PREMESSA
Se vogliamo entrare nel mondo di Ricky Gianco, personaggio che fino ad oggi abbiamo trascurato, dobbiamo spingerci agli albori degli anni '60, quando iniziò a sfornare i suoi primi 45 giri. Era il 1961 allorché la Round Table pubblicò "Come un bambino", un singolo accreditato a Ricky Gianco e ad un altro. L'altro era Gino Paoli. Singoli e album proseguirono senza sosta. Poi, a metà degli anni '70 la svolta. Il sodalizio artistico con Gianfranco Manfredi portò i suoi frutti: testi e musiche si allinearono alla cultura del decennio. l'impegno politico e sociale trasudò da ogni brano mentre i suoni colsero gli ultimi aneliti di un rock di ispirazione progressivo che stava sopravvivendo a se stesso. Fondò nel 1974, insieme al discografico Nanni Ricordi l'etichetta Ultima Spiaggia che ebbe purtroppo vita breve. Cessò la sua attività nel 1979. In questo breve lasso di tempo mise sotto contratto artisti del calibro di Ivan Cattaneo, Roberto Colombo, Enzo Jannacci, Claudio Lolli, oltre a Gianfranco Manfredi. L'elenco è solo parziale. Gianco incise per la sua label due dischi fondamentali, "Alla mia mam..." nel 1976 e "Arcimboldo" nel 1978. Entrambi vennero preceduti da quel gioiellino, fuori da ogni schema, intitolato "Disco dell'angoscia" (1975), frutto della collaborazione di Ricky con una schiera di artisti afferenti all'Ultima Spiaggia: da Gianfranco Manfredi a Ivan Cattaneo, da Nanni Ricordi (proprio lui, che prestò la sua voce) a Tullio De Piscopo. Questo disco è stato postato sulla Stratosfera nel lontano 2011. Eccolo qui. Per tornare agli album ho preso in esame quelli che possiamo definire "impegnati", quelli del "nuovo corso" tralasciando volutamente altre due produzioni anni '70, ovvero i due inascoltabili Braccio di Ferro (1975 e 1976), con musiche per bambini, e la colonna sonora del film "Liquirizia" (1979), condivisa con altri artisti. E ora diamo spazio alla musica.
Ricky Gianco - 1976 - Alla mia mam...
TRACKLIST:
Lato A
01. Un amore - 6:15
02. Campo minato - 3:03
03. Fango - 4:00
04.Repubblica - 4:50
Lato B
05. Mangia insieme a noi - 3:22
06. Ospedale militare - 3:55
07. Nel mio giardino - 3:40
08. Un pipistrello in abito da sera - 4:57
09. Davanti al nastro che corre - 2:35
MUSICISTI:
Ricky Gianco - voce, chitarra acustica
Claudio Dentes - chitarra acustica
Giuliano Illiani (alias Donatello) - chitarra acustica, flauto
Glauco Borrelli - basso
Marcello Vento - batteria
Oscar Rocchi - tastiere
Lucio Fabbri - violino
Giovanni Unterberger - pedal steel guitar
Flavia Baldassari, Gianfranco Manfredi, Naimy Hackett - cori
Come riporta il sito "John's Classic Rock" che propone una ottima e condivisibile recensione dell'album "Ricky Gianco rimase silente lungo tutta la prima metà degli anni ’70 sospeso tra il declino del Beat e qualche produzione per l’infanzia, ma è evidente che la sua coscienza politica stava rafforzandosi esponenzialmente sia grazie a un certo tipo di frequentazioni, sia grazie a un'innata capacità d'osservazione degli eventi in corso. Prova ne è che quando nel 1976 uscì il suo primo 33 giri del “nuovo corso”, Ricky si era completamente trasformato: non più il ragazzo ye ye che scriveva Pugni Chiusi per i Ribelli, ma un trentetreenne baffuto e sornione che nell’album “Alla mia mam...” faceva lucidamente il punto sulla situazione del Movimento. In più, con un’invidiabile consapevolezza musicale che, se proprio non possiamo chiamare Prog, ne aveva sicuramente assimilato la lezione. I nove brani che compongono il disco tracciano di fatto quella linea di demarcazione che allontanerà irreversibilmente la musica autorale, progressiva o politica, da quella nuova concezione provocatoria e dadaista che sarebbe stata poi propria del movimento del 77. Il tutto però, senza rinunciare a momenti poetici di alta classe, partoriti soprattutto dalla penna di uno straordinario Gianfranco Manfredi.
Tra sferzate ritmiche, momenti folk, rincorse vocali, citazioni etniche e arrangiamenti tipici della label Ultima spiaggia, si parte così già con la classica “Mangia insieme a noi” che, pur omaggiando Pete Seeger, ha in se una forza analitica che la incolla spietatamente al proprio tempo storico: “E’ chiaro che l’emotività nell’istituzione, dinamica non ne ha. Dialettica dell’autonomia, ottica e... insomma... ognuno a casa sua”. Ritmiche Progressive promanano dalla dissacrante “Ospedale militare” alla quale segue, bilanciandola perfettamente, la struggente “Nel mio giardino”: asciutto ritratto degli immensi quartieri dormitorio milanesi da cui era appena partito il movimento dei Circoli del Proletariato e da cui di lì a poco sarebbero nate le prime soggettività Punk. Tra le isteriche “Davanti al nastro che corre” e “Un pipistrello...” si insinuano poi le ballate “Fango”, dal chiaro sapore militante, e la dolcissima “Un amore”, per poi chiudere il tutto con “Repubblica”, cantata in sei dialetti diversi e il cui concetto è chiaro:
Un disco sostanzialmente aggressivo quindi, i cui eccessi verranno poi limati nel 78 col più calibrato “Arcimboldo”: uno dei momenti più alti della carriera di Gianco. Ma tra il 76 e il 78 erano passate due ere geologiche e nell’anno del Lambro, occorreva ancora fare i conti con un passato chiuso e un futuro non ancora definito e “Alla mia mam...”, possiamo dire, fu una tra le migliori sintesi di quella situazione: sia musicalmente che poeticamente".
Il disco, dopo un lungo periodo nel dimenticatoio, è stato ristampato in versione CD dalla RCA nel 1995.
Ricky Gianco - 1978 - Arcimboldo
TRACKLIST:
Lato A
01. Compagno si, compagno no, compagno un caz - 3:37
02. Arcimboldo - 4:15
03. Uomini non parlate più - 2:35
04. Vita, morte e miracoli - 3:21
05. Ironia - 2:36
Lato B
06. Il deserto è pulito (ha collaborato Riccardo Zappa) - 3:45
07. Obrigado, obrigadinho - 3:52
08. Il fiume Po - 5:20
09. A Nervi nel '92 - 4:28
MUSICISTI:
PFM al completo (Mussida, Di Cioccio, Premoli, Djivas)
Roberto Colombo
Qui ci troviamo di fronte ad uno dei punti più alti della produzione discografica di Rocky Gianco. I testi si fanno più aderenti al movimento del 77-78, ironici e critici, e le musiche ancora più raffinate rispetto al disco precedente grazie alla presenza della PFM al gran completo. Ancora da "John's Classic Rock":
"Tecnicamente: nove canzoni prodotte da Claudio Fabi, eseguite dalla PFM post-Pagani in gran completo e in più, con la collaborazione di Roberto Colombo. Registrate presso gli studi milanesi della Ricordi, e mixate alllo Stone Castle di Carimate tra il maggio e il giugno del 1978. Concettualmente: una vera e propria analisi ex-post di tutte quelle problematiche che vennero trattate, dibattute e vivisezionate l’anno precedente ma, ripeto, mai risolte a livello collettivo: la frammentazione e le contraddizioni della sinistra, il silenzio sociale come conseguenza dei processi di modernizzazione, le possibili nuove forme di lotta, l’antimilitarismo, l’ecologia e, a chiudere il tutto, il ruolo della memoria storica sublimata in una curiosa canzone quale A Nervi nel 92, là dove due reduci del movimento si ritrovano quindici anni dopo sulla riviera ligure a raccontarsi le proprie esperienze. Degradati nella scala sociale, ma indomiti nel loro grande amore per la vita e appunto per l'esperienza.
front cover della ristampa del 1987
Musicalmente siamo invece di fronte a un insieme di stili differenziati che, come in uso all’epoca, mettono l’appena defunto prog al servizio di una comunicazione più immediata di taglio cantautorale. E in questo, c’è da dirlo, la PFM è davvero perfetta. Un lavoro molto sofisticato insomma, a partire dalla splendida copertina dello Studio Dada2 che ritrae una “testa composta” di Gianco nello stile del pittore Giuseppe Arcimboldo (1526-1593). Altra caratteristica che legò indubbiamente l’album al suo tempo storico fu poi il linguaggio utilizzato nei testi, tutti firmati da un Gianfranco Manfredi in evidente stato di grazia. Versi speso ermetici - “comprensibili al movimento, ma oscuri al potere” si diceva allora - ma che toccano ogni atomo della coscienza sino a coinvolgerla tutta. Così, memorie e sensazioni che sembrano attraversare il disco quasi per caso, rivestono in realtà un ruolo preciso, come quel “cielo che era blu / a volte di un triste blu: blu-polizia” nella splendida Obrigado Obrigadinho che, insieme alla title track, è a mio avviso l'autentico capolavoro dell’album.
Oppure come quel “deserto che è pulito e non fa rumore, ma è vivo e pieno di colore”, che poi sarebbe la metafora di una "Milano del futuro" che il potere vorrebbe sempre scintillante e asettica, ma dove le sacche di disobbedienza continuano ad incontrarsi, a resistere, a riprodursi. Parole certamente datate in effetti. Sentimenti quasi impossibili da spiegare a trent’anni di distanza, ma che non solo riflessero una rivolta diffusa e temuta dal sistema borghese, ma, se vogliamo, ancora attuali. Del resto, Il fiume Po, è sempre “un fiume chimico, ma senza H2O”, la sinistra è tuttora inquinata da “compagni del caz...”, e l’Ironia è sempre una delle armi più detestate dal potere. La sola differenza tra oggi e gli anni Settanta è che, se quarant’anni fa si osava toccare un qualsivoglia diritto civile, scattavano in piazza milioni di persone decise a tutto. Oggi invece, non solo “paghiamo” come Totò, ma sembra ci sia qualcuno che è pure contento di farlo. Ecco perché Arcimboldo fu allo stesso tempo un capolavoro e un sasso nell’oceano. Ma ricordiamoci sempre: ”è facile morire / ma è più difficile capire".
"Arcimboldo" è stato ristampato due volte in versione CD: la prima nel 1995 (RCA), la seconda nel 2002 (BMG Ricordi). E ora non mi resta che augurarvi buon ascolto.
LINK Alla mia mam...(1976)
LINK Arcimboldo (1978)
Post by George
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RispondiEliminaun grandissimo...dischi che, all'epoca, ho usurato a furia di ascoltarli(ma anche altri successivi,che, se non erro, ti avevo inviato)....per non parlare della miriade di concerti con Manfredi ai vari raduni e manifestazioni.
RispondiEliminaQualche anno fa l'abbiamo invitato a suonare qui ; ha fatto un concerto piacevolissimo in cui ha ripercorso la sua carriera, poi cena in compagnia e foto e dediche sui dischi.....con grande semplicità e senza "tirarsela"
Abbi pazienza, amico mio. Andrò alla ricerca dei concerti che citi nel tuo commento.
RispondiEliminaGran bel colpo. In particolare Arcimboldo, con la Premiata in versione session group. Vero, il prog (classico) ma questi musicisti eccezionali si misero al servizio di alcune gemme destinate a sbocciare (Fortis, Nannini, Cattaneo...) o a rivivere come nel caso di Ricky. Dischi che ancora oggi hanno un "tiro", grazie ad un groove intramontabile. E poi i testi di Manfredi, graffianti, non sono per nulla invecchiati. A volte succede, alchimie che resistono e vivono a dispetto del tempo. Mano thanks my friends
RispondiEliminaIl prog classico stava finendo... (ndt)
RispondiEliminaE' vero, ci sono album, come questi, che non invecchiano mai, specie sotto il profilo musicale. I testi, in parte ancora attuali, vanno ovviamente storicizzati. E' anche interessante seguire il percorso artistico di una PFM post Pagani che, dopo i fasti americani, si ritrova in studio ad accompagnare i nostri artisti, quelli che hai citato tu (a parte i tour con Faber). E con quali risultati!
RispondiEliminaIo ho una registrazione di un concerto di Ricky Gianco e Gianfranco Manfredi a Sesto Fiorentino, all'Istituto de Martino, il 22 agosto 2020. Era uno di quei concerti a cui assistevamo con la mascherina e distanziati. Qualitativamente non è un gran che (ripreso con un telefonino) ma è integrale, due ore e dieci di musica e chiacchiere. Se interessa, passo. Saluti, Paco. (inutile dire che adoro questi due dischi)
RispondiEliminaVisto che i concerti di Osel sono andati perduti nel crash del mio vecchio PC, sentiamo almeno quello di Sesto Fiorentino. Caro Paco, se mi vuoi inviare i file sarò ben felice di pubblicarli.
EliminaAdoro Ricky Gianco: ho imparato ad apprezzarlo ascoltando i brani dell'album Alla mia mam... , che venivano trasmessi da una radio libera. Un mio amico aveva imparato a cantare e suonare Fango, un altro sapeva a memoria Un amore. Una volta ho telefonato ad un programma radiofonico perchè trasmettessero Campo minato. E poi Ricky, come menzionato da Osel, è molto disponibile: prima di un concerto temevo di disturbarlo, invece abbiamo disquisito amabilmente. Grazie carissimo George e, in quanto al concerto a Sesto Fiorentino, non vedo l'ora di ascoltarlo: invialo al più presto, stratosferico Paco!
RispondiEliminaDue dischi straordinari !
RispondiEliminaComunque a me è sempre piaciuto di più Alla mia mam..., pur apprezzando tanto il bellissimo Arcimboldo .
Michele D'Alvano