lunedì 29 novembre 2021

In ricordo di Paolo Pietrangeli: dagli scontri di Villa Giulia al salotto di Maurizio Costanzo (1945-2021 R.I.P.)


Il 22 novembre scorso giornali, tv e radio danno la notizia della scomparsa di Paolo Pietrangeli, Aveva 76 anni e un male incurabile se l'è portato via, La sua morte non resta sotto traccia, Gli articoli si susseguono sui principali quotidiani. Nel piccolo, come abbiamo sempre fatto, anche la Stratosfera vuole contribuire al suo ricordo con un post che racchiude i suoi due primi 33 giri, quelli storici a cavallo tra fine anni'60 e inizi anni '70, in piena era contestazioni operaie e studentesche. La sua biografia è pubblicata ovunque, quindi eviterò di ripetere le stesse cose su queste pagine. Tra i vari articoli pubblicati dai quotidiani "ad memorian" ho trovato particolarmente interessante ed essenziale  quello riportato da Il Messaggero il giorno dopo la sua scomparsa. Lo riprendo.


«Compagni dai campi e dalle officine prendete la falce, portate il martello, scendete giù in piazza, picchiate con quello, scendete giù in piazza affossate il sistema»

 "È il ritornello di «Contessa», uno degli inni del '68, senza dubbio il brano più famoso del repertorio di Paolo Pietrangeli, morto a 76 anni a causa di una lunga malattia che già gli aveva impedito quest'anno di ritirare il premio Tenco, giusto riconoscimento alla sua opera di cantautore molto più ricca di «Contessa» o «Valle Giulia». Pietrangeli è stato un personaggio sicuramente insolito: figlio del regista Antonio e di Margherita Ferrone, negli anni '60 comincia a dedicarsi alla canzone popolare ed entra nel Nuovo Canzoniere Italiano: si ritrova così a pubblicare per I Dischi del Sole, a diretto contatto con Giovanna Marini (che sarà la seconda voce di «Contessa»), Ivan Della Mea, Michele Straniero, Fausto Amodei.

Paolo Pietrangeli con Francesco Guccini e Giovanna Marini

La sua caratteristica, al di là delle regole della canzone d'autore d'origine popolare, soprattutto dal vivo era la travolgente ironia e la capacità affabulatrice: l'apice dei suoi concerti, era la composizione istantanea di testi elaborati attorno a una parola chiesta al pubblico. Prima di dedicarsi alla regia televisiva lavorando al «Costanzo Show» e poi con Maria De Filippi ad «Amici» e «C'è posta per te», aveva fatto una gavetta d'alto livello come aiuto di Visconti in «Morte a Venezia» e Fellini in «Roma» e poi di Paul Morrissey in due film ispirati ad Andy Warhol, «Flesh for Frankstein» e «Blood for Dracula». Come regista ha firmato «Bianco e nero» nel 1974, un documentario sul neo fascismo e le sue collusioni con i Servizi deviati e nel 1977 «Porci con le ali», adattamento del best seller di Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice, ripudiato dagli autori del libro ma comunque colpito dall'implacabile censura del tempo. Insieme a Wilma Labate e Roberto Giannarelli nel 2001 ha diretto «Genova. Per noi», documentario sulle violenze legate alle manifestazioni nelle giornate del G8. Il suo ultimo disco, registrato insieme a Rita Marcotulli, è del 2015. Nella sua biografia ci sono vari tentativi falliti di entrare in Parlamento: nel 1996 con Rifondazione Comunista, nel 2001 per un seggio al Senato, nel 2018 con Sinistra Ecologia Libertà. In una recente intervista si era definito comunista e aveva dichiarato di essere ben felice di venire ricordato per «Contessa» aggiungendo con un certo orgoglio di averla sentita cantare dai giovanissimi in piazza".

Paolo Pietrangeli - 1969 - Mio caro padrone domani ti sparo


TRACKLIST:

01. Contessa - 3:20
02. Era sui quarant'anni - 2:15
03. Ma perché mi dici sempre - 1:58
04. Chiarezza chiarezza - 1:58
05. Pensa un po' - 2:37
06. Uguaglianza - 2:30
07. Se tu bagni il tuo piede - 1:48
08. Io cerco l'uomo nuovo - 4:08
09. Valle Giulia - 3:00
10. La leva - 2:06
11. Il vestito di Rossini - 3:50
12. Il figlio del poliziotto - 2:42
13. Mi porti due gassose - 2:04
14. Mio caro padrone domani ti sparo - 2:15
15. Manifesto - 1:10
16. Certo i padroni morranno - 1:58
17. Risoluzione dei Comunardi - 2:30
18. Contessa (ripresa) - 2:20


Ci occuperemo del Paolo Pietrangeli compositore e musicista, ovviamente, tralasciando le sue esperienze nel mondo del cinema, della televisione e della politica. La discografia di Paolo Pietraangeli è piuttosto corposa e tra album in studio, live e compilation copre un arco temporale che va dal 1969 al 2020. Sicuramente i primi due album sono delle vere e proprie icone e delle perfette fotografie di quel turbolento periodo. Ed è per questo che li ho scelti. Questo primo lavoro, dal suono scarno, vede Pietrangeli solo con la sua chitarra accompagnato dalle voci di Giovanna Marini, Alberto Ciarchi, Aldo Fanchiotti, Franco Coggiola, e Maurizio Ferrando. Quattordici brani tra cui i due storici "Contessa" e "Villa Giulia". La prima, vera e propria colonna sonora del 1968 italiano. pare che Pietrangeli l'abbia scritta ispirandosi a una conversazione intercettata, in modo del tutto involontario, in un elegante caffè di Roma nel Quartiere Trieste. Contessa diviene negli anni seguenti una canzone popolare nella vera accezione del termine. E della canzone popolare riprende stile e andamento, nonché l'argomentare che propaganda il parallelismo tra lotte operaie e studentesche (una delle parole d'ordine dell'attività del movimento studentesco che infatti nel 1969 va a saldarsi con il montante autunno caldo delle proteste operaie) (fonte Wikipedia). La seconda  è ispirata dagli avvenimenti del 1º marzo 1968, quando presso la facoltà di architettura dell'università di Roma, situata in via di Valle Giulia, avvenne il primo grave scontro tra gli studenti che occuparono la Facoltà e le forze dell'ordine. Il ritornello della canzone, "non siam scappati più, non siam scappati più, "fotografa" quel che avvenne effettivamente: il primo esempio in Italia di contrapposizione diretta tra studenti e polizia (fonte Wikipedia). Il disco venne pubblicato nel 1969 dall'etichetta I Dischi del Sole e ristampato in CD nel 1990 ad opera della Bravo Records.

Paolo Pietrangeli - 1974 - Karlmarxstrasse


TRACKLIST:

01. Karlmarxstrasse - 2:23
02, Fermi in mezzo ad una strada - 1:58
03. E' finito il Sessantotto - 2:27
04. Vizi privati pubbliche virtù - 2:05
05. Lo stracchino - 2:12
06. Disimpegno disimpegno - 1:50
07. La malattia mentale - 2:27
08. Quelli che tricoloreggiano - 1:45
09. Suicidio - 3:00
10. Donna per piacere - 1:25
11. Sdraiato sul sofà - 1:54
12. Tra baci e tra carezze - 2:15
13. Il baobab - 3:12
14. L'altra sera - 2:48
15. La Comune non morrà - 2:23


MUSICISTI:

Paolo Pietrangeli: voce, chitarra
Sergio Almangano: violino
Alberto Ciarchi: chitarra, chitarra trattata e cori
Giovanna Marini: chitarra, pianoforte e cori
Athos Poletti: clarinetto e sax soprano
Marco Ratti: contrabbasso
Sergio Romani: trombone
Franco Coggiola: cori
Ivan Della Mea: cori
Francesco Marini: cori
Collettivo Gianni Bosio di Roma: cori


A distanza di 5 anni dal disco di esordio, nel 1974 esce "Karlmarxstrasse", sempre per l'etichetta I Dischi del Sole. Ristampato nel 1989 in CD dalla Bravo Records, l'album contiene 15 brani connotati da una maggiore musicalità, da un suono cabarettistico, grazie all'innesto di pianoforte, fiati e violino. I file me li ha inviati l'amico Osel, che mi ha anche sollecitato il post alla memoria di Paolo Pietrangeli. E mi è sembrato giusto e doveroso farlo. Ciao Paolo, un grosso abbraccio da tutti noi che ti abbiamo seguito ed apprezzato per tanti anni.


LINK  Mio caro padrone domani ti sparo
LINK  Karlmarxstrasse

Post by George - Music by George & Osel

9 commenti:

  1. è un pezzo di storia, almeno per la nostra generazione sessantottina, indipendentemente dai meriti musicali su cui qualcuno potrebbe aver da ridire.......
    Paolo, con la Marini, poi Lolli e Guccini (oltre agli inti-illimani)sono stati la colonna sonora di un periodo, di un movimento, di una generazione , è un fatto.... per il resto ai posteri l'ardua sentenza!
    La morte di questi personaggi "iconici" mi fa sentire ogni volta un pò più vecchio.....

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  2. E' anche vero che gli anni '70, almeno per me, erano rappresentati da altre icone, parlo degli eroi del progressive e dell'hard rock inglese e italiano. I cantautori erano un po' "snobbati" a torto o a ragione. Per alcuni miei amici erano invece i veri eroi. Chissà gli altri cosa ne pensano.

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  3. musicalmente gli eroi erano sicuramente i genesis, i van der graaf ecc. però certi cantautori ci "raccontavano", erano le nostre storie.
    io, paradossalmente ,non compravo i dischi dei cantautori, ma se se li sentivo in concerto in qualche festival o manifestazione un pò mi toccavano e, a volte , mi commuovevo.
    Quando Bertoli intonava : A muso duro, provavo sempre un brivido....per non parlare di Contessa di Paolo o Hasta siempre comandante che guevara degli inti illimani o la Locomotiva di Guccini ecc.
    Ancora adesso che li ho tutti ( in cd o lp) non li ascolto quasi mai, preferendo, come in questo momento, cose differenti( ora mi sto riascoltando Frampton anno 1976), però.....un pezzettino di cuore batte anche per i nostri cantastorie .

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  4. Contessa è immortale; caro Paolo, ti sia lieve la terra...

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  5. Molto bella e sentita la lunghissima "Anni 70 nati dal fracasso".
    Musicalmente la voce di Paolo Pietrangeli era molto calda, soprattutto nei cd del 2000.
    È stato un pezzo di storia della musica italiana, una nicchia.

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  6. Allorchè scoprii ''la canzone politica d'autore'', iniziai ad ascoltare con grande appagamento i brani di Paolo Pietrangeli, Ivan della Mea, Giovanna Marini. Quando passavamo dalle mie parti non mi perdevo un loro concerto. Paolo ha sempre avuto un posto speciale nella mia anima: ricordo ''Mio caro padrone'', che risuonava dall'impianto audio di una manifestazione ed un mio amico collezionista che si fece fotografare con quel disco in mano, per un articolo su un quotidiano, ed è così che ci siamo conosciuti. ''Io ti voglio bene'', dall'album Tarzan e le sirene, la cantai ad una ragazza che mi era assai simpatica, accompagnandomi con la chitarra. Ancora non riesco a capacitarmi della dipartita di Paolo. Grazie carissimi George ed Osel per averlo commemorato degnamente.

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  7. a Dio i martiri non gli hanno fatto mai cambiar giudizio....
    diceva Gaber, nella sua intemerata di 14 minuti....
    quello che irrideva i borghesi diventandone poi tutt'uno insieme alla sua consorte.... ti sei salvato, o sei entrato in banca pure tu... e poi sappiamo tutto il seguito del "lilliano" Venditti.... contessa padroni imperialismo... e poi ai salotti lustrini paillettes e giullari di stato del piduista tessera n. 1819 di Maurizietto.... l'opportunismo il trasformismo più becero e spregevole... a questi dobbiamo applaudire??? comunisti d'accatto e accattoni del comunismo

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    1. troppo facile....mi dispiace.
      Certo molti dei rivoluzionari di allora si sono imborghesiti, alcuni addirittura divenuti berlusconiani e prima craxiani, tutto verissimo, lo cantava già Lauzi negli anni 70 nella sua:io canterò politico.
      Detto questo non è questione di applaudirli o santificarli, sono un pezzo della nostra storia, politica,culturale e musicale, con tutte le loro contraddizioni e mancanze di coerenza....( e allora gli Stones che spostavano la residenza in francia per non pagare le tasse?).
      Quando ho chiesto a George di fare un post in ricordo di Pietrangeli non c'era alcun intento apologetico, ognuno avrà il suo giudizio sulla persona e le sue scelte, ma solo il ricordare un protagonista della canzone popolare di un certo periodo.

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    2. D'accordo Osei. Quando parlo di comunisti d'accatto ecc. mi riferiso ai trasformisti chiaramente, non a noi. Gli Stones non hanno mai avuto alcun intento rivoluzionario, magari trasgressivo ma non certo alla Durutti Column Billy Bragg o la chitarra "ammazzafascisti". Anche lo stesso De Gregori ha sempre dichiarato che fare il cantante è un mestiere, è timbrare il cartellino con "qualche" soldo in più. Volevo solo dire che non compiango Pietrangeli, morettianamente le scelte (come le parole) sono importanti.

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