THE CAPTAIN'S INTRODUCTION
Come ben saprà chi segue questo blog da diverso tempo, amo tantissimo raggruppare i post in serie specifiche, per fornire ai visitatori del blog degli appuntamenti fissi con il loro sottogenere preferito. E' quindi con estrema gioia che inauguro, su proposta di George, Grog e Rattus una serie dedicata al Beat italiano. Si privilegeranno le cose meno conosciute e commerciali ed i 3 sopra citati hanno promesso di fornirci alcune gemme sconosciute. L'onore del primo postdella nuova rubrica fissa della Stratosfera, che abbiamo chiamato "Beat, beat... Cos'era il Beat?", spetta a George e mi sembra che abbia colpito nel segno, con questa gemma dei Meteors, i Beatles all'amatriciana... Vai George, with the captain's benediction!!
Come ben saprà chi segue questo blog da diverso tempo, amo tantissimo raggruppare i post in serie specifiche, per fornire ai visitatori del blog degli appuntamenti fissi con il loro sottogenere preferito. E' quindi con estrema gioia che inauguro, su proposta di George, Grog e Rattus una serie dedicata al Beat italiano. Si privilegeranno le cose meno conosciute e commerciali ed i 3 sopra citati hanno promesso di fornirci alcune gemme sconosciute. L'onore del primo postdella nuova rubrica fissa della Stratosfera, che abbiamo chiamato "Beat, beat... Cos'era il Beat?", spetta a George e mi sembra che abbia colpito nel segno, con questa gemma dei Meteors, i Beatles all'amatriciana... Vai George, with the captain's benediction!!
Cari amici, dopo ampia discussione e verificate le convergenze parallele all'interno del gruppo dei 5 (ora diventati "I magnifici 7"), ottenuto il mandato esplorativo da parte degli amici blogger, ecco il debutto della nuova serie "Beat, beat... Cos'era il Beat?". La scelta è ricaduta sui Meteors, gruppo bolognese con all'attivo 2 album e una manciata di 45 giri. Mi piace questo gruppo per due semplici ragioni: per il loro suono, un po' ingenuo, scanzonato, solare e poi perché hanno "osato" italianizzare i brani dei Beatles. Siamo nel 1965, i Fab Four sono all'apice del loro successo internazionale, la beatlesmania dilaga ovunque e l'Italia non è immune al fenomeno. Prova ne è che un album di cover dei Beatles, con i testi tradotti in italiano, è quantomeno una scelta coraggiosa. Aggiungo che questo album da tempo fa parte della mia collezione di materiale raro dei Beatles o dedicato ai Beatles (confesso di essere un grande fan e collezionista di rarità in studio e dal vivo - sia in vinile che in CD - del quartetto di Liverpool). Gli unici due brani composti da loro (senza il titolo originale tra parentesi) sono, ovviamente in perfetto Beatles style.
TRACKLIST :
01 Twist and Shout
02 Quattrini no (Money)
03 Boys
04 Se mi trovassi con te
05 Long Tall Sally
06 Tra notte e giorno (A Hard Day's Night)
07 La tua voce (And I Love Her)
08 She Loves You
09 Dici che mi ami (Things We Said Today)
10 Insieme a voi
11 I Want to be your man
12 Lasciami con lei (I Feel Fine)
Ivo Faccioli: basso e voce
Vittorio Volpe: batteria
Enzo Cifiello: voce solista
Piero Gherardi: sax e flauto
Sergio Vicoli: tastiere
Marco Jimmy Villotti: chitarra solista
E ora un po' di nozioni (fonte: Wikipedia)
Il gruppo nasce alla fine degli anni '50 dalla diaspora dei Golden Rock Boys di Andrea Mingardi quando Ivo Faccioli (in arte Baby Evans) cantante e bassista, decide di fondare un gruppo orientato sul rock classico e sulle novità musicali che giungono dagli USA e dall'Inghilterra. La band, oltre a Faccioli, comprende Umberto Pizzi, Sergio Nicoli, Stefano Salviati e William della Corinna. Nel 1961, vanno in tour con Gene Vincent e ne vengono pesantemente influenzati. La formazione subisce alcuni cambiamenti ed entra in organico il cantante Enzo Cifiello (Ray Silver). Pubblicano per una piccola etichetta (Alfa Record) alcuni singoli. Nel 1963 entra a far parte del gruppo il chitarrista Jimmy Villotti. A quel punto la formazione consta di Jimmy Villotti (chitarra solista), Baby Evans (basso e canto), Ray Silver (cantante solista), Vittorio Volpe (batteria), Piero Gherardi (sax e flauto traverso) in arte Piero Dani.L'ingresso del chitarrista Jimmy Villotti impone una sterzata allo stile del gruppo che comincia ad eseguire il repertorio del Beat inglese. Nel 1964 partecipano al Festival degli sconosciuti di Ariccia con "Insieme a voi" e cominciano ad incidere per la RCA Italiana. Nello stesso anno partecipano al film "In ginocchio da te" con Gianni Morandi, eseguendo "Insieme a voi" (mascherati) ed accompagnando Morandi (di cui diventano il gruppo d'accompagnamento nelle serate - vedi foto)). Successivamente, i Meteors si esibiscono al Piper di Roma insieme ai Rokes. Incidono anche un album con una serie di cover e qualche pezzo originale. Nel 1965 incidono il secondo album, Beatlesmania, composto quasi completamente da cover dei Fab Four. Da allora in poi la stella dei Meteors comincia ad eclissarsi, proseguono l'attività con continui cambi di formazione (e l'ingresso di Sergio Nicoli, organo, Ciro Scognamiglio, basso, e Gilberto Faggioli, chitarra) e pubblicano l'ultimo singolo nel 1966, per la Polydor. Jimmy Villotti continuerà la propria carriera con alterno successo, fondando un gruppo rock, I Baci, poi i Tritons ed infine come chitarrista di Paolo Conte.Nei Meteors ha militato, nel loro ultimo periodo, anche un giovanissimo Dodi Battaglia, come bassista, (suonando con Daniele Guidazzi apprese i primi rudimenti della chitarra e divenne il grande chitarrista di oggi. Il suo primo assolo di chitarra fu quello di "Fortuna" dei Procol Harum. Insieme parteciparono alla data di Bologna, il 26 maggio 1968, del tour italiano del grande Jimy Hendrix.), per poi passare, nel 1968, nei ben più noti Pooh.
Per questa volta è tutto. Ci risentiamo a breve con il primo album dei Meteors (pubblicato nel 1964)
My Captain, dopo una benedizione così, non resta che metterci al lavoro.
RispondiEliminaAh, si è riunito il comitato di redazione? Non me n'ero accorto, ero in cantina a scantinare il mio bitt.
RispondiEliminaMa non si doveva stare sul beat-psych.ecc.ecc.? Preciso, a me va bene anche così. Piatto ricco mi ci ficco.
Ci sentiamo.......
Molto belle, una curiosità: in "Things We Said Today" dice "... ma nemmeno l'ombra ho mai visto dei baci tuoi..." ma subito la prima cosa che ho capito è stata: "... ma nemmeno a Londra ho visto dei baci come i tuoi..." Non sarebbe stato geniale?! Peccato che non l'abbiano fatto
RispondiEliminano no dice dice proprio l'ombra. Figurati! Londra! e che. in Inghilterra baciano meglio che in Italia? nahhh... magari Francone ci può erudire sull'argo
RispondiEliminaUn ricaricamento del link mi farebbe molto piacere.
RispondiEliminaDi nuovo Grazie. Uno dei miei gruppi beat preferiti! Alessio