mercoledì 14 dicembre 2022

Serie "Just One Record" - Corte Aulica - 2007 - Il temporale e l'arcobaleno

 

TRACKLIST:

01. Chiaroscuro
02. Il temporale e l'arcobaleno
03. Corte Aulica
04. Tiziana
05. La principessa del parco
06. Via Rua Sovera 19
07. Zwanenbeek (piano solo)

Bonus tracks:
08. Grazie a te
09. La ragione d'autunno


FORMAZIONE:

Luca Saccenti - chitarra
Nicola Gasperi - tastiere e cori
Emanuele Jaforte - basso
Gustavo Pasini - batteria, percussioni, voce,  piano in track 7


Grazie ai file ricevuti qualche tempo fa da Marco Osel, che ringrazio doverosamente, abbiamo oggi il piacere di ascoltare il primo e unico album realizzato dai Corte Aulica, pubblicato dall'etichetta Mellow Records nel 2007. "Il temporale e l'arcobaleno" si compone di 9 tracce (tra cui 2 bonus track) all'insegna del miglior rock progressivo internazionale della metà degli anni '70. I quattro musicisti, tutti ottimi strumentisti, sono particolarmente attenti ai dettagli, dedicando grande attenzione ai passaggi "in chiaroscuro", dalle atmosfere acustiche delicate e fiabesche a quelle elettriche più intense e ritmate. 
Ho una particolare predilezione per la prima delle due bonus track, lo strumentale "Grazie a te" col delicato intro di piano e flauto che, in un crescendo di suoni multiformi, esplode col synth e gli strumenti elettrici per poi adagiarsi nuovamente, nella sezione finale, nella dolcezza del piano e del flauto che ci riconduce alle delizie iniziali. Ma questo è solo un esempio. 
C'è una similitudine nella costruzione di molti brani che ci riporta agli schemi classici del prog: introduzione acustica (chitarra e flauto), ingresso degli strumenti elettrici (tastiere, batteria, chitarra, basso) , assoli (chitarra, tastiere), chiusura acustica. Molti passaggi ci fanno tornare alla memoria il primo Steve Hackett post Genesis, ma non mancano citazioni di altre grandi band inglesi. Il lato debole,  diciamo quello più evidente, guarda caso risiede nella voce, decisamente debolina e poco efficace, caratteristica niente affatto rara nei gruppi prog. Peccato che non siano seguite altre prove discografiche: il preludio è confortante ma resta un'opera a metà del guado che avrebbe sicuramente trovato il giusto compimento in un secondo momento.


A queste mie elucubrazioni aggiungo una buona recensione, scritta da Marco Aimasso e pubblicata sul sito "Metal.it".
"I bresciani Corte Aulica nascono nel 2006 per mano di Gustavo Pasini (già fondatore dei Notabene, gruppo con all’attivo due dischi anch’essi pubblicati dalla Mellow Records), insieme a Nicola Gasperi, Luca Saccenti ed Emanuele Jaforte, tutti musicisti di grande sensibilità e preparazione. La loro proposta è un suggestivo prog rock che si rifà alla cosiddetta scuola di Canterbury, artefice di uno dei movimenti fondamentali dell’intero universo musicale e di una di quelle espressioni artistiche “senza tempo”, che vanno ben oltre l’effimero concetto di “moda”. La devozione a questo suono in continua evoluzione tra un raffinatissimo progressive e contaminazioni jazz / fusion si esprime principalmente nei confronti di formazioni strepitose quali Camel e Caravan, con un pizzico degli altrettanto importanti Hatfield And The North e National Health, ma fortunatamente non si limita ad un tentativo acritico di riproduzione, difficile (se non impossibile!) e comunque poco produttivo.


I 42 minuti de “Il temporale e l’arcobaleno”, quasi completamente strumentali, pur evidenziando chiaramente il loro ambito ispirativo, emozionano in modo sincero e comunicano direttamente con l’anima di chi li ascolta o forse sarebbe meglio dire con quella di chi li sa ascoltare, mettendo in campo una pregevole tecnica esecutiva che non si prefigge di sorprendere per la sua valenza virtuosistica e che s’inserisce come una “semplice” componente all’interno di un discorso più ampio e corale. Si tratta, infatti, di una raccolta di composizioni sicuramente non banali, ma neanche troppo tortuose, che si assimilano in ogni caso nella loro totalità in maniera lenta e graduale, svelando, proprio come accade nelle migliore opere degli anni settanta appartenenti a quest’ambito stilistico, inedite sfumature e nuove sensazioni ad ogni ascolto.


Con questo non voglio dire che i Corte Aulica siano fin da ora completamente all’altezza dei loro modelli, tuttavia il loro atteggiamento è quello giusto e mi piace parecchio il rispetto, la competenza e la personalità, probabilmente dettata da una sostanziosa cultura specifica, con il quale si sono avvicinati ad una materia così difficoltosa e “pericolosa”. Il CD non vive di episodi singoli e ogni nota sembra concorrere al disegno d’insieme (“devo” in ogni caso citare “Il temporale e l’arcobaleno”, “Corte aulica” e “La principessa del parco”, per la loro potenza immaginifica), che cattura l’orecchio e stimola i sensi puntando mediamente più sulla forza di suggestioni eleganti, cangianti ed intense che non sull’irruenza e sull’impeto (magari gratuito!), senza peraltro apparire mai melenso o scontato.


Per quanto riguarda i brani cantati, anche se la voce di Gustavo non mi convince pienamente (soprattutto in “Grazie a te”), essi rappresentano un po’ il lato più “easy” del dischetto e pur mantenendo le caratteristiche fondamentali del gruppo, mostrano una discreta inclinazione alla “memorizzazione”, fatto che rende la bellissima “La ragione d’autunno” un altro momento molto godibile ed appagante. Davvero un bel disco e mi auspico sinceramente che le parole di questa recensione non rimangano una questione “confidenziale” tra me e i pochi lettori interessati (spero di sbagliarmi!) a questa musica talvolta troppo frettolosamente e assurdamente bollata come “noiosa” e “vetusta”, e che esse possano contribuire a garantire ai Corte Aulica quella considerazione che meritano".


Termina no qui le note di accompagnamento all'ascolto del disco. Come sempre occorrono più ascolti pèr carpire i dettagli e apprezzare i brani nella loro complessa costruzione. Vi auguro buon ascolto.



Post by George - Music by Osel

3 commenti:

  1. il problema della voce è un classico di molti gruppi....non è facile trovare cantanti con tonalità ed estensione idonea al prog , peccato perchè spesso il lato strumentale è notevole

    RispondiElimina
  2. Della serie "dopo ripetuti ascolti"... devo dire che a me piace proprio ! Con i sottofondi di simil mellotron ed il flauto in bella mostra. Prog classico... il timbro vocale mi riporta al Castello di Atlante (suggestioni da vecchio ascoltatore,naturalmente). Grazie stratosferici autori !

    RispondiElimina
  3. Mi era molto piaciuto questo lavoro che oramai avevo rimosso in quanto da me acquistato appena uscito. Grazie per avermelo "rinverdito" e peccato non abbiano fatto altro, ma....mai dire mai. Frank - One

    RispondiElimina