TRACKLIST:
01. The Door (1:12)
02. Bicycle Ride from Earth to Saturn (8:17)
03. Elven's Lullaby (2:26)
04. Mr. Submarine's Ordinary Day (Part 1) (8:29)
05. Winter Glows (5:06)
06. Venice, a Spooky Love Story (5:34)
07. Mr. Submarine's Ordinary Day (Part 2) (1:45)
08. Shores Where Time Stands Still (4:05)
09. Red Sun (4:01)
10. Porto di Venere (5:25)
FORMAZIONE:
David Cremoni - 6 & 12 string acoustic guitars, electric guitars
Cristiano Roversi - e-piano, Moog, Polymoog, Mellotron, keyboards, bass pedals, producer
Emilio Pizzoccoli - drums & percussion, tambourine
Come prima cosa, assolutamente importante: ringrazio il nostro infaticabile amico e collaboratore Osel per l'invio di questi file che ci permettono di conoscere e condividere un gruppo con i controfiocchi. E ora procediamo con la scoperta dei Submarine Silence e della loro prima prova discografica risalente al 2001. L'album eponimo venne pubblicato dalla Mellow Records. Colpisce subito la copertina che ci riporta di filato all'epoca dei primi Genesis (inevitabili i richiami a Foxtrot). Guarda caso l'artwork è da attribuire nientemeno che a Paul Whitehead, autore di splendide e storiche copertine. E visto che ho citato i Genesis proprio lui è l'autore delle cover di Trespass, Nursery Cryme e Foxtrot, giusto per citarne tre. E ancora Whitehead ha creato copertine per High Tide, Van Der Graaf, Peter Hammill, ma anche per gli italiani Aldo Tagliapietra, Le Orme e Barock Project. Per farla breve i Submarine Silence si presentano con un gran bel biglietto da visita.
Cristiano Roversi
"Cristiano Roversi (NDR - qui sulla Stratosfera) e David Cremoni, membri dei Moongarden, si cimentano in un nuovo progetto denominato Submarine Silence. Quest'album serve soprattutto a sfogare la voglia di realizzare un CD di prog sinfonico-romantico nella più comune accezione del termine. I brani, tutti strumentali, si dipanano infatti attraverso soluzioni che faranno la gioia di qualsiasi amante di gruppi quali Genesis e Camel. Certo, si tratta delle stesse influenze dei Moongarden, ma mentre questi ultimi cercano di personalizzare al massimo la loro proposta, con i Submarine Silence il tributo verso questi artisti è nettissimo. Ma, sia ben chiaro, il risultato finale è tutt'altro che scontato, essendo composto da 10 ispiratissimi brani che sono veri gioielli di romanticismo.
Davide Cremoni
I chiari riferimenti alla musica dei gruppi che influenzano questo progetto si avvertono nei tocchi banksiani di Roversi uniti alle chitarre di Cremoni, che a tratti si fa guidare dall'amore per la grazia e l'eleganza dei momenti acustici cari a Anthony Phillips, altre volte si lancia in epici solos alla Latimer. I due musicisti sono autori in coppia di tutti i brani, tranne della prima traccia "The Door", accreditata al solo Roversi e che in pratica è una breve introduzione fatta col piano elettrico. A definire la line-up c'è il batterista Emilio Pizzoccoli che collabora a questo progetto col suo drumming preciso e mai invadente, completando un meccanismo praticamente perfetto. Pur essendo un lavoro prettamente romantico, non manca qualche momento più dinamico con accenni new-prog presenti in alcune composizioni che non avrebbero affatto sfigurato su "The gates of Omega". Tuttavia, si può tranquillamente affermare che i Submarine Silence si ispirano soprattutto agli anni '70, sfruttando una produzione molto limpida e pulita, ma utilizzando anche strumenti molto in voga nei seventies come l'organo Hammond, il mellotron e le chitarre acustiche a 6 e a 12 corde. E infatti la grande delicatezza del Phillips dei primi Genesis e di "The Geese and the Ghost" viene fuori continuamente durante l'ascolto dell'album, per merito degli arpeggi acustici di Cremoni e di quei sottofondi di mellotron che colpiranno diritto al cuore i nostalgici.
In poche parole si tratta di un album che stregherà sicuramente i molti fans del prog più romantico, lontano volutamente da qualsiasi ricerca di originalità e/o situazioni spigolose, ma capace di emozionare con una musica passionale che sarà apprezzata notevolmente da chi è alla ricerca di quel sound che ha reso popolari musicisti come Banks, Phillips, Hackett, Rutherford, Latimer, Gilmour, Rothery, etc."
A completamento della recensione di Peppe Di Spirito evidenzio la conclusiva "Porto di Venere" con un incedere che riporta direttamente alla sezione finale di "Shadow of the Hierophant", compreso il crescendo iniziale, brano tratta dal primo album solo di Steve Hackett "Voyage of the Acolyte"
Altra annotazione: i Submarine Silence nacquero sul finire degli anni '90 da una idea del proprietario della Mellow Records, Mauro Moroni, come progetto parallelo dei già citati Moongarden di cui Roversi era il tastierista. Tra l'altro, se avete notato, nella formazione a tre manca il bassista, sostituito dai pedali Taurus utilizzati dallo stesso Roversi.
La prima apparizione ufficiale dei Submarine Silence è sull'album "The River of Constant Change - A Tribute to Genesis" con la cover di Entangled in versione strumentale. Lo ritroverete qui, sulla Stratosfera. Dopo questo debut album del 2001 dovranno trascorrere ben 12 anni prima di poter ascoltare il seguito dal titolo "There's Something Very Strange In Her Little Room" (2013, etichetta Ma.Ra.Cash), in formazione a quattro con il cantante Ricky Tonco e il nuovo (si fa pèr dire) batterista Gigi Cavalli Cocchi. Seguiranno ancora "Joirney Through Mine" (2016), "Did Swans Ever See God?" (2020) e il recente "Atonement Of A Former Sailor Turned Painter" (2024), ancora con formazione rimaneggiata. Titoli brevi, che non si scordano...
Ho concluso. Un ultimo ringraziamento a Osel e a voi tutti auguro buon ascolto.
ANNUNCIO FINALE:
la Stratosfera si ferma per una settimana. Appuntamento al 24 marzo.
Post by George - Music by Osel
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