TRACXKLIST:
01. La vecchia radio (Massimo Alviti) - 6:25
02. Blackbird (Lennon, McCartney) - 3:43
03. And I Love Her (Lennon, McCartney) - 5:47
04. Indiana (Massimo Alviti) - 3:59
05. Tunisi (Rodolfo Maltese) - 5:50
06. Il volo del gabbiano (Rodolfo Maltese) - 7:11
07. From Malaga To Brasil (Rodolfo Maltese) - 4:14
08. Pour Michel (Massimo Alviti) - 6:06
09. Last Train Home (Pat Metheny) - 4:10
10. James (Lyle Mays, Pat Metheny) - 2:50
11. El Dia Ante (Lucho González, Luis Salinas) - 4:00
ALMA è un progetto che valorizza le potenzialità della chitarra acustica e le straordinarie possibilità che offre questo strumento. Sono undici i brani in repertorio: sei scritti dal duo (l'autore è indicato tra parentesi nella tracklist) mentre cinque sono degli arrangiamenti di composizioni di Pat Metheny- Lyle Mays; Lennon-McCartney, Salinas-Gonzales.
"ALMA" (NDR - sono le iniziali del cognome dei due musicisti ALviti e MAltese) è il risultato di anni di lavoro - racconta Massimo Alviti - di tanti chilometri percorsi tra una città e l’altra, tra un palco e un altro, alberghi, cibi da conoscere, vini diversi, stati d’animo diversi…E’ “ALMA”, l’anima di chi, con umiltà e ironia, comunica le proprie emozioni di una vita di musica”. "Le tracce - ricorda ancora Cimabue - sono caratterizzate dalle chitarre acustiche dei due comprimari, con l'occasionale contributo di musicisti esterni (notevole Alessandro Papotto ne "Il volo del gabbiano"): un'alternanza di composizioni originali e di cover - memori dei progetti BeatLess e Indaco - a comporre un unicum sonoro appagante, coinvolgente e mai banale".
Personalmente amo molto questo album e non solo perché sono un estimatore della chitarra classica (memore dei miei studi giovanili) ma soprattutto per le emozioni che il suono cristallino delle chitarre riesce a trasmettere all'ascoltatore. Il sound che pervade l'album è caratterizzato da una miscela di jazz e soul con venature etniche, calde e rarefatte, che mettono in luce l'abilità tecnica dei due chitarristi.
Ricordo che l'album (con una brutta copertina che non gli rende giustizia) venne pubblicato nel 2009 dall'etichetta Terre Sommerse. In merito ai due titolari dell'album vorrei concludere con qualche breve appunto su Massimo Alviti, mentre per il grande Rudy Maltese (quest'anno ricorrono 10 anni dalla sua scomparsa!!), personaggio "di casa" sulla Stratosfera, c'è ben poco da dire. Alviti, invece, proprio per non dimenticarlo, è stato parte integrante degli Indaco e del Quintetto Samadhi, formato da Alessandro Papotto ai fiati, Antonino Zappulla alle tastiere, Pierluigi Calderoni alla batteria e Luca Barberini al basso. Insomma, una spruzzata di Banco del Mutuo Soccorso non guasta mai. Massimo suona chitatrra acustica, chitarra classica, sitar elettrico e altri strumenti a corda. Altrettanto importante è la sua carriera solista. Per una lettura approfondita della sua biografia vi rimando a questa pagina (qui). Prima o poi ci occuperemo anche di lui e di parte della sua produzione artistica.
Qui intanto concludiamo il nostro incontro. Mi auguro che questo disco di apertura del 2025 possa soddisfare i vostri palati. Fatelo sapere attraverso i commenti, sempre molto graditi. Buon ascolto.
Post by George & Cimabue
Ojalá este año que comienza sea parecido a este hermoso disco: armonioso, amable y pacífico. Pero como el mundo va de mal en peor, al menos que lo sea interiormente para quien lo busca.
RispondiEliminaY qué bueno que estén de regreso||