Leonard Cohen Special Tribute
TRACKLIST:
Disc 1
01. Bird on the Wire
02. The Law
03. Hey, That's No Way to Say Goodbye
04. Who by Fire
05. Sisters of Mercy
06. There Is a War
07. Dance Me to the End of Love
08. Night Comes On
09. The Partisan (Anna Marly/Hy Zaret)
10. Hallelujah (cut end - sorry!)
Disc 2
11. Avalanche (Leonard Cohen solo)
12. Chelsea Hotel #2 (Leonard Cohen solo)
13. The Stranger Song (Leonard Cohen solo)
14. Story of Isaac
15. Famous Blue Raincoat
16. Lover, Lover, Lover
17. Tennessee Waltz (Pee Wee King/Redd Stewart/Leonard Cohen)
18. Memories (Leonard Cohen/Phil Spector)
Encores
19. Suzanne
20. If It Be Your Will
21. Passin' Through (Richard Blakesley, arr. Leonard Cohen)
22. So Long, Marianne
23. Bird on the Wire
THE BAND
Leonard Cohen - vocals, acoustic guitar
Anjani Thomas - vocals, keyboards
Mitchell Watkins - guitars, keyboards, back-up vocals
Ron Getman - guitars, pedal steel, back-up vocals
John Crowder - bass, back-up vocals
Richard Crooks - drums
Capitolo speciale della serie "Historic bands live in Italy" dedicato al grande Leonard Cohen.
A pochissimi giorni dalla sua scomparsa non potevamo esimerci dal dedicare al grande cantautore-poeta una pagina sulla Stratosfera. Niente prog quindi, ma grandi emozioni che si snodano al fianco di una nota di tristezza. I titoli sui giornali hanno definito Leonard Cohen come "la voce seducente di un poeta tormentato e senza tabù". Ed è proprio così. Cohen se ne andato anche lui, a 82 anni, nella sua casa di Los Angeles, in questo 2016 che si è preso con sé una miriade di nomi illustri. Qualche giorno fa aveva confessato al New Yorker, con la sua solita ironia: "Sono pronto a morire. Spero non sia troppo disagevole". La sua eredità musicale è sconfinata. Come accaduto per David Bowie con "Blackstar" anche Cohen lascia come ultimo testamento sonoro uno splendido disco fresco di stampa, "You Want it Darker".
Per ripercorrere il percorso storico e artistico di Leonard Cohen non basterebbe un intero volume. Tra gli innumerevoli articoli che ho letto in questi giorni sui quotidiani, mi è particolarmente piaciuto quello di Marinella Venegoni sulle pagine de La Stampa, laddove, con poche ma efficaci pennellate, ne definisce la personalità. "Artista di razza, poeta letterato e cantautore seminale, con la sua sensibilità spoglia e raffinata, la voce profonda e sexy, il rifiuto della retorica, Leonard Cohen ha costruito al pari di Bob Dylan le sensibilità e gli umori di una generazione che guardava sempre avanti e altrove".
Credo che l'essenza di Cohen la si ritrovi ben sintetizzata in queste poche righe. Peraltro va ricordato che esordì come scrittore a soli 22 anni, con un romanzo. "Beautiful Losers", questo il titolo, che venne osannato dalla critica letteraria. Agli albori della sua discografia si posizione quel leggendario "Songs of Leonard Cohen", data 1967. Voce, chitarra e null'altro. Tra i solchi alcuni capolavori quali Suzanne e So Long, Marianne, che lo seguiranno nel corso della vita. Suzanne con ogni probabilità è il brano più "coverato" di Cohen, da Joan Baez ai Fairport Convention, da Neil Diamond ai REM, e moltissimi altri ancora, incluso il nostro Fabrizio De André che ne realizzò una versione in italiano nel 1972. Nel 1969 viene pubblicato "Songs from a Room", altro capolavoro che ricordo essere stato il primo disco in assoluto di LC che ho ascoltato. Nel 1970 è tra i protagonisti del Festival dell'isola di Wight. Nel 1974, scrive Chelsea Hotel #2, dove racconta la sua breve relazione con Janis Joplin. Lo ricorda anche nel concerto di Milano. Nel 1984 incide un altro grande capolavoro, ripreso anche da John Cale, intitolato Hallelujah (che nel concerto viene presentata come new song, ma purtroppo è tagliata alla fine). Questi e altri brani fanno parte dello splendido concerto che vi offriamo in questo speciale capitolo. Si tratta della prima volta di Leonard Cohen in Italia, così come ricorda lo stesso cantautore prima di Sisters of Mercy. Come avrete visto dal titolo, il concerto è stato registrato al Teatro Orfeo di Milano, il 24 marzo 1985. Una ottima band lo accompagna, ad iniziare da Anjani Thomas, sua compagna e musa ispiratrice, alla voce e tastiere.
Spero che lo show, proposto nella sua integralità, sia di vostro gradimento, così come l'ho gradito e apprezzato io nel corso di questi anni. Ho diviso il concerto in due distinti CD, coincidenti con i due set. La qualità sonora non è eccelsa, mentre sono eccelse le emozioni che Leonard ci trasmette con la sua voce e la sua musica. Dite la vostra su Leonard Cohen. Non può che farci piacere.
Thank You Leonard. We don't forget
Post by George
Bellissimo. Ma non era già stato a Milano in Statale?
RispondiEliminaGeorge, ho sempre ammirato i tuoi post, questa volta però sei riuscito a commuovermi. Thanks! Frank - One
RispondiEliminaSi George, con questo post hai toccato al massimo le corde della commozione.Questo concerto non si può non ascoltarlo.
RispondiEliminaGrazie
Grazie infinite, qui si tratta di un capolavoro, di poesia allo stato puro. Un'altro dei grandi autori é volato in cielo, ma i suoi magnifici brani continueranno a splendere in eterno.
RispondiEliminaGrande post, per un artista eccelso (tra parentesi, mi sarei aspettato nel altra enfasi dai principali organi di informazione: molti Tg hanno dato la notizia e via, senza servizi dedicati, o approfondimenti…).
RispondiEliminaColgo l'occasione per suggerire a qualche Stratosferico (se già non fosse in programma) un post che raccolga le versioni italiane di Leonard Cohen: De Andrè, Vanoni, Lalli e quanti altri
Ciao Andrea. Devo dire che mi hai anticipato la sorpresa, ovvero stavo facendo appunto ricerca per un lavoro come quello di cui hai scritto, unitamente ad un disco di Daiano che già dal titolo dice tutto: Io come chiunque (sulla pista di Cohen). Ahimè tempo tiranno potrebbe fare sì che qualcuno mi preceda, ma l'importante che il nostro blog se ne arricchisca a prescindere da chi pubblichi il lavoro. A presto, Frank - One
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