Se è vero che di completismo non è mai morto nessuno, allora battiamo il ferro finché è caldo e passiamo all'esame dei primi due album registrati in studio dagli Areknamés dei quali abbiamo da pochissimo proposto il live del 2007. I "Van Der Graaf Generator italiani" non finiscono di stupirci e i commenti dei nostri amici ne sono una chiara testimonianza. In questo torrido inizio di estate, prima delle vacanze estive di agosto (come sapete anche la Stratosfera si prende un mese di ferie) sarà per me un piacere completare i post rimasti in sospeso o rateizzati (leggasi Underground Life e Musicanova) oltre a proporre qualche novità. Gli Areknamés erano stati promessi e le promesse vanno mantenute.
Areknamés - Areknamés (2003)
TRACKLIST:
01. A Day Among Four walls 12:04
02. Wasted Time 5:40
03. Down 10:28
04. Seasons of Death 8:43
05. Boredom 8:33
06. Grain of Sand Lost in the Sea 8:55
FORMAZIONE
Michele Epifani - organ, electric piano, mellotron, synthesizer, harpsichord, acoustic &
electric guitars, recorder, vocals
Piero Ranalli - bass
Mino Vitelli - drums, djembe, arabian tabla, spring drum
E' l'album del debutto in formazione a trio, con Mino Vitelli alla batteria, poi sostituito da Simone Antonini. Pur essendo privi di un geniale sassofonista sul modello di David Jackson, va rimarcato che alcune tracce sembrano delle outtakes provenienti direttamente dalle session di "Pawn Hearts" o di "Godbuff". Boredom la ritroviamo anche in versione live, della durata di oltre 13 minuti, sul disco dal vivo del 2007. Un debutto grandioso. Come già ricordato i tre dischi in studio sono stati pubblicati dalla Black Widow Records sia in vinile che in CD.
Areknamés - Love Hate Round Trip (2006)
TRACKLIST:
01. The Skeletal Landscape of the World 6:43
02. Deceit 10:16
03. Outcast 4:05
04. La Chambre 7:26
05. Snails 7:31
06. Yet I Must Be Something 5:16
07. Ignis Fatuus 11:22
08. Stray Thoughts From A Crossroad 7:25
09. A Grotesque Gift 1:23
10. Someone Lies Here 4:43
11. Pendulum Arc 6:50
12. The Web of Years 5:09
FORMAZIONE
Michele Epifani / voice, keyboards
Piero Ranalli / electric bass
Simone Antonini / drums & percussions
Stefano Colombi / acoustic & electric guitar
Ed eccoci alla seconda prova discografica degli Areknamés. Sono tarscorsi ben tre anni dal disco di debutto ma le sonorità non sono cambiate. Il modello di riferimento è immutato, anzi, la voce di Michele Epifani è sempre più vicina a quella di Peter Hammill. Le sonorità si fanno più dark, grazie al timbro della chitarra della new entry Stefano Colombo. La massiccia presenza di tastiere elettroniche è un ulteriore elemento di distinguo rispetto al vecchio (ma sempre affascinante) Hammond degli anni '70. Il CD sfiora gli 80 minuti di lunghezza. In effetti è stato anche pubblicato come doppio LP (anche i vinile colorato). A mio modesto avviso questo album rappresenta la summa della breve produzione discografica degli Areknamés (quattro album in tutto) nonché della loro creatività. Come ho già ricordato nei commenti, non possiamo postare il loro ultimo disco del 2010, "In Case of Loss" in quanto il nostro regolamento stabilisce, tranne rare e motivate eccezioni, che i dischi postati abbiamo almeno 10 anni di vita dalla dalla data di pubblicazione. Questo sia per rispettare le case discografiche che per scongiurare possibili "eventi avversi" nei confronti del blog.
Ed ora le riflessioni finali. Paragonare gli Areknemés tout court ai VDGG sarebbe profondamente ingiusto nei confronti di entrambi i gruppi, Apprezzo indubbiamente il coraggio degli Areknamés di essersi ispirati negli anni 2000 ad un gruppo piuttosto "difficile" come quello dei Van Der Graaf. Non osavo sperare tanto, La scelta è ancora più coraggiosa in quanto dettata dalla pura passione, considerato che non si tratta di musica "di cassetta" e di facile ascolto. Va da sé che le vendite sono circoscritte ad una cerchia di appassionati. Gli Arehnamés, lo avrete notato anche voi, sono degli abilissimi strumentisti, dotati di elevata capacità tecnica (e compositiva). Noi, grandi amanti del prog, non possiamo che ringraziarli per le meraviglie che ci hanno regalato.
Buon ascolto
Post by George
Che brani carichi di atmosfera, che tripudio di tastiere e che magia quando il ritmo rallenta. Grazie infinite, caro George, per avermi fatto scoprire questo signor gruppo.
RispondiEliminaeccezionali...non ho parole!!! perchè è difficilissimo rifarsi a certe sonorità senza cadere nel già sentito nonostante ciò risultano freschi e originalissimi anche se il richiamo ai VDGG ma come ispirazione mai come tributo o copia...bravissimi...mi pare si siano sciolti...certi gruppi vanno aiutati stimolati....ritengo che superino in qualità e originalità gran parte dei stranieri odierni, Steve Wilson compreso....vanno aiutati salviamo l'ottima musica!!!
RispondiEliminapiù li ascolto più li trovo geniali......veramente sopra la media....speriamo si riuniscano e che riescano a trovare visibilità ,sarebbe un peccato che tutta questa creatività sparisca nel nulla
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