I Nuts erano un gruppo originario di La Spezia, cittadina della Liguria di Levante, attivi dal 1983 al 1988. Innamorati da sempre del rock blues, registrarono tre dischi, due 33 giri e un EP 12" con 4 brani, per la Cobra Records. Tutto questo materiale è rimasto a tutt'oggi confinato - si fa per dire - sul solo vinile. Ottima occasione per scoprirli ed ascoltare la loro opera completa. Per trovare qualche informazione legata alle loro vicende musicali (il web è molto avaro al riguardo) occorre leggere la lunga intervista ai membri del quartetto, pubblicata su "It's Psychedelic Baby Magazine" il 28 luglio 2012, arricchita da numerose fotografie e manifesti dei concerti. Cliccate qui per la lettura integrale del testo. E' scritto in inglese, ma per una lettura più agevole basta impostare la traduzione in italiano. In questa sede mi sono limitato ad estrarre alcune parti relative alle origini e alla produzione discografica. Veniamo al dunque. Sono gli stessi protagonisti a raccontare gli esordi della band, un classico quartetto rock blues composto da chitarra, basso, batteria e armonica a bocca.
Stefano Bardò, l'armonicista, ricorda che dopo un periodo di prova la band aveva costruito un repertorio che comprendeva sia reinterpretazioni del blues classico britannico sia canzoni originali. "Spesso entravamo in vere e proprie jam session in cui tutti improvvisavano lunghi assoli e l'atmosfera assumeva un sapore psichedelico. Eravamo alla ricerca di un suono, in qualche modo personale ma che riassumesse tutte le possibili influenze provenienti dalla musica che amavamo".
Fu così che i nostri Nuts (le Noci, in italiano) decisero di registrare un demo e questo fu un passo importante che permise loro di capire le dinamiche di una sessione di registrazione e le possibilità offerte da uno studio attrezzato. "Questo ovviamente - prosegue Stefano - rappresentava anche un'occasione per far sapere alla gente cosa stavamo facendo e per iniziare ad essere invitati a suonare nei club, che spesso e purtroppo non erano adeguati ai nostri spettacoli "ad alto volume" e molte volte abbiamo avuto discussioni animate con i proprietari dei club dicendo "sei pazzo, dimentica di suonare così, qui!"
Al fine di avere un pubblico più ampio, il gruppo decise di comporre e cantare le canzoni in inglese. Dopo un ungo rodaggio "on the road", che evidenziò tutta la potenza del gruppo, nel 1986 i quattro decisero che era arrivato il momento di registrare un album. Ancora Stefano: "C'era un buon numero di band underground italiane come noi, legate al rock tradizionale, incuranti delle mode. Cercavano tutti di avere la possibilità di far ascoltare la loro musica, e dopo un'indigestione di punk e new wave, le varie riviste musicali dedicarono spazio alle "nuove radici rock". E fu così che venne registrato e pubblicato il primo album dei Nuts dal titolo "The Ups And Downs Of A Nice Little Bugger". Di certo non un titolo facile da ricordare.
The Nuts
The Ups And Downs Of A Nice Little Bugger (1986)
TRACKLIST:
Lato A
01.The Ups And Downs Of A Nice Little Bugger
02. Is That You Or Is That I?
03.Little Lady Of Disdain
04. I Just Can Give It All
05. Black Berry
06. Talkin' In The Rain
Lato B
07. Mutual Understanding
08. Mist
09. What A Hunger !
10. Who Should You Love? (written by Bo Diddley)
FORMAZIONE:
Mario Bucceri - chitarra, voce
Agostino Morvillo - basso
Paolo Falchi - batteria
Stefano Bardò - armonica
L'opera prima si compone di 10 brani, giocati sulla forte presenza della chitarra e dell'armonica, con una potente base ritmica. Forse queste registrazioni non rendono giustizia ai Nuts che, sicuramente, dal vivo facevano emergere il loro potenziale in modo più evidente. Pur essendo una buona prova, in alcune parti il disco risulta un po' monotono e ripetitivo. Insomma, come si diceva una volta a scuola "è bravo ma potrebbe fare di più". In una settimana il disco venne registrato ai TBM Studios di Castelfranco Emilia. Era composto da brani originali scritti da Mario Bucceri e arrangiati dai restanti componenti, e una versione del classico di Bo Diddley "Who Do You Love?", otto minuti di acid rock in cui tutti gli strumenti si scatenano creando momenti di tensione e improvvisazione collettiva. Mario cambiò le parole e lo chiamò "Who Should You Love - Chi dovresti amare?". "Questo brano è diventato uno dei nostri prodotti di punta - precisa Stefano - e in ogni concerto ne abbiamo suonata una versione diversa, e ha sempre funzionato alla grande!"
I quattro inviarono alcune copie promozionali dell'album alle maggiori riviste musicali dell'epoca (The Wild Bunch, Rockerilla, Ultimo Buscadero) ricevendo ottime recensioni da Beppe Riva, Riccardo Bertoncelli, Daniele Ghisoni, Aldo Pedron, Marino Grandi, Vittore Baroni, grandi nomi delle riviste musicali. Poco dopo l'uscita dell'album i Nuts si offrirono volontari per partecipare a diversi concerti in tutta Italia. Si giunse così al 1987, anno di realizzazione del secondo album, "Lookin' For Cockaigne", sempre prodotto dalla Cobra Records.
TRACKLIST:
Lato A
01. Somethin' Dancin' In My Veins - 3:18
02. Lookin' For Cockaigne - 2:37
03. The Wiz Of Showbiz - 4:03
04. Wavin' Through The World - 3:38
05. Absinth Boulevard - 5:50
Lato B
06. They Say I've Got No Blues - 4:05
07. Hey Gyp (written by Donovan) - 5:20
08. Iìll Have A Few In - 2:42
09. Imperfect Opera - 3:44
10. Ambush Avenue - 2:48
FORMAZIONE:
Mario Bucceri - chitarra, voce solista
Agostino Morvillo - basso, cori
Paolo Falchi - batteria, cori
Stefano Bardò - armonica
ospiti
Mauro Avanzini - sax
Lauro Maria Rossi - trombone
Quella spinta, quel mordente che mancavano nel disco di esordio, li troviamo in pieno in "Lookin' For Cockaigne", un disco potente fin dal brano di apertura, Somethin' Dancin' In My Veins, Le lunghe serate sui palcoscenici hanno prodotto il loro effetto. E' ancora Stefano la memoria storica: "Eravamo ancora una volta orgogliosi, dato che il disco conteneva una sola cover ("Hey Gyp" di Donovan) e il resto era composto da brani originali. Ci siamo allontanati anche un po' dalle nostre radici classiche del rock e del blues, ci siamo evoluti in un sound più originale e variegato, forse "psycho-soul"? I Nuts non sono mai stati intenzionali, per essere un gruppo di revival blues, non riuscivamo a trovare un senso nel cantare "Sweet Home in Chicago" mentre vivevamo in una località di mare in Italia. I testi scritti da Mario parlavano di noi e della nostra vita, la musica era sentita come tutta nostra, buona o cattiva che fosse".
Mario Bucceri disse nel corso dell'intervista:" Credo che la band abbia raggiunto un sound nuovo e più raffinato. L'album includeva l'unico brano strumentale dei Nuts (Absynth Boulevard)". Non solo, in They Say I've Got No Blues, brano grandioso che apre la side 2, troviamo per la prima volta la presenza dei fiati, sax e trombone. Un vero gioiellino. Verso la fine del 1987 i Nuts, con un nuovo giovanissimo batterista, Guido Carli, registrarono 4 brani, poi confluiti sull'EP "The Haunt" pubblicato l'anno successivo.
Lato A
01. Crosstown Traffic (written by Jimi Hendrix)
02. Drivin' Back Home
Lato B
03. I'm Not Sleepy Yet
04. Johnny B. Goode (written by Chuck Berry)
Mario Bucceri - chitarra, voce
Agostino Morvillo - basso
Guido "Kid" Carli - batteria
Stefano Bardò - armonica
Dopo questa prova i Nuts entrarono purtroppo in crisi. Mario ricorda: "Avevamo tutti bisogno di guadagnare un po' di soldi per vivere e, alla fine (nel 1988) abbiamo dovuto separarci. Probabilmente questa non è l'unica causa. La nostra storia di sei anni è stata molto intensa e anche piuttosto stressante (perché sentita e profondamente coinvolgente) e, in qualche modo, la vena si era asciugata". Le Noci si sciolsero come neve al sole dedicandosi ad altre attività.
Nei primi anni '90 Stefano e Mario costituirono un nuovo gruppo, "solo per divertimento" - come precisato dagli stessi interessati - chiamato "The Witches", con una ragazza al basso, la bravissima Marta Sausa, degli "Italian Extravaganza", tra l'altro dotata di una voce meravigliosa. Niente più blues rock ma un suono di matrice pop rock inglese. Qualche concerto, nessun disco e poi l'ennesima chiusura dei battenti. Per quanto riguarda i Nuts dobbiamo per forza di cose accontentarci di questi 3 album che rappresentano una bella fotografia del panorama rock blues italiano degli anni '80.
Vi lascio augurandovi il consueto buon ascolto.
LINK The Ups And Downs Of A Nice Little Bugger (1986)
LINK Lookin' For Cockaigne (1987)
LINK The Haunt (1988)
Post by George
notevoli....dal vivo dovevano essere uno spettacolo
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