TRACKLIST :
1 - I am taken (5:35)
2 - Real life games (4:38)
3 - Hoo hoo the lights (4:22)
4 - Carly (4:06)
5 - Safari of love (6:08)
6 - Ok girl (3:32)
07 - Take my life (3:59)
8 - Flying oceans and mountains (4:47)
Dopo moltissimo tempo torno a postare un album personalmente (leggi con testi di accompagnamento miei), grazie all'amico Anonymous Benefactor, con il quale mi scuso per aver tenuto in stand-by per un tempo indeterminato alcuni dei suoi graditi contributi. Ci occupiamo questa volta di Miro, cantautore dalla lunga carriera e paroliere di successo, anche se non di grande notorietà, almeno ai nostri giorni (i più curiosi di voi possono consultare su wikipedia l'accurata scheda a lui dedicata). La prima impressione di fronte a quest'album, ancor prima dell'ascolto, è quella di trovarsi di fronte ad un artista internazionale, e ciò è confermato dall'uso della lingua inglese in tutti i brani. Solo andando a dare un'occhiata al retro-copertina, e leggendo i nomi (e che nomi!) dei musicisti che collaborarono a quest'album, ci si rende conto di stare in italy.
A livello musicale il genere imperante è il funky, di gran moda tra l'altro ai tempi, con venature rock e disco. La miscela risulta piacevole e abbastanza varia, e non così ammiccante al successo commerciale da suonare sgradevole (anche se le strizzatine d'occhio al pubblico ci sono eccome). Si denota un ottimo lavoro chitarristico, strumento in evidenza in tutto l'album. Tra i consigli del capitano metterei "Hoo hoo the lights", un funk (disco) rock con un'insolita e piacevole apertura jazz nel ritornello (pezzo che può ricordare, per alcuni versi, il Micha dei giorni nostri) e "Safari of love", brano più lungo dell'album, con i suoi oltre 6 minuti e con parti strumentali più dilatate. Segnalo questo pezzo per un motivo particolare: non ci crederete ma, tra sonorità funky, parti cantate parrebbe da Amanda Lear e facili arrangiamenti sinfonici, mi è parso di udire, in un determinato punto della canzone, il riff di "Probiedad Prohibida" di Battiato. E questa cosa ad ogni ascolto anche successivo. Che volete che vi dica, probabilmente l'eccesso di caldo, weed and stress mi stanno giocando un brutto scherzo...
A livello musicale il genere imperante è il funky, di gran moda tra l'altro ai tempi, con venature rock e disco. La miscela risulta piacevole e abbastanza varia, e non così ammiccante al successo commerciale da suonare sgradevole (anche se le strizzatine d'occhio al pubblico ci sono eccome). Si denota un ottimo lavoro chitarristico, strumento in evidenza in tutto l'album. Tra i consigli del capitano metterei "Hoo hoo the lights", un funk (disco) rock con un'insolita e piacevole apertura jazz nel ritornello (pezzo che può ricordare, per alcuni versi, il Micha dei giorni nostri) e "Safari of love", brano più lungo dell'album, con i suoi oltre 6 minuti e con parti strumentali più dilatate. Segnalo questo pezzo per un motivo particolare: non ci crederete ma, tra sonorità funky, parti cantate parrebbe da Amanda Lear e facili arrangiamenti sinfonici, mi è parso di udire, in un determinato punto della canzone, il riff di "Probiedad Prohibida" di Battiato. E questa cosa ad ogni ascolto anche successivo. Che volete che vi dica, probabilmente l'eccesso di caldo, weed and stress mi stanno giocando un brutto scherzo...
Miro in tutto il suo splendore
Anche il nostro vate Augusto Croce ha dedicato qualche riga al lavoro di Miro su Italianprog : "Un
cantautore originario della provincia di Macerata, che aveva cominciato
la carriera a Perugia negli anni '60 con
il nome di Miro Banis, accompagnato dal gruppo I Transistors, e che dopo
molti 45 giri ha pubblicato tre album negli anni '70. Per il secondo di
questi, Real life games, la casa discografica cercò di
lanciare Miro come artista internazionale, così l'album è interamente in
inglese e con un produttore straniero, ed è spesso descritto come disco
progressivo, anche se il suono è abbastanza commerciale con venature
funky."
Hanno suonato:
Miro - Voce
Ken Stage - Chitarre
Marco Pellegrini - Batteria
Luigi Cappellotto - Basso
Gianni Dall'Aglio - Percussioni
Vince Tempera - Pianoforte, Sintetizzatore, Pipe Organo
Luigi Quaglia - Acoustic Piano
LINK
Post by A.B. & C. (respectively music and words)
Album rarissimo che cercavo da molto & solo qui sulla Stratosfera potevo sperare di trovare, un giorno, ed eccolo qui... Grazie infinite Capitano
RispondiEliminamanuel
Anche il penultimo e l'ultimo brano regalano emozioni: grazie mille al munifico benefattore e al Capitano.
RispondiEliminaCerco disperatamente di parlare con qualcuno che ha registrato e postato lo stupendo concerto dei Soft Machine del 01/05/1975 in provincia di Torino. Sono un fan sfegatato e cerco possibilmente i FLAC o gli APE o gli SHORTEN insomma Lossless files. Grazie. La mia mail è mariolinospadino@yahoo.it Non sono molto esperto di blog anzi non ci capisco un tubo. Grazie infinite.
RispondiEliminaPeccato che Miro non sia quella a destra nella foto. Comunque grazie caro Capt e Benefattore per questa chicca
RispondiEliminaCaro mariolinospadino, il concerto dei Soft machine che stai cercando disperatamente (Santhià, 01/05/1975) è stato postato non molto tempo fa dal sottoscritto proprio qui sulla Stratosfera. Mi dispiace ma i file sono in mp3. La registrazione la feci io a suo tempo.
RispondiEliminaRiascoltando questo disco ed il relativo contributo fornito da Vince Tempera, ho pensato, caro George, che potresti dedicare
RispondiEliminaun bel post anche a lui, magari con l'album Art.
So che nel nostro blog non sono previste forme pubblicitarie di alcun tipo, anzi sono espressamente vietate. Credo che però sia doveroso sia per l'amicizia dimostrata in questi anni, che per le autorizzazioni future che mi ha già promesso volerci donare, dicevo sia doveroso fare presente che nel 2004 BTF ristampò in CD il qui presente, con note interne a cura di Matthias Scheller, testi e foto. Insomma, mi sembrava cortese sottolinearlo. Frank - One
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