venerdì 3 gennaio 2014

The Ciros 1965/1969

The Ciros nascono nel 1965 dal duo Nicodemo Malena e Nick Malena che insieme a "Capo" Michele Mezzotero idearono la prima "Rampa" (Festival di canzoni). Nel novembre del 1965 al duo Malena si aggiunse Cataldo Amoruso al basso e Salvatore Molinari alla batteria. Il 12 febbraio del 1966 debuttarono al cinema Russo ottenendo un grande successo. Incominciarono a girare per i paesi della Calabria partecipando alle feste di piazza che procurava l’abile e bravo Giuseppe Seminara. In seguito, Salvatore Molinari, per un banale disguido, fu sostituito da Cataldo De Bartolo.

Nello stesso anno Cataldo Amoruso compose la canzone “Un giorno triste”, il disco approdò alla Rai e venne trasmesso dalla radio alle due del pomeriggio per circa un anno, e ciò aumentò la popolarità dei Ciros, poiché potevano sintonizzarsi alla radio ed ascoltare “Un giorno triste” in tutta Italia, così gli immigrati calabresi, diffusi in Lombardia, Piemonte, Liguria ed altre regioni potevano essere orgogliosi di ascoltare questo gruppo vocale di giovani cirotani.


Un giorno triste


I Ciros parteciparono alla Rampa del 1966, come ospite c’era Aurelio Fierro col suo cavallo di battaglia “Lazzarella”, con “Guaglione” e “Scapricciatelo”. C’era anche Tony Astarita che cantava “Core Spezzato”. Alla "Rampa" del 1967 parteciparono Gimmy Fontana con “Il Mondo” e Riccardo del Turco con “Luglio”, nel 1968 la protagonista della Rampa fu Anna Identici. Nel 1967 Cataldo Amoruso con i Ciros incise un altro pezzo molto discusso all’epoca “Quella che cercavo” cantata da Rino Noce e un “Tipo come te” cantata da Gino Colicchio, due nuovi acquisti dei Ciros perché era andato via il bravo Nick Malena. Alla fine del 1968 Cataldo Amoruso e i Ciros approdarono a Roma al Night Club il Maxsim con una nuova formazione. Basso Amoruso, chitarra Franco Remo, organo Rino Noce, voce solista Gino Colicchio, che ormai aveva lasciato definitivamente i Ribelli di Celentano, alla batteria ritornò Salvatore Molinari.

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A Roma i Ciros si esibirono in molti locali come il “2000”, “la Baita”, l’ex “Carosello”, “Il Pipistrello” suonarono al Piper applauditi da Rochy Roberts, Wess, Santino Rocchetti e l’affascinante Lola Falana, grandi applausi per Colicchio che si esibì con “Marghes”, un pezzo di rhythme blus e Cataldo Amoruso con “Tornado”, pezzo virtuoso per chitarra solista.
Dopo tanto girovagare fecero un contratto di due mesi al Sant Moriz, un Night Club nei pressi di Via Veneto. In questo periodo pubblicarono per la voce di Gino Colicchio:


A lei/I giochi dell'estate



La ragazza dai blue jeans/Una notte per Elisa

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Stefania/Sono un uomo che ama


Poi partirono per Brindisi con una nuova formazione, al basso Cataldo Amoruso, alla chitarra Peppino Malena, alla batteria Demo Marolda, voce solista Salvatore Molinari e al pianoforte Ivan Straxtoric un pianista argentino di origine russa. Da Brindisi andarono a Taormina nel night “La Rupe” locale frequentato da gente del cinema.
Dopo Taormina il gruppo avrebbe dovuto tornare a Roma, ma purtroppo il permesso di soggiorno di Ivan, il pianista, era scaduto ed il complesso si sciolse nel settembre del 1969.






cirò marina mercoledì 03 luglio 2013
di Cataldo Amoruso

Il Cantante Nino Malena ci ha lasciati, un altro pezzo di vita che se ne va. E’ stato un buon artigiano ed un bravo cantante, ma io voglio parlare del cantante. L’ho sentito cantare, per la prima volta, nelle calde sere d’estate insieme a Demo Russo nell’immediato dopoguerra. Correva l’anno 1948, nel mio vicolo, di notte, portava le serenate ed allietava tutti coloro che lo ascoltavano. Per Cirò Marina è stato una istituzione, il cantante per antonomasia, bella voce, intonata, peccato che in quel tempo era molto difficile intraprendere una qualsiasi iniziativa di lasciare il paese per dedicarsi al canto, erano tempi duri, la guerra ci aveva lasciati poveri e disperati per cui si doveva lavorare sodo per sopravvivere. Nel 1953 finalmente conobbi Nino che partecipava ad uno dei tanti spettacoli che allestiva il Capo Mezzotero, avevo iniziato a suonare la chitarra insieme a Mimì Nigro, Salvatore Bastone, Cataldo Parrotta, a volte veniva da Cariati Rocco Trento con la sua fisarmonica e così incominciavo ad accompagnare i cantanti delle riviste che allestiva il “Capo”. Il dominus della compagnia, per quanto riguardava la parte musicale, era Nino Malena, non mancavano Demo Russo, Gaetano Mezzotero e Gino Cosenza. Nel 1955 incominciò il mio sodalizio con Nino. Quell’anno vinse il Festival di San Remo Claudio Villa, con “Buon giorno tristezza” celebre canzone, che Nino interpretava molto bene. Incominciammo a provare altre canzoni come: “Serenata celeste,”; “Passione tra gli ulivi” scritta da Claudio Villa, “Incantatela”; “Corde della mia chitarra”; “Cancello tra le rose”; e tante altre canzoni classiche napoletane. Dopo aver preparato un buon repertorio incominciammo a fare serenate, per le “Rughe” (I vicoli), per appagare la nostra passione di cantare e suonare di notte sotto la luna.

Ricordo che dopo aver terminato la serenata c’era qualcuno che ci regalava una soppressata, una salsiccia, altri ci regalavano “pastarelle e bucchinotti” , e altri ancora dolci fatti in casa, ogni tanto, però, buscavamo anche qualche secchio di acqua sulla testa, ma c’era la giovinezza, la vita che ci rideva negli anni più belli della stagione umana. In quella Italia ormai avviata alla ricostruzione, dove ogni novità ci entusiasmava e ci riempiva di gioia, dopo la catastrofica bufera della scellerata guerra del 1940. Pensando a tutto ciò, la notizia della scomparsa dell’amico Nino , si è scatenato dentro di me una sorta di impetuoso torrente di nostalgia e di malinconia che mi ha travolto, pensando che è partito, in quel di Strongoli, col treno delle nebbie per le stazioni del silenzio. Nel volto dei due suoi figli Antonio E Franco, che dal padre ha ereditato il dono della voce, ho rivisto per un attimo quando erano bambini e poi adolescenti, ricordo che giravano sul palco della Rampa fra i giurati e i musicisti. Antonio mi diceva sempre: “La chitarra te lo porto io”. La voce alto levata di Nino entusiasmava gli spettatori della Rampa, grande manifestazione canora degli anni 60. Alla fine degli anni 50 e inizio degli anni 60 formai il mio primo complesso musicale che si chiamava “Gli Snelli”, per via della mia eccessiva magrezza. Suonavamo in un locale all’aperto, sul muraglione, cantavano, Nino Malena, Cataldo Morelli, Giovanni Russo di Cariati, Nicodemo Malena detto Nick. Gli spettatori paganti sedevano dentro lo “Scialè”, mentre tante persone sedevano sulla sabbia del mare. Quando, Nino Malena cantava “Passione tra Gli ulivi” “ Nunne a credere”, alla fine della esecuzione scoppiava quasi sempre una vera ovazione di applausi. Dal 1966 al 68 è stato con il complesso “I Ciros”. Abbiamo girato quasi tutta la Calabria e dovunque ci esibivamo Nino Malena era sempre il più applaudito. Di lui ci resta il ricordo, le sue canzoni, il suo canto nel vento. Ci manca la sua presenza, la sua dialettica orginale, il suo motto quasi filosofico quando diceva “ L’uomo è un animale sbagliato”. Quasi simile al motto del filosofo tedesco Nietzsche che dice “L’uomo è l’animale peggio riuscito.”. Non dobbiamo dimenticarlo perché, in fondo, si è vissuti solo se siamo o saremo ricordati.



6 commenti:

  1. Gino Colicchio nei Ribelli di Celentano, come no! Ma per fare dei copia ed incolla da internet irragionati così, meglio evitare!

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    1. Primo potresti qualificarti non nascondendoti dietro all'anonimato.
      Secondo potresti moderare i termini e renderti utile aggiornando e correggendo quello che ho scritto.
      Terzo, purtroppo quello che si trova in rete è questa roba, nessuno ci aiuta e noi facciamo come possiamo.
      Se sei così ben ferrato sui Ciros, mi mandi le tue info by mail e io sarò felice di corregegre e/o integrare, ma un'affermazione buttata lì, oltretutto denigratoria, non ha nessun valore senza un obiettivo riscontro!
      Roberto

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  2. E sì purtroppo io amo alla follia questo blog e lo seguo, pur senza commentare, dai suoi inizi, ma mi sono accorto che diversi post degli anni 60, quelli del tal Grog, sono spesso copiati e incollati da altri blog o similari. La cosa in sè non sarebbe un problema, se venissero dichiarate le fonti di provenienza dei testi. Altrimenti è solo appropriazione indebita di testi altrui. Per esempio il post dei Los Brincos è interamente ricalcato su quello dedicato allo stesso gruppo da Vlad il vampiro sul suo blog pensieri_p33, andate a controllare e vedrete. Peccato queste nette cadute di stile per un blog che io reputo assolutamente eccellente, per contenuti ed idee. E strano che nessun amministratore prenda dei provvedimenti in merito.

    Il Tromba

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    1. Caro il Tromba, il GROG sono io!
      Il copia incolla nella rete non è assolutamente proibito o vietato, la fonte la devi citare se scrivi un libro e inserisci tracce di altri, in quanto il libro lo vendi, ma qui non si vende nulla e quello che trovi in rete lo puoi pescare tranquillamente, basta che non sia a scopo di lucro. Farò tesoro delle tue parole e, se mai ritornerò a scrivere e postare, prometto che citerò le mie fonti. Non ho mai negato di aver scopiazzato a destra e a manca (se ho preso da libri ho sempre scritto la fonte), ma le immagini le ho cercate per mari e per monti, il post l'ho composto io e la musica ce l'ho io e la condivido, chi altro la condivide?
      Roberto alias GROG

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    2. Per come la vedo io, qualsiasi apporto culturale, preso da qualsiasi tipo di supporto, anche se non legato a scopi di guadagno, va rispettato in quanto tale ed è trasparenza citare l'autore originale dello scritto, ove possibile. Quanto al condividere musica, sono migliaia quelli che lo fanno, alcuni meritevoli anche su questo stesso blog. D'altronde anche tu li hai presi da qualche parte i tuoi contributi, quindi qualcuno li aveva già condivisi. Oppure vengono tutti da tuoi ellepì e singoli e li hai digitalizzati tu?
      Detto questo torno al mio silenzio, ribadisco che questo è un blog eccellente e proprio per questo mi spiace vedere post come quello sopra citato...

      Il Tromba ancor più strombazzante

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    3. Beh Tromba, pensala come vuoi, qualcosa l'ho scaricato e molto ce l'ho. Quello che non ho in questo periodo è il tempo, come hai notato ho smesso di postare, non per mancanza di materiale, ma di tempo. Farò in futuro molti meno posts, ma non saranno più scopiazzature come le chiami tu, bensì saranno mie interviste agli autori di quegli anni '60.... e quando possibile, anche la musica, direttamente dagli autori!

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