TRACKLIST
LATO A
Aladino (Siliotto)
Ninnia (Siliotto,
Borghetti, Siliotto)
Vivere e campare
(Siliotto, Borghetti, Siliotto)
I musicisti (però le
note) (Siliotto)
LATO B
Un angelo (Siliotto,
Borghetti, Siliotto)
S. Antonio (Siliotto)
Filastrocca (Siliotto, Borghetti, Siliotto)
Una sera di gennaio (Siliotto, Borghetti, Siliotto)
Se anche voi pensate che
sarebbe stato più giusto che Mauro Pagani avesse firmato il capolavoro “Creuza de ma” con Fabrizio De Andrè,
allora sarete forse d’accordo sul fatto che questo album avrebbe dovuto vedere come
contitolare in copertina anche Carlo Siliotto, il quale produce, arrangia e
firma tutti i pezzi (e infatti sul retro, a parziale risarcimento, campeggia la
scritta: “E’ un disco di Carlo Siliotto”)
Se di Siliotto è
pleonastico, qui, parlare (nomi come Canzoniere del Lazio e Carnascialia dicono
già tutto, per il resto c’è la pagina di Wikipedia e il suo sito personale), qualche nota in
più merita la pressoché sconosciuta Marivana
(all’anagrafe Marivana Viscuso), cantante palermitana cui, in quei turbinanti
primi anni 80, la DDD volle dare una chance producendole nel 1983 quello che, per
diversi anni, sarebbe rimasto l’unico suo lavoro discografico sulla lunga
distanza, e poi lanciandola sul mercato sottostante, nella fattispecie il “Festivalbar”
e la “Premiatissima” di quell’anno cruciale (ho delle idee sparse sul 1983 come
anno spartiacque della nostra musica leggera, ma questa è un’altra storia). Se,
infatti, il nome di Marivana può dire qualcosa a qualcuno, è probabile che sia
per via di un filmato che qualche anno fa la perfida Amanda Lear espose al
pubblico ludibrio in una puntata di “Cocktail
d’amore”, trasmissione irrinunciabile per i cultori del trash. In tale
spezzone, tratto da “Discoring”, la povera Marivana si esibiva in “I musicisti” con una certa calata apparentemente
sarda (nonostante le origini palermitane), e una presenza televisiva quanto
meno discutibile.
Come il Maestro
Battiato, faccio autodafè (lui dei suoi innamoramenti, io dei miei
travisamenti), e ammetto che anche io ero tra quegli stolti (e qui chiamo in
correo i miei amici Giaccio e Walter) che ci sghignazzarono sopra, e per
questo, quando a una fiera mi è traballato tra le mani questo album, credo a 5 o
10 euro, con il ghigno di cui sopra lo comprai senza esitazioni. Ebbene amici, non è
che qui si voglia, per amor di contraddizione, innalzare Alvaro Vitali al rango
di Charlie Chaplin, o “I Cinque del Quinto piano” al livello di “Lost”, ma
l’ascolto di questo album mi ha fatto davvero ricredere, e spero che possa
sorprendere positivamente anche voi, che già (ammettelo) siete stati stuzzicati
dalla corposa presenza di Carlo Siliotto. Se così è, ancor più sarete solleticati
dal sapere che tra i musicisti all’opera ci sono Marcello Vento e Giorgio
Vivaldi, ex compari del Canzoniere del Lazio, affiancati da Ares Tavolazzi
(Area): insomma, un bel pezzo dei compianti e seminali Carnascialia. A questo
parterre de roi si aggiungono turnisti di rango come Paolo Gianolio e Aldo
Banfi.
Musicalmente, siamo
dalle parti di un elettro/synth pop, ibridato da certa new wave (non di rado
oscura) e da suggestioni folk, nonché dal tentativo di succhiare la scia al
sound lanciato in quegli anni dal Maestro Battiato di cui sopra. La stessa voce
di Marivana si colloca, si parva licet,
tra Giuni Russo e Alice, delle quali cerca di cogliere una qualche ieraticità
nel modo di porsi. Passando a una rapida
disanima dei singoli pezzi, vi farà gli onori di casa Aladino, una filastrocca circolare che già dalle sue progressive
degradazioni vi farà supporre che in questo lavoro il folk sia una radice
inquieta. Si passa poi a Ninnia, ancora un folk cupo che trapela tra
le maglie del vestito pop, con quel bordone tipico della tradizione sarda, e a Vivere e campare, più marcatamente pop,
ma con un bel basso alla Jaco Pastorius e un riff di mandola. Chiude il lato A
quella famosa I musicisti di cui vi
accennavo prima, che premeditatamente accumula tutti i clichè negativi diffusi
sui musicisti, per ribaltarli nel refrain. Riascoltandola, mi viene il dubbio
che l’ostentazione della dizione simil-sarda sia forse voluta, usata per
connotare negativamente i portatori di tali pregiudizi (insomma, vox populi). Il
che mi costringerebbe ad andare a piedi e a nuoto fino in California (dove vive
oggi Marivana, come, tra l’altro, lo stesso Siliotto) a chiederle umilmente scusa. Il lato B si apre con
Un angelo, un’interessante apologo,
una storia che non sarebbe dispiaciuta a Ivan Graziani (pensate a versi come: “Gente venite, solo 5 monete/ e vedrete tra
polli e maiali/ coi vostri occhi/ un uomo anziano con le ali”), poi si
continua con Santo Antonio, un brano
che scherza con i santi (anche qui l’uso della marimba non può che rimandare
all’autore di “Stranizza d’amuri”, anche se Siliotto l’aveva già utilizzata in
altri lavori precedenti). Filastrocca è probabilmente il pezzo musicalmente più
sfizioso: arrangiato benissimo da Siliotto, è una cavalcata che si avvicina
alla migliore new wave inglese, quella più cupa, ma innervandola di sentori
folk orientali. Se affermo a petto in fuori che avrebbe potuto stare nel
repertorio dei primi Litfiba, bestemmio?
Si termina con Una sera di gennaio, forse il brano più scontato nel suo incedere lento-melodico, e infatti, con occhio lungo, fu scelto per partecipare a Festivalbar ‘83. Esito meno che minimo.
Il disco, che in retro copertina si fregia del fatto di essere il primo in Italia ad essere registrato con effetti olofonici
(una supercazzola che girava all’epoca: anche “Il grande sogno” di Vecchioni, dell'anno seguente, se
ne vantava), non è mai stato ristampato in CD, ma tutti i suoi brani sono
reperibili sul Tubo, anche se noi qui abbiamo preferito postare la versione
rippata da LP. Per quanto riguarda
Marivana, dopo qualche anno e due singoli di cui uno inedito su LP (vedi sotto),
tenta il tutto per tutto e si trasferisce negli Stati Uniti, con esiti certo
più positivi: diventa autrice per voci latino-americane, ottenendo un certo
successo con "Anuncio Clasificado" per Willie Rosario, finché nel
2011 cala il jolly partecipando a X-Factor USA, superando alcune fasi. Sulla
scia della nuova visibilità, pubblica in quell’anno due lavori. L’ultimo album,
“Simply Marivana”, solo digitale, è del 2016.
FORMAZIONE:
Marcello Vento -
batteria, percussioni
Ares Tavolazzi -
basso, mandolino, mandola
Paolo Gianolio -
chitarra
Giorgio Vivaldi -
percussioni
Claudio De Angelis -
piano, tastiere
Aldo Banfi -
sintetizzatore Sinclavier Il
Carlo Siliotto - Violino,
cori, sintetizzatore Emulator
Marivana Viscuso -
Voce
NOTA- Nel rippaggio i
due lati sono stati riversati su altrettanti files.
In realtà, prima
ancora che Amanda Lear mi avviasse, seppur per oscuri sentieri, verso la
scoperta di Marivana, io quella voce l’avevo già sentita, anni prima. E’ sua
infatti, la voce femminile che si sente in “Robinson”
l’album del ’79 di Roberto Vecchioni (vedi a volte la vita), sia
nell’introduzione solista a Roland - Chanson de geste, chanson sans
geste, sia nel controcanto di Lettera
da Marsala.
Abbiamo deciso quindi di compendiare il disco di Marivana con
la sua produzione coeva che comprende, appunto, la partecipazione ai due pezzi
poco prima citati, e il singolo inedito in LP dello stesso 1983. Questo 45 giri
di cover, se vede sul lato B una banale Che
sarà, è invece sorprendente nel lato A (sigla dell’omonima trasmissione televisiva)
in cui Le mille bolle blu, cavallo di
battaglia di Mina, viene rivisitata con una chiave vocale incredibilmente
anticipatrice non solo di Giusy Ferreri, ma anche, se mi passate il gioco dei
gradi di separazione, dello stile di Amy Winehouse.
Marivana oggi
Post by Andrea Altrocanto, stratospherisation by Capt
Post by Andrea Altrocanto, stratospherisation by Capt
Carissimo Andrea, ottimo post!! Sei davvero bravo a covare queste perle diumenticate, apprezzo molto la "Battiatizzazione del sound, fatto che mostra come sia stata influente in quegli anni la musica del maestro. Complimenti anche per i testi di accompagnamento, adoro lo stile "tra serio e faceto" che utilizzi, e mi son fatto pure qualche sana ghignata leggendo. Grande Andrea, grazie per il tuo lavoro sul blog
RispondiEliminaPiacevolissimi cambi di ritmo ed una voce avvolgente: grazie Andrea per avermi fatto scoprire ed apprezzare Marivana.
RispondiEliminaVorrei unirmi al coro di elogi per Andrea e per la sua magistrale capacità di esposizione, unita ad una verve ironica e nel contempo colta e accattivante. Bravo! Su Marivana non ho nulla da aggiungere, hai già dato un quadro completo ed esaustivo. Bella lì! Frank - One
RispondiEliminaTirate in ballo chi volete, ma non toccatemi Alvaro Vitali. E nemmeno Mario Carotenuto.
RispondiEliminaGrande Andrea, un post da manuale.
Grazie di cuore amici, è sempre un piacere rubare (letteralmente) tempo ai miei impegni per contribuire, nel mio piccolo, a questa incredibile comunità che è la Stratosfera. Quindi alleluja al Capitano, che questa cosa l'ha pensata e messa su, e un grazie a tutti quelli che spendono qualche minuto per un commento (che è poi la nostra piccola gratificazione personale) e soprattutto a tutti i collaboratori che in questi anni hanno voluto condividere con me e tanti altri cotanta bellezza.
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