lunedì 16 gennaio 2023

Pierrot Lunaire - 2011 - Tre

 

TRACKLIST:

01. Il Segno del Comando – Lady Ligeia
02. Gran Turismo Veloce – Il Re di Raipure
03. Sciarada  – Dietro Il silenzio
04. InSonar – Plaisir d'Amour
05. Claudio Milano feat. Liir Bu Fer – Gallia
06. Central Unit – Giovane Madre
07. Arturo Stalteri – Morella
08. Pierrot Lunaire – Sonde in profondità (versione alternativa)
09. Pierrot Lunaire – Mein Armer Italiener (versione alternativa)

TRE
10. Pierrot Lunaire – Soldato
11. Pierrot Lunaire – Cilla
12. Pierrot Lunaire – What'd You Say

13. Sciarada – Giovane Madre


FORMAZIONE:

Gaio Chiocchio: sitar, mandolino, chitarra Hammond, cimbali, timpani e voce
Vincenzo Caporaletti: chitarra acustica, chitarra classica, chitarra 12 corde, chitarra elettrica, basso, batteria e flauto
Arturo Stàlteri: pianoforte, organo, spinetta Eminent, celesta, percussioni e voce


Chi si ricorda dei Pierrot Lunaire, uno tra i più geniali ensemble dell'era del progressive italiano? Registrarono solo due dischi, "Pierrot Lunaire" nel 1974 e "Gudrun" nel 1977. Seguì lo scioglimento e l'inizio di una interessante carriera solista da parte di una delle menti creative del gruppo, Arturo Stalteri. Nel 2011 la label Musiche Particolari & Industria Records pubblicò questo disco antologico contenente tributi di varie band e alcuni inediti degli stessi Pierrot Lunaire. Per la precisione si tratta di 2 alternate take e 3 inediti veri e propri tra cui svetta la superlativa "What'd You Say", 3 minuti di pura magia corale su un tappeto di arpeggi di chitarre acustiche. Da sola valeva l'acquisto dell'album. 
Magari questo disco vi è sfuggito e magari no. In ogni caso mi è sembrata una buona idea proporlo sulle pagine della Stratosfera, anche e soprattutto per ricordare la grandezza e l'originalità del gruppo romano. Ricordo che nell'organico dei Pierrot Lunaire, negli anni '76 e '77 transitò anche la cantante Jacqueline Darby, assente in queste tracce, ma presente nelle immagini a corredo del post. 
Per quanto riguarda i contenuti del disco, vi  propongo questa ottima recensione, molto accurata, scritta da Valeria Calandrio il 14 novembre 2011e pubblicata sul sito "Artists and Bands".


"Tre è il titolo di quest’opera. Tre il numero dei brani inediti presentati all’interno. Tre sarebbe stato il numero dei dischi che i Pierrot Lunaire, nel lontano 1978, avrebbero collezionato, se non fosse stato per alcune vicende non ancora del tutto chiare e la successiva prematura scomparsa di Gaio Chiocchio, fondamentale mente creativa del gruppo. Tre sono i criteri fondamentali con cui introdurre l’album e creare l’incipit di questa recensione. Alone di mistero e allegorie stupiscono fin dal primo ascolto. Se state, infatti, cercando la chiave d’accesso per entrare in contatto con l’oscura forza incantevole di questo disco dovrete innanzitutto dimenticarvi della definizione stessa di disco, di ogni possibile confine, criterio di valutazione o canone in voga intrappolato nella superficie della vostra coscienza. Dovrete chiudere gli occhi e prepararvi a fare un salto nel territorio più lunare del vostro inconscio, dove una mano di voci senza tempo vi tenderà la chiave necessaria per lasciarvi meravigliare dall’inquietudine.


Quattro sono, invece, le parti in cui i brani sono suddivisi e presentati:
nella prima, Storia, troviamo la rivisitazione di otto brani realizzati da alcune band italiane emergenti, tra cui spiccano l’impeccabile esecuzione de “Il Re di Ralpure” eseguita dal gruppo grossetano Gran Turismo Veloce e “Morella”, reinterpretata dallo stesso Stàltieri, cuore pulsante della storica band in questione. Nella seconda parte, Versioni Alternative, troviamo delle versioni demo di due brani di Gudrun, secondo disco dei Pierrot Lunaire, in home recording del 1975, rimasterizzate nel 2010. 
Ma è nella terza parte che troviamo i tre brani inediti che rappresentano l’essenza del disco, dove “Soldato”, due soli minuti strumentali grazie a un pianoforte che lascia cadere perle di note struggenti dimostra la capacità di togliere il fiato. “Giovane madre”, brano presente nel secondo disco dei Pierrot Lunaire (Gudrun, 1977) tocca le corde più spensierate della follia nell’interpretazione dei Central Unit e la si trova invece come brano di chiusura con una veste più ruvida ma lineare interpretata dagli Sciarada.


Questo disco non è una reunion ma un tributo, una celebrazione di una band coraggiosa, capace di sondare e far risplendere i luoghi più oscuri della propria anima. E’ un omaggio a Chiocchio, scomparso 15 anni fa (ndr - l'articolo è stato scritto nel 2011 ma Gaio Chiocchio è scomparso nel 1996), conosciuto anche come talent scout, che potrebbe oggi essere fiero dell’attualità con cui le sue opere possono essere accostate senza stridere, sia indossanti ancora vecchi abiti o vestite di nuovo".
Alla prossima e...buon ascolto

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Post by George

5 commenti:

  1. bel colpo, grazie mille!

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  2. Sembra un disco molto interessante. Grazie mille per il contributo. Calorosi saluti.

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  3. Questo me l'ero proprio perso... grande, ennesimo, colpo. Credo anch'io che "acchiappabicchieri" Gaio Chiocchio (per dirla con Mario Castelnuovo) ne sarà compiaciuto. Grazie mille

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  4. Ottima proposta: si apprezzano oltremodo tutti i brani, compresi quelli strumentali, che spiccano per il loro potere evocativo. Grazie mille George.

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