mercoledì 3 agosto 2022

Serie "Bootleg" n. 331 - Antonello Venditti - Aosta, Teatro Giacosa, 14.05.2000 - "Su questa nave chiamata musica Tour"

 FIRST TIME ON THE WEB


TRACKLIST CD 1:

01. Sora Rosa
02. Mio padre ha un buco in gola
03. Roma Capoccia
04. Le cose della vita
05. Notte prima degli esami
06. Band intro
07. Medley: Sotto il segno dei Pesci / Bomba o non bomba / Sara
08. Compagno di scuola
09. Ci vorrebbe un amico (fade out)


TRACKLIST CD 2:

10. In questo mondo che non puoi capire
11. Shake
12. Peppino
13. Stella
14. Su questa nave chiamata musica
15. Amici mai
16. Alta marea
17. Ricordati di me
18. Goodbye Novecento
19. Che tesoro che sei


MUSICISTI:

Antonello Venditti – voce, pianoforte
Derek Wilson – batteria
Rodolfo Lamorgese – percussioni
Alessandro Centofanti – pianoforte
Danilo Cherni – tastiere
Fabio Pignatelli – basso
Maurizio Perfetto – chitarre
Toti Panzanelli – chitarre
Amedeo Bianchi – sax


Premessa by George

Prosegue la collaborazione con il mio storico amico Chris (da oggi lo chiamo così, come in effetti  lo chiamo abitualmente) che ci ha voluto regalare un magnifico concerto di Antonello Venditti, per la prima volta sul web, registrato nella nostra città, all'interno del Teatro Giacosa. Ammetto di non essere mai stato un grande fan del buon Venditti, anche se ho apprezzato e continuano a piacermi  i suoi primi lavori targati anni '70. Ricordo ancora quando acquistai la cassettina, che conservo tuttora, contenente quel mitico "Theorius Campus", registrato nel lontano 1972 insieme a Francesco De Gregori. Ebbene, basterebbe solo il primo dei due CD che costituiscono questo concerto, per giustificarne l'ascolto. Proprio dall'album appena citato fuoriescono "Sora Rosa" e "Roma Capoccia", mentre da "Le cose della vita" del 1973 Antonello propone il brano omonimo e quel capolavoro che si chiama "Mio padre ha un buco in gola". Infine, impareggiabile il medley da "Sotto il segno dei pesci". Lo accompagna una formazione super collaudata, come ha scritto Chris, dove troviamo musicisti dello spessore di Derek Wilson (già con Cocciante, Zero, Zucchero, Gaetano e altri ancora), Alessandro Centofanti (ex Buon Vecchio Charlie, ex Libra e collaboratore di tutti i più grandi musicisti italiani, scomparso purtroppo nel 2014) e Fabio Pignatelli, storico bassista dei Goblin.
Grazie Chris per questo magnifico cadeau estivo. A te la parola.


Recensione by Chris

Di Antonello Venditti si è parlato molto recentemente per il “bagno di folla” dell’Olimpico, lo scorso 18 giugno assieme a Francesco De Gregori. Al di là dei fasti di quella serata, la dimensione stadio è da tempo congeniale – se non quasi obbligata, visto il seguito raggiunto - al volto più popolare della “scuola romana”. Eppure, nella carriera iniziata al Folkstudio, non sono mancate le occasioni per vederlo esibirsi in teatri. Una di queste è stata rappresentata dal tour “Su questa nave chiamata musica” della primavera del 2000, seguito all’album “Goodbye Novecento” (il 15esimo in studio del cantautore romano) e alla partecipazione a Sanremo con “Che tesoro che sei” e “Su questa nave chiamata musica”.
Anche se non se ne trova traccia nelle date indicate su Wikipedia (forse perché inserito nella rassegna regionale “Saison Culturelle” e quindi considerato come evento a sé stante), toccò anche la Valle d’Aosta, con una data al Teatro Giacosa, nel cuore del capoluogo, il 14 maggio 2000.
Un’occasione per “non troppi intimi”: pur nel suo sostanziale sold-out, la location – al momento inutilizzata da tempo - non poteva contenere più di 530 spettatori, offrendo un osservatorio privilegiato sul momento musicale e sulla performance dell’artista e del suo (già) affiatato gruppo di collaboratori.


Da subito, in sala, fu chiaro che Venditti aveva voglia di raccontarsi non solo con le canzoni. Aneddoti e pensieri, seduto al pianoforte, hanno costellato il lancio e l’uscita da ogni brano, chiedendo ogni volta diversi minuti, ma non avendo innescato sempre (almeno, in chi scrive) quel “pathos” che in un concerto ci si aspetterebbe soprattutto dalla musica. Nell’ottica di mettere l’accento su quest’ultima – vero valore dell’autore di “Roma Capoccia” – la “scelta editoriale” è stata di eliminare le parti parlate (eccezion fatta per l’introduzione della band) dalla registrazione. 

Fabio Pignatelli

Dal punto di vista della scaletta, il Venditti di quegli anni era già forte del bagaglio di brani che avevano contribuito a scolpire il suo nome nella canzone d’autore italiana. I primi quattro brani, legati al suo intimo (tra i quali “Sora Rosa” e “Mio padre ha un buco in gola”), scivolarono via in versione “solo”, eseguiti esclusivamente da lui al piano. Su “Notte prima degli esami” entrò in campo la band, che dimostrò il valore degli strumentisti che si esibiscono al fianco di Antonello. Per il resto, pagine del trend più “commerciale” di Venditti (vedi alle voci “Shake” o “Alta marea”) si alternarono a suoi classici senza tempo (“Sotto il segno dei pesci”, “Bomba o non bomba” e “Compagno di scuola” eseguite in indelebile sequenza).

Alessandro Centofanti con Antonello Venditti

Nell’insieme, una serata che ha consentito di godere del volto non consueto di un’artista, mostrando al tempo stesso quella solidità musicale che fa da fondamenta al trionfo recente allo Stadio Olimpico. Menzione d’obbligo (ma non d’onore) per il pubblico valdostano, non particolarmente magnanimo in trasporto e calore, tanto da suscitare anche l’ironia del protagonista della serata, ma a chi va per concerti nella regione (o ci andava in quegli anni) non suonerà come una novità.
Buon ascolto

Il Teatro Giacosa di Aosta

LINK CD 1
LINK CD 2

Post By George - Words & Music by Chris


7 commenti:

  1. ho amato molto il Venditti anni 70.....poi l'ho lasciato perdere.Comunque un grande professionista che in concerto rende molto....anche nelle cose più commerciali.
    Grazie

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  2. Pure io "folgorato" dal primo Antonello, quello in coabitazione con De Gregori, l'orso bruno, etc... quando ancora aveva una vocalità "misurata" sulle finali... il suo marchio di fabbrica. Si è sempre contornato do grandi musicisti, qui Centofanti, ma ricordo con piacere anche Peppino Joe Vescovi al piano/tastiere. Buona estate e grazie

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  3. A quando Amedeo Minghi dudududadada?

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  4. Andrea Pazienza diceva che lo contestavano perché ascoltava Venditti, poi però quando parlava di Schopenhauer non sapevano chi fosse ...

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    1. Perfetto. Leggiti i paralipomena con in cuffia il trottolino amoroso

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  5. Minghi lo hai tirato dentro tu a sproposito. Venditti ha un'altra storia, da giovane era nel giro del folkstudio. Se non cogli la differenza non so cosa dirti.

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    1. forse sei tu che non cogli i paradossi o le estremizzazioni. Mi dispiace per te

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