PREMESSA by George
Il post di oggi è dedicato ai Gadjos, gruppo di certo non conosciutissimo, composto da musicisti di grande bravura, autori di un ottimo rock, sanguigno e generoso, che non pochi tributi deve ai Litfiba. Hanno realizzato tre album registrati dal 2013 al 2022. Alle spalle hanno soprattutto una intensa attività concertistica. Bene, è giunto il momento di entrare nel loro mondo, grazie a questo lungo e articolato lavoro di ricerca realizzato dall'amico e collaboratore Giudas, che ringrazio. Le immagini le ho tratte dal sito ufficiale dei Gadjos (qui) e dalla loro pagina Fb.
Conclusa questa breve premessa, passo la parola a Giudas,
GADJOS STORY by GIUDAS
In lingua Rom, la parola “Gadjo” significa “non Rom” cioè
straniero e quindi il nome del gruppo, GADJOS,
potrebbe riassumersi in “Gli Stranieri”. Il gruppo si costituisce agli inizi degli anni 2000 ed esce
con il suo primo album nel 2013. Il disco si chiama “Il viaggio” e rappresenta
la summa dell’esperienza fatta in anni di composizioni e di concerti tenuti in
pub, fiere, mercati, sagre., luoghi in cui notoriamente un musicista che si rispetti si fa le ossa. L’anima del gruppo è il cantante, Luca Raguseo, autentico animale da palcoscenico ed istrione
artistico, autore dei testi su musiche dello stesso Raguseo e di Cosimo Orofino (in arte “OZ”). Ed è proprio con Cosimo che ho l’aggancio giusto per
recuperare materiali ed informazioni sul gruppo – materiali che rappresentano
il cuore di questo post. Non è facile inseguire Cosimo “OZ” Orofino. Come molti
artisti di mia conoscenza ti dice sempre di si e poi sistematicamente sparisce
finché non si inizia ad inseguirlo. Per fortuna (mia) gestisce un bar. E quando è dietro il
bancone non si può muovere. Ovviamente quando lo si trova…Ed è lì che lo becco e lo stringo in un angolo per farmi
dare il materiale e raccontare la storia di questo disco, tra un caffè e
l’altro dei clienti.
Lui entra nel gruppo, come tastierista, quando questo esiste
già da tre anni. Il suo ingresso fornisce l’impulso definitivo a realizzare composizioni originali che porteranno alla creazione e definizione del
loro primo album. Ma per avere notizie dei loro esordi devo per forza
contattare Luca Raguseo – cosa che
faccio in un bar, anche lui dietro il bancone (ma non sarà che questo è un
gruppo di baristi?) e si dichiara disposto a raccontarmi l’avventura e la
musica dei Gadjos. Il gruppo nasce nel 2006 da una collaborazione tra il
Raguseo ed il primo chitarrista del gruppo, Angelo Detto. E’ il momento delle prime composizioni e dei primi demo. Il
loro primo demo “Giungla Selvaggia” andrà a finire sul loro primo CD. Gli altri demo, mi dice Raguseo, sono gelosamente custoditi
e saranno oggetto di prossime pubblicazioni dopo gli opportuni rimaneggiamenti.
Attualmente la loro discografia si compone di tre lavori
1- Il viaggio (2013)
2 - Bordellandia (2015)
3 - L’Influencer (2022)
Passiamo all'ascolto del primo album.
Gadjos - 2013 - Il viaggio
01. Il viaggio (4’ 04”)
02. Benvenuti qui (3’ 29”)
03. Storia di un diavolo (5’ 48”)
04. Generazione (4’ 29”)
05. Come rondini (5’ 50”)
06. Iena (3’ 40”)
07. Giumgla selvaggia (4’ 18”)
08. La gola del peccato (6’ 08”)
09. Madre (6’ 28”)
FORMAZIONE
Luca Raguseo - voce
Cosimo “OZ” Orofino - tastiere
Antonio Lanotte - chitarre
Claudio “Renton” Doronzo - basso
Marco Pistillo - batteria
I primi due brani sono praticamente una dichiarazione di intenti sullo stile musicale che si vuole perseguire. Basti dire solo che i primi trenta secondi della prima canzone ti fanno rilassare e pensare a musica d’ambiente molto new age, finché un tremendo attacco di chitarra elettrica non ti fa sobbalzare cambiando le carte in tavola. Generalmente parlando, i brani migliori vengono collocati all’inizio dell'album per poi proseguire con dei “riempitivi”. Niente di tutto questo in questo lavoro. Il CD termina con una canzone da brivido, “Madre”, dedicata alle vittime del terremoto di Emilia ed Abruzzo. In questo brano il canto è affidato ad un altro artista della scena musicale barlettana, il Cavaliere Alessandro (personaggio interessante che sto seguendo e al quale non dispero di dedicare un post in futuro) dotato di una voce possente ed allo stesso tempo affascinante. Se le musiche hanno la paternità sia di Raguseo che di Orofino, gli arrangiamenti sono del solo Cosimo Orofino ; e qui si vede la presenza di una mano arrangiatrice dotata di rara maestria.
Luca Raguseo canta con voce potente e molto rock - pressoché adatta al genere proposto. Se proprio si dovesse fare un appunto, si può dire che tende a somigliare molto allo stile canoro di Piero Pelù. Quando poi si scopre che trattasi del suo idolo tutto si spiega. Il gruppo infatti ha anche aperto diversi concerti del Pelù medesimo. Unica pecca dell’album: una qualità di registrazione che lascia un po’ a desiderare.
Da questo punto in poi, come oramai è d’uso oggi, i brani
diventano “liquidi” – in pratica la loro pubblicazione non risiede in un cd
fisicamente strutturato ma in un semplice inserimento nella rete (Youtube,
spotify, ecc.) dove li potete facilmente reperire. Il loro secondo lavoro, infatti, pur possedendo una
copertina (virtuale) risiede in una serie di brani caricati su Spotify, dei
quali il Raguseo mi ha fornito i files che vi raggruppo nella tracklist.
Gadjos - 2015 - Bordellandia
TRACKLIST
01. Iride (4’ 17”)
02. Il branco si ribella (3’ 04”)
03. Randagio nell’anima (3’ 12”)
04. Rebecca (zingara dell’est) (3’15")
FORMAZIONE:
Luca Raguseo - voce
Cosimo “OZ” Orofino - tastiere
Luca Distaso - chitarre
Claudio “Renton” Doronzo - basso
Claudio Dileo - batteria
La stessa foga interpretativa ha fatto si che una volta il
Raguseo, nelle sue vesti di cantante, stavolta in una città in Toscana, nella
zona di Firenze, non si fosse accorto che il microfono si fosse completamente
staccato dal suo cavo, cosicché durante l’esecuzione del brano, si vedeva il
cantante che urlava a squarciagola senza che si sentisse niente, mentre dava
violenti colpi al microfono pensando ad un semplice problema di falso contatto (e quello invece era completamente staccato).
Ed arriviamo ad oggi. Dopo un periodo di stasi, covid compreso, il gruppo riparte
con un lavoro – il terzo, appena uscito - e che Luca Raguseo mi autorizza
convintamente a pubblicare sulla Stratosfera.
Gadjos - 2022 - L'influencer
01. L’Influencer (2’ 53”)
02. Maledetti (2’ 37”)
03. Tra il rosso e il nero (3’ 25”)
04. Groove (3’ 01”)
05. Non metterò l’abito (3’ 01”)
06. Arizona (3’ 44”)
FORMAZIONE:
Luca Raguseo - voce
Bianca Lovero - chitarre
Salvatore Cassano - basso
Nicola Lacerenza - batteria
La formazione vede un ulteriore cambiamento, divenendo un quartetto. L’avere a disposizione un album recentissimo consente di
avere uno sguardo “storiografico”, ossia ci fa seguire l’evoluzione musicale
del gruppo e ci fa affacciare sulle tendenze attuali di un “gruppo tipo” come i
Gadjos. Il rock resta trainante – i brani spaziano, oltre che nel
rock, anche verso tendenze “disco” (“Groove”), gitane (“Non metterò l’abito”),
intimiste (“Arizona”). Per noi amanti principalmente del prog e dei brani variegati
c’è speranza per il futuro…L’ultimo brano, “Arizona”, porta il nome della figlia di
Luca ed è a lei dedicato (piccola nota dello scrivente: se Dario Argento ha
chiamato la propria figlia Asia non si vede perché Luca Raguseo non possa fare
lo stesso con la propria figlia Arizona … attendiamo con trepidazione l’arrivo
di un eventuale prossimo fratellino Kansas… !!!). Nell'estate del 2022 sono ripartiti con una serie di date e
concerti dal vivo.
Personalmente sono rimasto molto sorpreso dalla qualità dei
brani, dalla perfetta esecuzione e dagli arrangiamenti. Per non parlare delle
costruzioni melodiche ed armoniche degli stessi. Mi auguro che la Stratosfera risponda positivamente a questa
proposta. Infine sappiate che di molti brani trovate la clip video in rete –
oramai la musica è essenzialmente “liquida” - e se vorrete approfondire avete
tonnellate di materiale da poter visionare.
Da parte mia, come sempre, il solito abbraccio musicale. Vostro Giudas
non è propriamente il mio genere però sono indubbiamente bravi, non originalissimi, ma il genere si presta poco alle innovazioni.
RispondiEliminaCon tutto il rispetto per i super adorati Maneskin, questi ragazzi non avrebbero niente da invidiare.....ma, così è la vita, qualcuno riesce a riempire gli stadi e altri devono lavorare per campare e suonare nel tempo libero....il tutto indipendentemente dalla bravura.
Ciao! Sono il nuovo bassista dei Gadjos, JayJay. Innanzitutto voglio farti i miei complimenti per questo articolo che è servito anche a me per recuperare qualche informazione riguardo la storia della band (visto che Luca le dispensa col contagocce). Nutro molto rispetto per ciò che i Gadjos sono stati e per i musicisti che vi hanno fatto parte, per questo sono entrato nel progetto in punta di piedi, ma oggi dopo più di sei mesi ci sono dentro fino al collo! Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un nuovo brano, L'impossibile, una ballata rock con un testo molto intimo che indaga nel profondo di due anime affini che si aiutano a vicenda per sopravvivere a un mondo pieno di persone smarrite. Il genere e l'arrangiamento ci ha visto tutti equamente protagonisti ed è la sintesi dei gusti e della formazione musicale di ognuno di noi. Si tratta di un viaggio esplorativo in un territorio diverso da quello in cui i Gadjos sono più a loro agio, ma nonostante questo adoriamo il risultato finale. Ma per te e per tutti gli altri che seguono la band per la loro grinta rock, voglio dirvi di non disperare: il prossimo brano sarà cattivissimo! Un abbraccio a tutti i lettori di questo blog e se avete il piacere seguiteci perché continueremo a scrivere e a suonare!
RispondiEliminaGrazie JayJay per questo tuo graditissimo intervento. Per merito dell'amico Giudas abbiamo potuto apprezzare i Gadjos e le loro musiche, Vi seguiremo senz'altro. Piuttosto, mi farebbe pacere dare seguito a questo post magari con un vostro concerto live. Avete del materiale a disposizione?
RispondiEliminaPossiamo sentirci tramite email. Visitando il sito gadjos.it è possibile compilare un form in basso per contattarci. :)
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