mercoledì 16 agosto 2023

Retrospettiva: I Cliffters (1968-1972)

 

PREFAZIONE
Interrompiamo per un momento la carrellata dedicata ai vinili rari - che riprenderemo a partire dal prossimo post - per andare alla scoperta o riscoperta di gruppi e musicisti cosiddetti "minori" che hanno caratterizzato il periodo a cavallo tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70. In questo percorso di "archeologia musicale" ci facciamo accompagnare dai curatori del canale YT "Senza tempo noi - il rock a Forlì" (qui) - ricco di audio/video di notevole importanza storico-culturale e dalla parallela pagina Fb "Senza tempo noi 1964-1979  Il rock a Forlì" curata da Antonio Rosetti (qui), altrettanto ricca di informazioni e contenente un archivio fotografico con immagini rare risalente agli anni '60 e '70. Già in passato avevamo utilizzato il materiale pubblicato da questo canale YT per preparare e pubblicare un lungo e articolato post dedicato ai Forum Livii (fu un lavoro realizzato dal grande Robi che saluto con affetto). Naturalmente vi invito, se ancora non lo avete fatto, a visitare sia il canale che la pagina Fb perché ne vale veramente la pena. Come si può evincere dal titolo, vengono presi in esame gruppi e musicisti che gravitavano nella città di Forlì e immediati dintorni. Quest'oggi ci occuperemo dei Cliffters, un complesso (così si chiamavano allora), poco conosciuto e con una scarsissima produzione musicale ufficiale alle spalle. Ma il vero piatto forte è costituito dagli otto brani inediti che sarebbero dovuti confluire in un album purtroppo mai realizzato. Cito le fonti dalle quali ho tratto la biografia del gruppo: oltre a "Senza tempo noi" ho fatto riferimento al sito "Romagnauno.it/c'era una volta il beat - 50 anni fa - Forlì" e - poteva forse mancare? - alla bibbia "Italian prog" del nostro amico Augusto Croce. Chiuse le premesse passiamo alla biografia e alla musica.


BIOGRAFIA DEI CLIFFTERS
I Cliffters, che ovviamente erano forlivesi, presero questo nome senza sapere che esisteva già una formazione omonima, di buon successo, proveniente dalla Danimarca, ma nessuno se ne accorse. Scalarono il successo delle balere e anfratti vari esclusivamente per giovani, diventando famosi e richiestissimi nel piccolo mondo romagnolo. Ebbero un successo dirompente. Ogni localino li voleva, avevano un seguito pazzesco, averli voleva dire “tutto esaurito” e certezza che tutti ballavano fino all’ultima briciola d’energia. Fu un fenomeno limitato a livello locale. La formazione del vero successo era la seguente: Uberto Saragoni (tastiere), Alberto Solfrini (chitarra basso e voce), Pasquale Venditto (batteria), Renzo “Pitone” Tortora (chitarra). 


Saragoni portava con sé il padre manager, abile a destreggiarsi tra locali e balere per contratti allora definiti “danarosi”. Il complesso era nato nel 1964 e nel 1968 incise il singolo “Preghiera”, ma il disco non rispecchiava minimamente il genere e la forza dei Cliffters, molto più vicini ai Led Zeppelin e lontanissimi da quella Preghiera! Il loro successo non fu discografico bensì “live”, come la mitica esibizione del 26 maggio 1968 a Bologna, come complesso “spalla” del concerto di Jimi Hendrix. Le ragazzine impazzivano, ma anche i ragazzi li amavamo e in poco tempo divennero i numeri uno dell’avanguardia forlivese.


Augusto Croce su "Italian prog" precisa che il gruppo prese il nome in onore di Cliff Richard,. Oltre ad incidere nel 1968 il già citato 45 giri (l'unico nella loro carriera musicale), vennero inclusi con il brano melodico "Bimba mia" nella compilation della Fonit "Nuovi complessi d'avanguardia da Radio Montecarlo" (il loro nome è scritto erroneamente con una sola "f" sull'etichetta dell'LP), ma senza riuscire a pubblicare nient'altro, pur avendo avuto una lunghissima storia, conclusa nel 1973, dopo moltissimi cambi di formazione. Nel 1972 presero parte anche al Festival Pop di Villa Pamphili a Roma.
Tortora e Venditto lasciarono il gruppo nel 1971 per formare i Forum Livii (NDR - qui le storie si intrecciano) sostituiti dal chitarrista franco-tunisino Christian Souiller (ex-Migrants) e dal batterista Beppe Leoncini. Questa formazione incise un album per la It, purtroppo mai uscito. A questo proposito la storia si fa interessante. La affronteremo a breve. 

I Cliffters - Preghiera (45 giri, 1968)


TRACKLIST:

01. Preghiera (lato A)
02. La fretta di arrivare (lato B)

Bonus track
03. Bimba mia - solo sulla compilation "Nuovi complessi d'avanguardia da Radio Montecarlo - 1971 (qui sulla Stratosfera)


FORMAZIONE:

Renzo Tortora (chitarra, voce)
Uberto Saragoni (organo, voce)
Gilberto Giusti (basso, voce)
Pasquale Venditto (batteria, voce)
Sergio Bandini (voce)


"Preghiera", brano pubblicato dalla CBS nel 1968, venne scritto dal chitarrista Renzo Tortora, detto "Pitone".  Fu però firmato da  Angiolini - Lo Vecchio - Vecchioni perché Tortora non era ancora iscritto alla Siae. La voce è dell'allora cantante del gruppo Sergio Bandini di Ravenna. Gli altri musicisti presenti nel disco erano Gilberto Giusti detto Manveloce al basso, Pasquale Venditto alla batteria e Uberto Saragoni all'organo. Anche il brano inciso sul lato B, "La fretta di arrivare" venne scritto da Renzo Tortora coadiuvato dal precedente cantante del gruppo, Mauro Manzecchi (Il Morino). Le parole furono però riscritte da Roberto Vecchioni che firmò il brano insieme ad Angiolini e Lo Vecchio, sempre perché i ragazzi non erano ancora iscritti alla Siae. La voce è quella di Sergio Bandini. "Bimba mia" registrata nel 1971  era firmata da Saragoni e Saitto. Nell'organico entrò il nuovo bassista, Alberto Solfrini. Quest'ultimo aveva alle spalle una lunga esperienza come musicista, maturata sia in Inghilterra che in Italia in formazione con i Richards. Ricordo che Solfrini è mancato nel 2007 all'età di 60 anni. 

Alberto Solfrini

L'ALBUM INEDITO DEL 1972
Nel 1972 i Cliffters con una formazione rinnovata (Christian Souiller e Beppe Leoncini al posto di Tortora e Venditto) subito dopo la partecipazione al Festival Pop di Villa Pamphili si recarono negli  studi di Edoardo Vianello a Roma per registrare un album per l'etichetta It di Vincenzo Micocci. Le musiche e i testi originali in inglese erano di Alberto Solfrini, ma i brani vennero incisi con i testi in italiano scritti da un giovanissimo Francesco De Gregori. Il complesso si sciolse definitivamente qualche mese dopo, all'inizio del 1973 e il disco non venne mai pubblicato. E' una triste sorte che ha accomunato molti gruppi italiani all'epoca. I 10 brani originali registrati in studio andarono perduti (chissà, magari sono ancora in fondo a qualche cassetto). Esiste però una preproduzione "casalinga" registrata con un Revox a otto piste nella sala prove del gruppo a Forlì che comprende otto brani in inglese e in italiano. Possiamo ascoltarli grazie alla loro pubblicazione sul canale YT "Senza tempo noi". Tutte e otto le tracce sono senza titolo e dimostrano l'assoluto valore di una band che aveva intenzione di registrare un album a cavallo tra il rock-blues e il progressive. 


TRACKLIST:

01. Untitled # 1 - 3:30
02. Untitled # 2 - 5:14
03. Untitled # 3 - 832
04. Untitled # 4 - 4:37
05. Untitled # 5 - 4:43
06. Untitled # 6 - 3:08
07. Untitled # 7 - 702
08. Untitled # 8 - 3:10


FORMAZIONE:

Alberto Solfrini - basso, voce
Beppe Leoncini - batteria
Christian Souiller - chitarra
Uberto Saragoni - organo


Già solo l'intro della track 1, che richiama i Vanilla Fudge, ci porta su un altro pianeta. Altro che "Preghiera" e "Bimba mia". Lontane anni luce. Qui siamo di fronte ad  un inedito album di puro e autentico rock con grandi parti di organo e ottimi assoli di chitarra, sostenuti da una potente sezione ritmica. Notevole l'assolo di chitarra nella Untitled # 2. La traccia 3, della durata di oltre 8 minuti, è un torrido blues cantato in inglese, caratterizzato da due lunghi assoli di organo e di chitarra (formidabile Christian Souiller). Immagino la potenza del suono sul palco in occasione delle esibizioni live. Echi dei Deep Purple, voce a parte, nelle tracce 4 e 5. IL riff di chitarra della track 6 riporta direttamente ai Black Sabbath e al loro celebre dark sound. Organo e chitarra sono ancora i protagonisti della traccia 7. Si chiude con un brano acustico, con la bella voce di Solfrini in primo piano. Forse la traccia più "commerciale" dell'album mai nato. Peccato perché il disco, una volta pubblicato, non sarebbe passato sicuramente sotto traccia. Grazie ancora ai già citati amici di "Senza tempo noi". A voi tutti auguro buon ascolto.

Alberto Solfrini

LINK Preghiera (45 giri 1968)
LINK The Lost Album (1972)

Post by George

3 commenti:

  1. Con imperdonabile ritardo, ma si sa che le vacanze estive giocano brutti scherzi, anche perchè lo citi in questo post caro George, faccio al grande Robi, che per chi non lo sapesse altri non è che The Captain ovvero il Padre fondatore di tutto quanto qua state leggendo, i più cari auguri seppur 2 giorni dopo il suo compleanno. Auguri caro amico, e quando avrai due minuti dacci un tuo cenno che ben sai essere da parte nostra sempre graditissimo. Frank - One

    RispondiElimina
  2. Davvero pregevole The Lost Album. Grazie George di codesta chicca e, come ricordato da Frank-One, porgo anch'io gli auguri al ''Capitano della navigazione stratosferica''.

    RispondiElimina
  3. Grazie Albe, i tuoi commenti sono sempre preziosi e graditissimi

    RispondiElimina