giovedì 19 gennaio 2023

Stefano Palladini (canta Giuseppe Gioacchino Belli) - 1975 - La vita dell'omo (vinyl)

 

TRACKLIST:

Lato A
01. La vita del'omo
02. Li soprani der monno vecchio
03. Er caffettiere filosofo
04. La creazzione der monno
05. La bbona famijja

Lato B
06. La monnizione
07. Er ferraro
08. Piazza Navona
09. Li morti de Roma
10. La morte co la coda


MUSICISTI:

Stefano Palladini - voce, chitarra
Francesco Bruno - chitarra
Giampaolo Belardinelli - chitarra
Nazario (Zaza) Gargano - mandolino, fisarmonica

Stefano Palladini

A proposito di poesie in musica: dopo l'interessante post di Andrea dedicato a Gregory Corso, restiamo in tema, spostandoci però sull'italico suolo. E' questo l'inizio di un progetto ambizioso che vuole tracciare il profilo musicale del duo Stefano Palladini - Nazario Gargano, due musicisti che hanno avuto il merito di avere musicato con grande classe e raffinatezza i versi di alcuni grandi poeti italiani. Questo primo post è dedicato al solo Stefano Palladini, autore di un album, tutto da riscoprire, intitolato "La vita dell'omo", pubblicato nel 1975 dalla RCA. Il sottotitolo è quanto mai esplicativo: Stefano Palladini canta Giuseppe Gioacchino Belli. Seguiranno altri album in cui Palladini sarà al fianco dello storico amico, arrangiatore e musicista, Nazario Gargano. Questa prima opera e attribuita al solo Palladini, accompagnato da altri due chitarristi (Francesco Bruno e Giampaolo Belardinelli). Nazario Gargano è presente con un ruolo marginale, alle prese, in alcune tracce, con mandolino e fisarmonica. Di fatto tutti gli arrangiamenti sono stati curati da Palladini e Belardinelli. Nei dischi a seguire la presenza di Gargano sarà decisamente più determinante. I due musicisti si incontrarono negli anni ‘70 al "Folkstudio" di Roma, un locale rigorosamente "acustico" e spontaneo che contribuì in modo decisivo alla formazione stilistica di una "scuola romana" di cantautori e folksinger. Della loro avventura musicale congiunta parleremo nella prossima puntata. Restiamo sul pezzo, o meglio sull'album in questione. "La vita dell'omo" raccoglie dieci sonetti di Giuseppe Gioacchino Belli, musicati e arrangiati in stile folk-rock. Non mi risulta che il disco sia stato ristampato. I disturbi nelle singole tracce ci ricordano che il vinile ha compiuto le sue 47 primavere. 

Francesco Bruno

Non è sicuramente il primo esperimento di traduzione in musica di versi poetici, ma in questo caso vi è l'originalità della scelta, Giacchino Belli non è un autore facile e i suoi sonetti sono stati "la voce del popolo" in una Roma papale e corrotta, quella del "Papa Re". L'opera del Belli - come si legge sui testi di letteratura italiana - rappresenta con felice sintesi la mentalità dei popolani romani, lo spirito salace, disincantato, furbesco e sempre autocentrico della plebe, come egli la denomina, rendendo con vividezza una costante traduzione in termini ricercatamente incolti delle principali tematiche della quotidianità. Giacchino Belli scrisse 2279 sonetti in dialetto romanesco per circa 32.000 versi, più del doppio dei versi della Divina Commedia dantesca, Un'opera ponderosa che pochi altri autori riuscirono ad eguagliare. Il sonetto che dà il titolo all'album, "La vita dell'omo", venne composto nel 1833 e in poche rime riassume in modo ironico e pessimistico la vita di un popolano qualunque. Lo scritto del Belli è in dialetto romanesco, ma qui - per facilitare la comprensione - vi propongo la traduzione in italiano. 

"Nove mesi nella puzza: poi avvolto in fasce
sempre sbaciucchiato, con le croste lattee e i lacrimoni:
poi al laccio, dentro un girello, con una vesticciola,
un copricapo e un'imbragatura al posto dei calzoni.

Poi comincia il tormento della scuola,
l'abbiccì, le frustate per punizione, i geloni per il freddo,
la rosolia, dover far la cacca sul vasetto
e un accenno di scarlattina e di vaiolo.

Poi viene il lavoro, il digiuno, la fatica;
l'affitto, il carcere, il governo,
l'ospedale, i debiti, la fica,

il sole l'estate e la neve d'inverno ...
E alla fine, che Dio ci benedica,
viene la Morte e tutto finisce all'Inferno"

Giuseppe Giacchino Belli

Stefano Palladini interpreta il sonetto accompagnato dalla sua chitarra acustica. I suoni acustici sono la costante in questo disco, di pura matrice "folk studio". Se cercate la traduzione in italiano dei 10 sonetti (tranne il primo) non faticherete a trovarla sul web. E con questo concludo qui la prima parte e vi lascio augurandovi buon ascolto.


Post by George

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