lunedì 14 novembre 2016

Dario Baldan Bembo - 1977 - Migrazione

 TRACKLIST :

1 - Migrazione
2 - Viaggio
3 - Arrivo
4 - Non mi lasciare
5 - Lontana Eri
6 - Città Dei Pensieri
7 - La Mia Casa
8 - Risveglio

Prima di passare all'analisi del disco che vi presentiamo, consentitemi di scusarmi con Mauro Lizard, che mi passò questo ed altri contributi moltissimo tempo fa. Purtroppo questi contributi erano finiti, dimenticati sino ad ora, sul mio portatile del lavoro, che non accendo mai a casa. Grazie dunque a Lizard per il bellissimo contributo e passiamo a parlare di "Migrazione"...

Concept album, un concetto questo (e mi perdonerete l'allitterazione) che fa immediatamente brillare gli occhi a noi appassionati di rock progressivo, e che vanta esempi mirabili durante tutta la decade dei seventies (e non solo) sia in italia che all'estero. In effetti, in tutte le canzoni del disco, ritroviamo il tema della distanza e degli affetti lasciati lontano, sentimento tipico ed unificante per il popolo cosidetto dei migranti. Tema mai attuale e doloroso come oggi, che ci troviamo a vivere i periodi che tutti sappiamo, a cui purtroppo ci stiamo persino abituando. Il pezzo dell'album più affine al nostro blog è certamente la strumentale "Arrivo", davvero un gioiellino che, con i suoi 7 minuti e mezzo, è anche il secondo brano più lungo dell'album. Molto belle a mio giudizio risultano anche la open/title track "Migrazione" con un ottimo incedere e "Viaggio", con un bell'assolo di flauto nel finale. Un discorso a parte lo merita la davvero ottima "Città dei pensieri", 11 minuti abbondanti per un pezzo davvero memorabile, con un ottimo uso dei cori. Per il resto, belle canzoni  comunque non banali (vedi ad esempio il singolo di successo "Non mi lasciare"), anche se viene concesso decisamente più spazio alla melodia ed all'immediatezza dei suoni (bisogna pur campare, direbbe qualcuno).

Per chiudere il cerchio, quest'album dimostra, se ce ne fosse bisogno, che Dario baladan Bembo non è solo quello, che tutti ricordiamo, di "L'amico" (Ancora risuona nell'aere il refrain inconfondibile "...E', l'amico è, qualcosa che più ce n'è meglio è..." - e chi non la conosce?) di portobelliana memoria, ma un artista di deciso spessore (lo dimostra anche l'enorme quantità di canzoni scritte per molti artisti, tra cui ricordiamo alcuni dei più grandi successi di Renato Zero e Riccardo Fogli

 La Nuova Equipe 84: da sinistra a destra, Franz Di Cioccio, Dario Baldan Bembo, Maurizio Vandelli e Victor Sogliani

Su wikipedia è possibile leggere una biografia abbastanza approfondita di Dario Baldan Bembo (al link l'articolo completo):

"(...) Eccellente pianista e tastierista, inizia l'attività nel mondo musicale con il fratello maggiore Alberto (pianista, organista e vibrafonista) con cui si esibisce durante le serate estive in vari locali; nel 1966 conosce Ico Cerutti, che lo porta al Clan Celentano come tastierista, e si mette in luce suonando nei dischi dell'etichetta. Il primo grande successo di Dario Baldan Bembo è il celebre tema strumentale Djamballà, colonna sonora del film Il dio serpente, uscito nel 1970 con Nadia Cassini come protagonista. La genesi di questo brano è molto controversa a causa di una disputa con Augusto Martelli, che chiese a Baldan Bembo (all'epoca giovanissimo e non ancora iscritto alla Siae) di collaborare alle musiche per il film. L'autore formalmente registrato alla Siae per Djamballà rimase Martelli, ma Baldan Bembo ha più volte spiegato negli anni cosa accadde in realtà. Collabora poi con Lucio Battisti nel disco Amore e non amore nel 1970 (ma pubblicato nel 1971): in quell'occasione conosce il batterista de I Quelli, Franz Di Cioccio, con cui entra nella formazione dell'Equipe 84, in difficoltà per l'arresto di Alfio Cantarella e la defezione di Franco Ceccarelli. L'Equipe incide nel disco Casa mia le due prime canzoni scritte da Baldan Bembo su testo di Maurizio Vandelli, "Nessuno" e "2000 km"; grazie a Battisti conosce Bruno Lauzi, che gli scrive due testi per due brani che verranno portati al successo da Mia Martini: Piccolo uomo e Donna sola (1972). (...). Partecipa inoltre, in qualità di tastierista, nell'LP Seduto sull'alba a guardare dei Salis. Nel 1972 compone insieme a Ciro Dammicco la musica della canzone Le rose blu. Con il testo di Alberto Salerno la canzone esce su 45 giri senza nessun riscontro di vendita. Dopo alcuni mesi, grazie all'intervento di Vince Tempera, viene realizzata una versione strumentale del pezzo, che diventa un grande successo con il nome di Soleado. Successivamente la canzone esce in America con una versione dal titolo When a child is born, che diventa una hit natalizia e che verrà cantata dalle maggiori Star mondiali: Bing Crosby, Mireille Mathieu, Demis Roussos, Placido Domingo, Andrea Bocelli, Il Divo, Sarah Brightman e tanti altri. Nel 1975 debutta come cantautore con Aria, che sarà un successo internazionale, a cui farà seguito nel 1977 Non mi lasciare."


Post by Captain & Mauro Lizard

2 commenti:

  1. Ottimi brani carichi d'atmosfera e di pathos.

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  2. Non conoscevo Dario Baldan Bembo sotto questa veste semi-prog... Gradevole...
    Luca

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