domenica 13 gennaio 2013

Rodolfo Santandrea - 1985 - Ricordi e sogni del mio vescovo

Riposto questo davvero particolare lavoro per un motivo molto semplice: il gentilissimo Rodolfo Santandrea, nei commenti, ci ha regalato un approfondimento molto preciso sulla genesi di quest'album e sui musicisti che vi parteciparono. L'intervento di Rodolfo lo trovate alla fine del post: Come potrete vedere, ci avevamo visto giusto nel proporlo qui sulla Stratosfera. Un grandissimo ringraziamento a Rodolfo Santandrea, persona davvero disponibilissima...

 TRACKLIST :

01 - La vecchia melodia
02 - Adone
03 - Ave Maria
04 - Mothes cry
05 - Le cose
06 - Las sirenas
07 - Cuori rubati
08 - Quale calma
09 - De-suite
10 - Il nuotatore

Come ormai saprete, se ci conoscete bene, qui dalle parti della stratosfera amiamo andare a scovare, all'interno della musica italiana dei passati decenni, quelle gemme dimenticate nell'ambito del "rock" progressivo/sperimentale/d'avanguardia. Questo album, colpevolmente trascurato dalla miopia degli ascoltatori degli anni 80, appartiene in pieno alla categoria, io l'ho scoperto da circa una settimana e ne sono rimasto davvero colpito: Santandrea, un anno dopo dall'uscita del suo primo disco che gli aprì le porte del successo, ebbe il coraggio di pubblicare un album che davvero non concedeva niente all'aspetto più commerciale del pop di quegli anni, con sperimentalismi che addirittura a tratti mi ricordano il Battiato di album quali "Sulle corde di Aries" o "Clic", soprattutto nell'uso di musica classica, voci liriche e citazioni "colte" ("De Suite") unite ad uso di rumori (la goccia nella bellissima e struggente "Ave Maria"), a testi cantati in varie lingue (italiano, inglese, latino, tedesco, mi sembra russo in "Cuori rubati") e ad un uso consapevole dell'elettronica, anche se sempre in chiave "minimale". Ma con questo non voglio dire che ci troviamo di fronte ad un'imitazione di Battiato: la formazione personale classica e la caratura di Rodolfo, fatta di anni e anni di studio (si legga qui sotto la lunga biografia"musicale" di questo grande artista), lo rendono capace di sviluppare, sempre in un ambito d'avanguardia, una strada personale fatta di grande competenza e padronanza dei "mezzi" e, non dimentichiamoci, molto coraggiosa: questo soprattutto se pensiamo all'Italia da festivalbar degli anni 80, in cui lo stesso Battiato percorreva ormai vie più vicine ai gusti del grande pubblico. La voce di Rodolfo in quest'album è incredibile, sempre all'altezza della situazione, anche quando percorre sentieri vocali di estrema difficoltà e peri(pe)zia, tanto da farmi sentire colpevole per non aver mai saputo nulla di quest'album sino a una settimana fa: si ascolti, solo a titolo d'esempio, lo strascicato, bellissimo e "malato" blues "Mothes Cry"; l'interpretazione è da brividi, ragazzi...

 Biografia di Rodolfo Santandrea:
(testo tratto dal sito ufficiale dell'artista)

Nasce a Faenza, ultimo allievo di V. Matteucci, come voce bianca, si specializza sotto la guida del M° L.Ceroni che lo vuole parte della sua orchestra, come cantante chitarrista di professione, non appena sedicenne; l’organista M. B. Brusa gli fornisce le basi dell’ armonia. Del 1978 sono le sue prime composizioni e le sue prime esperienze internazionali; Viene inviato dal proprio Istituto a Parigi dove avvicina i linguaggi della contemporaneità presso il forum de “Les halles” ed il Centro Pompidou, fucina dell’avanguardia artistica. Entra alla scuola del compositore A. Varotti, si diploma al Magistero dell’Istituto “G. Ballardini” e prosegue gli studi all’Accademia di Belle Arti in Bologna. Viaggia in Jugoslavia, in Austria ed in Germania, si trasferisce a vivere a Pisa dove fonda la sua prima scuola. In seguito fa il primo tour in Sicilia e viaggia ancora: a Londra, nell’Inghilterra del Nord ed in Grecia; Entra nella Scuola Romana e si trasferisce a Roma. Dopo questa prima serie di esperienze viene notato dal talent scout G. Ravera, partecipa al concorso “Voci Nuove di Castrocaro Terme” e firma un contratto come autore esclusivo per RCA/Fonit-Cetra. In conseguenza realizza come giovane produttore il Q Disc d’esordio, l’album “Santandrea” e debutta in Rai. E’ presente alla Vela d’Argento di Riva del Garda e partecipa al Festival di San Remo, presentando il brano “La Fenice”, scritto a quattro mani con R.Cocciante, “Premio della Critica giornalistica”. Pubblica l’album “Santandrea” ed è ospite della Rai International alla “European Top Star” di Knokke, in Belgio, dove ha la sua prima esperienza come maestro concertatore oltre che come interprete.
Parte in tournèe con il “Maurizio Costanzo show”, approda poi al Parioli. La sua “Fenice” è realizzata da Raidue in video ed è sigla iniziale del programma Mixer di Gianni Minoli. Collabora con Lilly Greco e M. Castelnuovo per RCA. Pubblica “Ricordi e sogni del mio vescovo”. Grazie alla frequentazione agli studi: R.a.i, R.c.a. e C.a.m ed agl’incontri ed ai consigli di E. Morricone, L. Werthmuller, alle collaborazione con B. Canfora , B. Birìaco, M. Melato, P. Pravo e G. Ferri si caratterizza nella propria iniziale linea compositiva. La sua carriera viene bruscamente interrotta dal servizio di leva. Rodolfo chiede di essere svincolato dai suoi impegni contrattuali con gli editori romani, ottiene una liberatoria che paga a caro prezzo e firma con l’editore Ricordi a Milano.
Svolta con l’uscita di “Aiutatemi amo i delfini”, lavoro fortemente lirico ed intimista realizzato con l’Orchestra da Camera della Romagna, da lui diretto e presentato al Disco per l’Estate di Saint Vincent. Realizza il primo Video-Clip di “Un’arancia” col regista R. Gligorov. Gli anni successivi lo vedono supporter di Edoardo Bennato nel "Viva La Mamma Tour", con un itinerario lontano dalle logiche del mercato convenzionale, verso esperienze di contatto diretto e personale con il pubblico. Dopo la partecipazione a rassegne e festival, nonché a varie trasmissioni televisive, le sue prime opere sono pubblicate da Fonit-Cetra e Ricordi editori a Milano. Rodolfo continua la ricerca personale principalmente nel campo della musica elettronica sia colta che d’uso e prosegue la propria attività di compositore collaborando con l’editore Mazzesi a Ravenna. L’album “Anni”, raccoglie canzoni realizzate da Santandrea ed è presente al M.i.d.e.m. di Cannès. Partecipa al Buskers’ Festival di Ferrara ed inizia una serie di concerti di ispirazione dantesca in collaborazione col compositore A. Varotti. L’anziano padre maestro francescano, vice-presidente dell’Accademia Filarmonica di Bologna, lo guida e lo accompagna in Firenze Santa Maria de’ Ricci, in Fonte Avellana, in Cantiano, in Bologna, in Assisi ed in tutti quei luoghi consoni al suo faticoso rinnovamento spirituale. Nel mentre, Santandrea, pare ricominciare da capo, si perfeziona al conservatorio “B. Maderna” di Cesena, istituzione di alta cultura e debutta nel teatro d’opera di tradizione. Partecipa ai lavori del Rigoletto di G. Verdi al Teatro Bonci, assume la direzione artistica del Teatro Fellini ed effettua audizioni per vari ruoli al Comunale di Firenze, all’Arena di Verona, al Comunale di Ferrara, alla Scala di Milano. Inizia una stretta collaborazione con le soprano R. De Ponte, R. Maetake, T. Otsuka, col tenore R. Rodriguez e collabora esclusivamente con musicisti di rigorosa formazione classica.
Del marzo 2000, al Teatro della Concordia, è la sua opera prima “Il Figaro”, seguono “La luce del Drago”, “Metamorfosi”, “Il Fantasma” “Nascimento d’Aurora”, “ Pulcinella e la luna”, la collaborazione con l’Accademia dei Remoti, la produzione di “Amleto, in persona” di Cabiria. Il senso dell’arte di Rodolfo Santandrea, finalmente, con le interpretazioni mozartiane e rossiniane maturate tra Firenze e Venezia e con la sua Camerata Veneziana, è diventato pura ricerca scientifica che lo porta a concertare fino a Tokyo dal 1999 e successivamente ancora in Francia ed in Giappone nel 2002. Nel 2004 a “Ravenna Festival” come interprete e consulente musicale. Nel 2005 lascia la direzione del Fellini, di cui è artefice primo e fondatore e si dedica esclusivamente alla concertistica.
Il 2006 lo vede interprete di “The Telephone” di Giancarlo Menotti ancora a Tokyo, nell’occasione concerta anche ad Osaka . Nel 2007 dirige “Missing from Osaka”, “L’opera di Pulcinella” e tiene concerti e recite in Nord Italia. Del 2008 è l’ideazione e l’allestimento de “Il sorriso interiore” in collaborazione con lo scultore giapponese Mokichi Otsuka, la corale Polifonica Malatestiana, la camerata e la fondazione Balestra, nel museo d’arte contemporanea del Castello Malatesta, oltre che la scrittura e l’interpretazione di “Notorius”, il suo primo ruolo drammatico che porta la Scuola al Teatro Fraschini di Pavia. Rodolfo è “Premio della Critica” al Festival di Sanremo, “Premio della Canzone d’Autore”, “Premio Antenna d’Argento”, “Faenza Music Awards”, “Premio della Canzone Popolare Molisana”, è stato ospite d’onore al “Premio Internazionale Astor Piazzolla” per la sua interpretazione di “El dia che me quiera” di Carlos Gardèl. Più volte ospite in Rai e Mediaset di Pippo Baudo, Raffaella Carrà e Maurizio Costanzo oltre che in gran parte delle tv e delle radio libere del centro e del nord Italia. Rodolfo conta sperimentazioni diverse di teatro e musica, è vissuto nell’esperienza musicale fin dalla fanciullezza e si è trovato a contatto con diversi generi e stili. Avvicinando la sperimentazione si è dedicato anche alla musica concreta, computerizzata, all’uso degli elementi digitali e degli spazi possibili e degli effetti costruttivi di aloni e fasce sonore personalissime. Tale individualità può essere rilevata in ogni sua composizione, interpretazione o azione musicale. Senza schemi prestabiliti, senza ricorso a stilemi e formule usuali si estende sino alla ricerca di una consistenza specifica rivelatrice della sua personalità. Per apprezzarlo al meglio urge ascoltarlo dal vivo, in ogni concerto, dopo quasi trent’anni di carriera,. Rodolfo ha ancora il generoso entusiasmo del principiante assoluto e ci contagia con la semplicità e la disarmante euforia di ogni suo gesto.

Augurando a tutti buon ascolto, ringrazio enormemente Rodolfo Santandrea in persona per aver condiviso sul suo canale you tube questo bellissimo e purtroppo dimenticato album e per avermi dato il permesso di dedicargli questo post. Ragazzi, vi ricordo che, nella sezione "shop" del sito ufficiale del gentilissimo  Rodolfo Santandrea sono acquistabili, per una volta ad un prezzo accessibile, i suoi lavori (al di fuori di quest'album penso ormai introvabile e purtroppo mai ristampato)...


P.S. - Rodolfo, se stai leggendo, mi piacerebbe saperne di più su quest'album, al quale è dedicata solo una citazione nella biografia sul tuo sito ufficiale. Per esempio, chi altri vi collaborò? Se hai voglia e tempo, noi siamo qui e te ne saremmo veramente grati...

...Rodolfo Santandrea dixit: 

 Caro Captain, mi è piaciuto come hai criticato quel lavoro. Dunque, facciamo mente locale: il lavoro di composizione è stato molto solitario, ma, in fase di realizzazione, lo studio era molto frequentato. Realizzato all'Alfa Record la prima fase su bobine sedici tracce, c'erano: Fabrizio Foschini (ora produttore degli Stadio), Giancarlo Alboni (ora morto in un incidente stradale, ahinoi...), Fosco Foschini al contrabbasso (già nei tour "I lupi", "pigro" di Ivan Graziani), Enrico Querciagrossa e Franco Bonucci (controcanti nel "Nuotatore"). Poi...ah! C'erano anche Marco Luberti (quello che ha scritto "Bella senz'anima" di Cocciante), i due fratelli del più noto Gianni Nazzaro, Maurizio (chitarrista) ed Annamaria (la soprano). Finita la lavorazione all'Alfa andammo a recuperare un po' di turni al Cat Studio di Roberto Gatto, e lì con Luca del Frà (il fonico), iniziò una collaborazione con Italo "Lilli" Greco (che più che altro pontificava). Bè, al seguito di Lilli ci dette 'na mano Arturino, ovvero il maestro Arturo Stalteri dei Pierrot Lunaire, che scrisse dei bei pianoforti sul grancoda. In più, Lucio (Quarantotto, ora morto sai come no?), insomma quello che ha scritto "Con te partirò", in quel periodo, siccome era a piedi, viaggiava con me (che c'avevo un bel Mercedes vecchio che mi ero comprato coi quattrini di Sanremo), e siamo diventati amici; lui bazzigava a Roma perchè doveva fare il suo secondo album "Ehilà", e io gli ho detto: "Lucio, passa in studio, che ti faccio fare un paio di voci così becchi un po' di soldi per i turni.", quindi Lucio fece quella partecipazione ne "Le Cose". Ok, mi sembra tutto, fammi pensare...ma più o meno sì, l'album fu fatto sparire subito, stampato "Spaghetti" da Alessandro Colombini a Milano, ci fu una storia strana nel contesto Mondadori a Segrate, Ricordi acquistò il vinile e io persi le tracce di tutto l'ambaradam. Questo è, molto incazzato chiesi la liberatoria dalla mia Casa Produttrice, cercando di inseguire il risultato del mio lavoro firmai con la Ricordi, a Milano, tentando di rintracciare il vinile ma mi dissero che era andato tutto venduto, mi dettero un bell'assegno e non ne seppi più nulla, però mi fa ancora un po' male al fegato pensando allo show business, così sono passato nello star system, mi capisci? Bè, speriamo di sì. Ciao

Post by Captain with Rodolfo Santandrea 

3 commenti:

  1. Grazie infinite !! Riguardo Santandrea sono pochi coloro che lo ricordano ... volevo sapere se avresti la possibilità di uppare anche il suo primo introvabile lp , quello con ''La fenice'' .
    Grazie e complimenti x il blog .

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  2. Caro Captain, mi è piaciuto come hai criticato quel lavoro. Dunque, facciamo mente locale: il lavoro di composizione è stato molto solitario, ma, in fase di realizzazione, lo studio era molto frequentato. Realizzato all'Alfa Record la prima fase su bobine sedici tracce, c'erano: Fabrizio Foschini (ora produttore degli Stadio), Giancarlo Alboni (ora morto in un incidente stradale, ahinoi...), Fosco Foschini al contrabbasso (già nei tour "I lupi", "pigro" di Ivan Graziani), Enrico Querciagrossa e Franco Bonucci (controcanti nel "Nuotatore"). Poi...ah! C'erano anche Marco Luberti (quello che ha scritto "Bella senz'anima" di Cocciante), i due fratelli del più noto Gianni Nazzaro, Maurizio (chitarrista) ed Annamaria (la soprano). Finita la lavorazione all'Alfa andammo a recuperare un po' di turni al Cat Studio di Roberto Gatto, e lì con Luca del Frà (il fonico), iniziò una collaborazione con Italo "Lilli" Greco (che più che altro pontificava). Bè, al seguito di Lilli ci dette 'na mano Arturino, ovvero il maestro Arturo Stalteri dei Pierrot Lunaire, che scrisse dei bei pianoforti sul grancoda. In più, Lucio (Quarantotto, ora morto sai come no?), insomma quello che ha scritto "Con te partirò", in quel periodo, siccome era a piedi, viaggiava con me (che c'avevo un bel Mercedes vecchio che mi ero comprato coi quattrini di Sanremo), e siamo diventati amici; lui bazzigava a Roma perchè doveva fare il suo secondo album "Ehilà", e io gli ho detto: "Lucio, passa in studio, che ti faccio fare un paio di voci così becchi un po' di soldi per i turni.", quindi Lucio fece quella partecipazione ne "Le Cose". Ok, mi sembra tutto, fammi pensare...ma più o meno sì, l'album fu fatto sparire subito, stampato "Spaghetti" da Alessandro Colombini a Milano, ci fu una storia strana nel contesto Mondadori a Segrate, Ricordi acquistò il vinile e io persi le tracce di tutto l'ambaradam. Questo è, molto incazzato chiesi la liberatoria dalla mia Casa Produttrice, cercando di inseguire il risultato del mio lavoro firmai con la Ricordi, a Milano, tentando di rintracciare il vinile ma mi dissero che era andato tutto venduto, mi dettero un bell'assegno e non ne seppi più nulla, però mi fa ancora un po' male al fegato pensando allo show business, così sono passato nello star system, mi capisci? Bè, speriamo di sì. Ciao

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  3. Ciao Captain , seguo verso la stratosfera oramai da qualce anno , e ti faccio i miei complimenti , per la passione che ci metti nel scoprire vere chicche del passato oramai andate perdute.
    Ringrazio tanto anche Rodolfo Santandrea che ha pubblicato su youtube i suoi 4 vinili (meravigliosi) . Ero giovanissimo quando LA FENICE la sentii per la primo volta , tanto da dimenticarla ,comunque diciamo che è risorta ...

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