TRACKLIST:
1. Dateless diary (6.18)
2. The prison that few can see (17.57)
3. A new song (9.02)
4. Outcast (3.43)
5. Boredom (13.31)
FORMAZIONE
Michele Epifani / voice, keyboards
Piero Ranalli / electric bass
Simone Antonini / drums & percussions
Stefano Colombi / acoustic & electric guitar
Sono da sempre un po' prevenuto nei confronti delle band italiane di new prog, e questo è indubbiamente un mio limite. Ho scoperto, se così si può dire, questo gruppo in tempi relativamente recenti, proprio in occasione dell'uscita di questo album live del 2007, registrato in Germania in occasione del Burg Herzberg Festival, raduno di band rock e prog rock nato nel 1968. Nonostante il nome, non aspettatevi nessuna evocazione dei suoni del nostro amato Franco Battiato. Gli Areknames (originari di Pescara, nati nel 2001 col nome Mors in Fabula), guidati dal poli strumentista e compositore Michele Epifani, hanno invece assorbito in modo massiccio la lezione dei Van Der Graaf Generator (con qualche puntata nel Canterbury Sound) con un suono che è in perfetta armonia con i canoni del progressive rock degli anni '70. La lunga cavalcata di The prison that few can see, è emblematica, con una coda strumentale dominata dalle tastiere di Epifani (riscopre anche il mellotron) che ci riporta indietro nel tempo almeno di 40 anni.
Titoli e testi sono scritti e cantati esclusivamente in lingua inglese. Ammetto che gli Areknamés mi piacciono, e anche molto, e non speravo di poter ascoltare questa meraviglia negli anni 2000. Diciamo che questo post è un assaggio. Il gruppo ha registrato quattro CD, tutti per la Black Widow Records: l'eponimo nel 2003, "Love Hate Round Trip" nel 2006, questo live nel 2007 e, infine, "In Case of Loss" nel 2010. Se gli Areknamés saranno di vostro gradimento sarà uno scherzo postare i primi due album.
Per il momento buon ascolto. I commenti sono sempre graditi.
Post by George
Caro George, la tua proposta ha incontrato il mio più alto gradimento: sto ascoltando a ripetizione i brani degli Areknamés. Puoi cortesemente postare tutta la loro discografia: non vedo l'ora di godermela!
RispondiEliminaAnche se tutti noi seguaci della Stratosfera amiamo il prog degli anni d'oro,non possiamo trascurare che esistono tanti gruppi italiani di new prog,e,anche se non sempre di nostro gradimento,meriterebbero di essere conosciuti maggiormente....ed al di la' dei propri gusti musicali,per un completista come te ed i tuoi amici e collaboratori,sarebbe proprio la ciliegina sulla torta.Grazie sempre comunque per quello che fai e per l'impegno che ci metti.Mimmo
RispondiEliminaUno tra i migliori gruppi degli ultimi 20 anni, peccato si siano sciolti.
RispondiEliminaConcordo sulla grandezza di questo gruppo, purtroppo misconosciuto. Visto che la malattia del "completismo" sta dilagando, prometto che entro la fine di giugno troverete i primi due album. L'ultimo è del 2010, quindi troppo recente per essere postato. La nostra regola, tranne rare eccezioni, è quella di lasciare trascorrere almeno 10 anni dall'uscita ufficiale. Questo per rispettare le case discografiche ed evitare possibili ripercussioni sul blog. Ciao e grazie per i vostri commenti, che fanno sempre piacere.
RispondiEliminadecisamente notevole.....
RispondiEliminac'è un'aria anni 70 che coinvolge e rimanda a ricordi meravigliosi.
una sorpresa, non li avevo mai sentiti nominare
decisamente notevole.....
RispondiEliminac'è un'aria anni 70 che coinvolge e rimanda a ricordi meravigliosi.
una sorpresa, non li avevo mai sentiti nominare
Anche io non amo particolarmente il New Prog, fatte salve non poche eccezioni, che rispetto al magma finale rimangono comunque una piccola parte. Gli Areknames dal mio punto di vista rimangono...nel mezzo: non disdicevoli, ma neanche cialtroni come tanti altri. Và però detto che, sempre a titolo personale, il live come accade di sovente, è sicuramente qualche spanna sopra la restante produzione. Comunque onore e gloria a te, caro George, per questa coraggiosa scelta. Frank -One
RispondiEliminaA mio avviso gli Areknames sono di gran lunga il gruppo migliore che si sia visto in Italia negli ultimi venti anni ... ovviamente in ambito prog.
RispondiEliminaIn Italia esistono, o sono esistite, altre formazioni valide nel genere ma MAI nessuno è riuscito ad avvicinarsi così intimamente agli anni '70.
Si tratta di un piccolo miracolo!!!
Gabri
Proviamo ad ascoltarli in studio, in modo tale da tracciare le differenze rispetto ad un album live. Sto preparando il post.
RispondiEliminaGrazie. Mi è arrivato oggi il Live. Scalpito dalla curiosità!
RispondiEliminaGran bel disco, gruppo da seguire.
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