venerdì 26 maggio 2017

MARIVANA- 1983- Omonimo (vynil) + 45 giri e partecipazioni



TRACKLIST

LATO A
Aladino (Siliotto)
Ninnia (Siliotto, Borghetti, Siliotto)
Vivere e campare (Siliotto, Borghetti, Siliotto)
I musicisti (però le note) (Siliotto)

LATO B
Un angelo (Siliotto, Borghetti, Siliotto)
S. Antonio (Siliotto)
Filastrocca (Siliotto, Borghetti, Siliotto)
Una sera di gennaio (Siliotto, Borghetti, Siliotto)


Se anche voi pensate che sarebbe stato più giusto che Mauro Pagani avesse firmato il capolavoro “Creuza de ma” con Fabrizio De Andrè, allora sarete forse d’accordo sul fatto che questo album avrebbe dovuto vedere come contitolare in copertina anche Carlo Siliotto, il quale produce, arrangia e firma tutti i pezzi (e infatti sul retro, a parziale risarcimento, campeggia la scritta: “E’ un disco di Carlo Siliotto”)


Se di Siliotto è pleonastico, qui, parlare (nomi come Canzoniere del Lazio e Carnascialia dicono già tutto, per il resto c’è la pagina di Wikipedia e il suo sito personale), qualche nota in più merita la pressoché sconosciuta Marivana (all’anagrafe Marivana Viscuso), cantante palermitana cui, in quei turbinanti primi anni 80, la DDD volle dare una chance producendole nel 1983 quello che, per diversi anni, sarebbe rimasto l’unico suo lavoro discografico sulla lunga distanza, e poi lanciandola sul mercato sottostante, nella fattispecie il “Festivalbar” e la “Premiatissima” di quell’anno cruciale (ho delle idee sparse sul 1983 come anno spartiacque della nostra musica leggera, ma questa è un’altra storia). Se, infatti, il nome di Marivana può dire qualcosa a qualcuno, è probabile che sia per via di un filmato che qualche anno fa la perfida Amanda Lear espose al pubblico ludibrio in una puntata di “Cocktail d’amore”, trasmissione irrinunciabile per i cultori del trash. In tale spezzone, tratto da “Discoring”, la povera Marivana si esibiva in “I musicisti” con una certa calata apparentemente sarda (nonostante le origini palermitane), e una presenza televisiva quanto meno discutibile.


Come il Maestro Battiato, faccio autodafè (lui dei suoi innamoramenti, io dei miei travisamenti), e ammetto che anche io ero tra quegli stolti (e qui chiamo in correo i miei amici Giaccio e Walter) che ci sghignazzarono sopra, e per questo, quando a una fiera mi è traballato tra le mani questo album, credo a 5 o 10 euro, con il ghigno di cui sopra lo comprai senza esitazioni. Ebbene amici, non è che qui si voglia, per amor di contraddizione, innalzare Alvaro Vitali al rango di Charlie Chaplin, o “I Cinque del Quinto piano” al livello di “Lost”, ma l’ascolto di questo album mi ha fatto davvero ricredere, e spero che possa sorprendere positivamente anche voi, che già (ammettelo) siete stati stuzzicati dalla corposa presenza di Carlo Siliotto. Se così è, ancor più sarete solleticati dal sapere che tra i musicisti all’opera ci sono Marcello Vento e Giorgio Vivaldi, ex compari del Canzoniere del Lazio, affiancati da Ares Tavolazzi (Area): insomma, un bel pezzo dei compianti e seminali Carnascialia. A questo parterre de roi si aggiungono turnisti di rango come Paolo Gianolio e Aldo Banfi.

Musicalmente, siamo dalle parti di un elettro/synth pop, ibridato da certa new wave (non di rado oscura) e da suggestioni folk, nonché dal tentativo di succhiare la scia al sound lanciato in quegli anni dal Maestro Battiato di cui sopra. La stessa voce di Marivana si colloca, si parva licet, tra Giuni Russo e Alice, delle quali cerca di cogliere una qualche ieraticità nel modo di porsi. Passando a una rapida disanima dei singoli pezzi, vi farà gli onori di casa Aladino, una filastrocca circolare che già dalle sue progressive degradazioni vi farà supporre che in questo lavoro il folk sia una radice inquieta.  Si passa poi a Ninnia, ancora un folk cupo che trapela tra le maglie del vestito pop, con quel bordone tipico della tradizione sarda, e a Vivere e campare, più marcatamente pop, ma con un bel basso alla Jaco Pastorius e un riff di mandola. Chiude il lato A quella famosa I musicisti di cui vi accennavo prima, che premeditatamente accumula tutti i clichè negativi diffusi sui musicisti, per ribaltarli nel refrain. Riascoltandola, mi viene il dubbio che l’ostentazione della dizione simil-sarda sia forse voluta, usata per connotare negativamente i portatori di tali pregiudizi (insomma, vox populi). Il che mi costringerebbe ad andare a piedi e a nuoto fino in California (dove vive oggi Marivana, come, tra l’altro, lo stesso Siliotto) a chiederle umilmente scusa. Il lato B si apre con Un angelo, un’interessante apologo, una storia che non sarebbe dispiaciuta a Ivan Graziani (pensate a versi come: “Gente venite, solo 5 monete/ e vedrete tra polli e maiali/ coi vostri occhi/ un uomo anziano con le ali”), poi si continua con Santo Antonio, un brano che scherza con i santi (anche qui l’uso della marimba non può che rimandare all’autore di “Stranizza d’amuri”, anche se Siliotto l’aveva già utilizzata in altri lavori precedenti). Filastrocca è probabilmente il pezzo musicalmente più sfizioso: arrangiato benissimo da Siliotto, è una cavalcata che si avvicina alla migliore new wave inglese, quella più cupa, ma innervandola di sentori folk orientali. Se affermo a petto in fuori che avrebbe potuto stare nel repertorio dei primi Litfiba, bestemmio?

Si termina con Una sera di gennaio, forse il brano più scontato nel suo incedere lento-melodico, e infatti, con occhio lungo, fu scelto per partecipare a Festivalbar ‘83. Esito meno che minimo. Ulteriore motivo di interesse sono i testi, niente affatto banali, cui in più parti ha collaborato Riccardo Borghetti, già autore per Fanigliulo e Bertoli, per dirne due.


Il disco, che in retro copertina si fregia del fatto di essere il primo in Italia ad essere registrato con effetti olofonici (una supercazzola che girava all’epoca: anche “Il grande sogno” di Vecchioni, dell'anno seguente, se ne vantava), non è mai stato ristampato in CD, ma tutti i suoi brani sono reperibili sul Tubo, anche se noi qui abbiamo preferito postare la versione rippata da LP. Per quanto riguarda Marivana, dopo qualche anno e due singoli di cui uno inedito su LP (vedi sotto), tenta il tutto per tutto e si trasferisce negli Stati Uniti, con esiti certo più positivi: diventa autrice per voci latino-americane, ottenendo un certo successo con "Anuncio Clasificado" per Willie Rosario, finché nel 2011 cala il jolly partecipando a X-Factor USA, superando alcune fasi. Sulla scia della nuova visibilità, pubblica in quell’anno due lavori. L’ultimo album, “Simply Marivana”, solo digitale, è del 2016.

FORMAZIONE:

Marcello Vento - batteria, percussioni
Ares Tavolazzi - basso, mandolino, mandola
Paolo Gianolio - chitarra
Giorgio Vivaldi - percussioni
Claudio De Angelis - piano, tastiere
Aldo Banfi - sintetizzatore Sinclavier Il
Carlo Siliotto - Violino, cori, sintetizzatore Emulator
Marivana Viscuso - Voce

NOTA- Nel rippaggio i due lati sono stati riversati su altrettanti files.


BONUS TRACK: 45 giri e partecipazioni

In realtà, prima ancora che Amanda Lear mi avviasse, seppur per oscuri sentieri, verso la scoperta di Marivana, io quella voce l’avevo già sentita, anni prima. E’ sua infatti, la voce femminile che si sente in “Robinson” l’album del ’79 di Roberto Vecchioni (vedi a volte la vita), sia nell’introduzione solista a  Roland - Chanson de geste, chanson sans geste, sia nel controcanto di Lettera da Marsala.


Abbiamo deciso quindi di compendiare il disco di Marivana con la sua produzione coeva che comprende, appunto, la partecipazione ai due pezzi poco prima citati, e il singolo inedito in LP dello stesso 1983. Questo 45 giri di cover, se vede sul lato B una banale Che sarà, è invece sorprendente nel lato A (sigla dell’omonima trasmissione televisiva) in cui Le mille bolle blu, cavallo di battaglia di Mina, viene rivisitata con una chiave vocale incredibilmente anticipatrice non solo di Giusy Ferreri, ma anche, se mi passate il gioco dei gradi di separazione, dello stile di Amy Winehouse.


Marivana oggi

Post by Andrea Altrocanto, stratospherisation by Capt 

5 commenti:

  1. Carissimo Andrea, ottimo post!! Sei davvero bravo a covare queste perle diumenticate, apprezzo molto la "Battiatizzazione del sound, fatto che mostra come sia stata influente in quegli anni la musica del maestro. Complimenti anche per i testi di accompagnamento, adoro lo stile "tra serio e faceto" che utilizzi, e mi son fatto pure qualche sana ghignata leggendo. Grande Andrea, grazie per il tuo lavoro sul blog

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  2. Piacevolissimi cambi di ritmo ed una voce avvolgente: grazie Andrea per avermi fatto scoprire ed apprezzare Marivana.

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  3. Vorrei unirmi al coro di elogi per Andrea e per la sua magistrale capacità di esposizione, unita ad una verve ironica e nel contempo colta e accattivante. Bravo! Su Marivana non ho nulla da aggiungere, hai già dato un quadro completo ed esaustivo. Bella lì! Frank - One

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  4. Tirate in ballo chi volete, ma non toccatemi Alvaro Vitali. E nemmeno Mario Carotenuto.
    Grande Andrea, un post da manuale.

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  5. Grazie di cuore amici, è sempre un piacere rubare (letteralmente) tempo ai miei impegni per contribuire, nel mio piccolo, a questa incredibile comunità che è la Stratosfera. Quindi alleluja al Capitano, che questa cosa l'ha pensata e messa su, e un grazie a tutti quelli che spendono qualche minuto per un commento (che è poi la nostra piccola gratificazione personale) e soprattutto a tutti i collaboratori che in questi anni hanno voluto condividere con me e tanti altri cotanta bellezza.

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