’oro di questo genere.
La Stampa 16 Febbraio 2012
CARLO FRANCESCO CONTI
ASTI
La presentazione è avvenuta con un denso concerto, carico di ricordi e sensazioni, che ha saputo suscitare entusiasmi in un pubblico che ormai raccoglie due generazioni: coloro che hanno udito la Locanda delle Fate agli esordi, e coloro che ne sono figli. E anche il concerto del 4 febbraio al Teatro Alfieri, come quello del 1977, ha avuto un sapore epocale. Oggi quel tipo di musica, il progressive, non è certo più una novità, ma sta tornando ad affermare il proprio diritto a esistere in mezzo a tanti altri progetti molto meno consistenti. Il gruppo astigiano nato nel 1971 oggi si è trasformato. Ai fondatori Leonardo Sasso (voce), Luciano Boero (basso), Giorgio Gardino (batteria) e Oscar Mazzoglio (tastiere), si sono aggiunti il pianista Maurizio Muha e il chitarrista Massimo Brignolo. Hanno invece preso altre strade Ezio Vevey (chitarra), Michele Conta (pianoforte) e Alberto Gaviglio (flauto e chitarra) che eranno nella formazione originale. Li si può comunque ancora ascoltare nell'album da collezione presentato all'Alfieri, «the missing fireflies ... » (Le lucciole mancanti). Le lucciole mancanti sono i brani che non poterono entrare nel primo album del gruppo, «Forse le lucciole non si amano più», a causa dei limiti tecnici dell'Lp. In questo caso sono gli inediti «Crescendo» e «La giostra», cui si aggiungono «Sequenza circolare» di Muha e «Non chiudere a chiave le stelle». Sono stati reincisi dalla formazione attuale rasentando la perfezione con strumenti che richiamano il più possibile le sonorità degli Anni '70, come l'organo Hammond, il Mellotron, i primi sintetizzatori e la mitica cassa Leslie. Ci sono anche delle «chicche»: tre brani registrati durante il concerto del 21 novembre 1977 all'Alfieri da Adriano Francia per conto di Radio Nizza su un Revox, cosa che ha permesso un buon recupero digitale delle tracce. Ci si potrà rendere conto di cosa significasse suonare in quel modo negli Anni '70, offrendo un'esperienza artistica di alto livello, purtroppo presa in contropiede dal mercato discografico. La musica della band astigiana è in linea con quella dei gruppi di punta dell'epoca, soprattutto Banco e Pfm. Ma possiede un pizzico di malinconia tutta astigiana, che gli altri non hanno mai avuto.
Crescendo (8:18)
Sequenza circolare (2:40)
La giostra (7:28)
Non chiudere a chiave le stelle (3:44)
Non chiudere a chiave le stelle (Live - Asti Teatro Alfieri 1977) (1:02)
Crescendo (Live - Asti Teatro Alfieri 1977) (4:01)
Vendesi saggezza (Live - Asti Teatro Alfieri 1977) (7:48)
Giorgio Gardino - Drums, Vibraphone
Luciano Boero - Bass, Hammond
Ezio Vevy - guitars, Voice, Flute
Alberto Gaviglio - guitars, Voice
Michele Conta - Pianos, Moog, Clavinet, Synths
Oscar Mazzoglio - Hammond, Piano, Moog, Synths
Leonardo Sasso - Voice
GROG
Urca, non me ne voglia il buon Grog, ormai diventato un vero Pilastro di questo bellissimo blog, ma pubblicare un disco appena uscito, non per una major ma per un'etichetta minore, non mi trova molto daccordo. :-) E, ribadisco, lo dico con tutto l'affetto e la stima che provo per voi e per quello che avete fatto finora.
RispondiEliminaPoi, magari, mi convincerete del contrario, magari...
Un caro saluto
Fabio68
Come vedi, caro Grog, la mia voce non era al di fuori del coro. Poichè l'articolo è bello, si potrebbe mantenerlo, chiudendo con un link all'etichetta che ha appena ristampato l'album (BTF, se non erro). Poi tra qualche anno, visto che la tiratura di questa stampa immagino sia piuttosto bassa, ne potremmo riparlare...
RispondiEliminaCiao Roby, lo sai che ti (vi) seguo con affetto dai primi post, tanto son stato combattuto se scrivere o meno, perché non ho nulla contro di voi che avete l'unico difetto di amare la musica come me (io poi di difetti ne ho altre centinaia, ma non è questo il punto). L'etichetta è la Altrock/Fading (non la BTF), ma questo poco cambia del succo, non gente che si riempie le tasche con "facili" ristampe, ma che pubblica quasi esclusivamente dischi nuovi, con i rischi economici che la cosa comporta. Pienamente daccordo sulla pausa di riflessione di qualche anno (non tanti, si fa presto ad esaurire la richiesta su un disco del genere), poi posso fornire lo stesso a 320k o flac ;-)
RispondiEliminaE l'articolo è bello, senza dubbio alcuno
Fabio68
No problem, caro Fabio, condivido in pieno le tue perplessità, che io avevo già espresso privatamente all'amico Grog. A lui la palla, ora...
RispondiEliminaOk signori, apprezzo le vostre preoccupazioni e vi garantisco che non l'ho fatto apposta, in realtà appena trovato tutto il materiale mi sono accorto che i brani che credevo suonati nel 1977 in realtà erano stati risuonati ai giorni nostri, allora mi sono detto "Io ci provo, al limite lo cancello".
RispondiEliminaMa visto che il post è piaciuto ho fatto solo una variazione, al posto del link per scaricarlo il link per comprarlo.... mi sembra una buona alternativa, rimane pur sempre il post che merita e non incorriamo in sanzioni più o meno logiche....
Grazie a tutti ad ogni modo per la franchezza, l'ho apprezzata molto.
Perfect, mister Grog, ottimo articolo comunque. Penso che, in questo modo, ci siamo fatti dei nuovi amici, visto che è pubblicità gratuita per i tipi della Altrock, peraltro meritevoli più di altri nell'ambito del rock progressivo italiano.
RispondiEliminaA questo punto penso che non abbiamo più limiti, se in futuro accadesse di dover scrivere su qualcosa di moderno possiamo sempre ripiegare su link d'acquisto, così nessun problema...
RispondiEliminaGrande GROG!
RispondiEliminaanch'io ho aperto questa pagina per perorare la causa di questi bravi musicisti astigiani che ho avuto modo di sentire dal vivo a Milano, ma in molti mi hanno preceduto e mi fa piacere sapere che in fondo noi fan del prog siamo dei "brau bagai" che non scaricano a tutti i costi. Asciugata la lacrima, vorrei aggiungere che spesso i dischi di prog di recente uscita si possono ascoltare in streaming al sito:
RispondiEliminahttp://www.progstreaming.com/
che ha ospitato a lungo The Missing Fireflies ma anche TAAB2 di Ian Anderson, per dire.
Quindi se qualcuno vuole ascoltarsi il disco prima di comprare alla cieca qui trova facilmente sia produzioni indipendenti che majors.
Ciao a tutti
Webminer
GRANDISSIMO CONSIGLIO, NE FARO' TESORO.
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